Se la guerra civile diventa anche religiosa
La guerra civile ucraina è una questione politica, non religiosa. Il clero di Kiev, sia quello cattolico che quello ortodosso, ha sempre insistito su questo punto, nonostante le divisioni interne (che ci sono). Ma è il patriarca di Mosca, Cirillo, che accusa cattolici e "scismatici" di voler sradicare gli ortodossi.
Io, musulmana, dico: l'ISIS è dentro di noi
Elham Manea, politologa e scrittrice yemenita-svizzera, in questo eccezionale documento - che presentiamo in esclusiva nella traduzione italiana - invita il mondo islamico a riconoscere che il fondamentalismo terrorista, che oggi fa paura in Iraq, è figlio dell'ideologia propagata dalle moschee di mezzo mondo.
Da Pio XII a Padre Pio: ecco la "guerra giusta"
Il Papa, di ritorno dal viaggio in Corea del Sud, ha parlato anche dei conflitti armati che straziano le popolazioni della Siria e dell’Iraq. A tal proposito ha affermato che «è lecito fermare l’ingiusto aggressore». Tra le varie opzioni che la dottrina della Chiesa offre per fermare l’aggressore c’è anche quella dell’uso della forza.
Quando le toghe si mettono il camice bianco
Ci risiamo: magistrati certo espertissimi in codici e pandette, ma del tutto irresponsabili in altre materie pretendono di appendere le loro toghe anche là dove non dovrebbero. Accade sulla fecondazione eterologa, così com’era già successo con il metodo Stamina: dai giudici un'altra picconata alla già fragile credibilità della politica.
Editorialisti a cottimo e strapagati: è la stampa bellezza
Un segno del declino dei giornali è rappresentato dalla scelta degli editorialisti (quasi sempre non giornalisti). Sono sempre gli stessi, in alcuni casi riempiono le prime pagine dei principali quotidiani da venti o trent’anni, sono profumatamente pagati e sottraggono ingenti risorse al lavoro giornalistico.
Meeting vuol dire incontro. E la politica può attendere
La grande stampa l'ha già ribattezzata "edizione povera", quella del Meeting di Rimini 2014. Perché manca Renzi, mancano i grandi nomi della politica. Invece è un'occasione per riscoprire il vero significato dell'incontro, con le sue tavole rotonde, esposizioni, momenti culturali.
Le proposte del Papa, il sonno dell'Onu
Fermare l'aggressore è lecito, ma l'intervento va deciso dall'Onu e non è necessariamente una guerra. Così il Papa sull'aereo di ritorno dalla Corea, rispondendo a una domanda sull'Iraq. Criteri chiari, che si scontrano però con una realtà dove anche i grandi paesi fanno fatica a rendersi conto degli scenari inquietanti all'orizzonte.
Missouri Mai soffiare sul fuoco razziale
Ferguson, Missouri, Stati Uniti: un poliziotto bianco spara e uccide un ragazzo nero disarmato. L'inchiesta è in corso e non si conoscono ancora le cause dell'uccisione. Ma nella cittadina del Missouri dilaga la rivolta degli afro-americani e invece di disinnescare la bomba, i media e le autorità giocano la carta razziale.
«Siamo in guerra, pronto ad andare in Kurdistan»
«Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli». Non ha usato mezzi termini Papa Francesco sulle crisi internazionali in corso durante il volo di ritorno dalla Corea del Sud. Il Pontefice ha aggiunto di «essere pronto a recarsi nel Kurdistan» iracheno per pregare e alleviare la sofferenza delle popolazioni.
Strapotere gender: no alle firme anti matrimoni omosex
Contro il matrimonio gay valgono solo le petizioni on line. Lo ha deciso il Parlamento del Lussemburgo che ha invalidato la raccolta di firme di un'associazione che chiedeva un referendum abrogativo sulla legge che autorizza le unioni omosessuali. Un esempio di strapotere gender.
La sai l'ultima sui gay? Nessuno può ridere di loro
Scherza coi santi ma lascia stare i gay. Con loro nessuna satira è ammessa e anche le barzellette sono proibite. E' quello che è accaduto a Visto, settimanale di gossip che ha osato allegare alla rivista un libretto con “Le migliori barzellette gay”. Le associazioni arcobaleno ne hanno chiesto subito il sequestro.
Turchia in Europa. Napolitano sorvola sui "dettagli"
Il presidente Giorgio Napolitano si complimenta con Erdogan per la sua vittoria e auspica l'ingresso della Turchia nell'Ue. E' motivato dai forti interessi economici di un'Italia in crisi con una Turchia in ascesa. Ma dimentica che, ovunque, Erdogan è sempre stato dalla parte degli estremisti islamici.