Una luce per noi
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». (Gv 3,16-21)
Tutta la storia cammina dentro l’iniziativa di Dio, che sembra quasi rincorrere l’uomo. “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio…”. Lo vediamo nella nostra vita da Natale a Pasqua, nella luce dei giorni e delle occasioni che ci sorprendono. Dove siamo? A lamentarci, a prendere le distanze dagli altri, a scansarci da impegni e occasioni? Papa Francesco dice nell’Esortazione sulla santità: “Nessuno si salva da solo, come individuo isolato. Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo”.