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4 ottobre

Il Papa al giuramento delle Guardie Svizzere dopo 57 anni

Quest'anno le nuove reclute hanno giurato sotto gli occhi ammirati di Leone XIV. L'ultima volta avvenne con san Paolo VI nel 1968. «Un grande onore e una gioia immensa» per il comandante Christoph Graf.

Borgo Pio 06_10_2025
LaPresse (AP Photo/Andrew Medichini)

È prassi che il Papa riceva le Guardie Svizzere in occasione del giuramento – come accaduto anche venerdì in Sala Clementina – ma non si verificava da ben 57 anni che presenziasse personalmente alla cerimonia.

Sabato pomeriggio, 4 ottobre, le nuove reclute hanno giurato sotto gli occhi di Leone XIV. Il Papa è giunto nel Cortile di San Damaso tra il caloroso applauso dei presenti, accolto dal comandante Christoph Graf e dal benedettino Kolumban Reichlin, cappellano delle Guardie Svizzere. Quindi l'ingresso delle nuove reclute, con incedere lento e cadenzato. «Santo Padre, è un grande onore e una gioia immensa darle il benvenuto alla cerimonia del Giuramento delle nuove Guardie Svizzere», ha esordito Graf, ricordando che «cinquantasette anni fa, nel 1968, con papa Paolo VI fu l'ultima volta che il Santo Padre partecipò personalmente alla cerimonia del Giuramento. A nome della Guardia Svizzera pontificia, la sua Guardia, la ringrazio di cuore per la sua fiducia e per la sua preziosa e graditissima presenza in questa memorabile occasione». Successivamente, dopo aver proseguito in tedesco e in francese, si è rivolto ancora al Pontefice: «Santo Padre, con questo giuramento ogni singola guardia si impegna a servire con tutte le sue forze Lei e se le circostanze lo richiederanno, persino a sacrificare la propria vita. Questi giovani uomini provenienti da tutta la Svizzera sono messi sin dal primo anno di servizio davanti alla piena consapevolezza delle responsabilità e dei rischi del loro compito. Nessuno di loro cerca il martirio ma ognuno promette solennemente di fare tutto quanto è necessario per essere pronto nell'ora del bisogno. Essi lo fanno con piena ponderazione, con serietà e mai con leggerezza». Quindi ha proseguito in francese, e poi ancora in tedesco, per concludere nuovamente in italiano: «Santo Padre, le auguriamo di cuore ogni bene per il suo cammino e le assicuriamo al tempo stesso la nostra sincera fedeltà e la nostra preghiera».

Il cappellano ha introdotto il giuramento: «Care guardie, con un giuramento pubblico testimoniate ora la vostra disponibilità a servire con piena dedizione papa Leone XIV e i suoi legittimi successori e se fosse necessario a dare persino la vostra vita per la loro protezione. Siamo fieri di voi e grati che abbiate accolto la chiamata a questo onorevole servizio che ora giurate di svolgere coscienziosamente e fedelmente con il seguente giuramento: "Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Leone XIV e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando – ove occorra – anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Comandante e agli altri miei superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Lo giuro. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano"».

Ciascuna delle 27 nuove guardie ha pronunciato la formula, ciascuno nella propria lingua, tenendo la bandiera con la mano sinistra e la destra alzata con tre dita tese a simboleggiare la Trinità: «Io, alabadiere N., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano!». Ammirato dalla «“hermosa” cerimonia», al termine il Papa ha rivolto alcune parole di saluto e gratitudine: «A tutti voi che avete fatto questo giuramento: è una testimonianza molto importante nel mondo di oggi. Ci fa capire l’importanza della disciplina, del sacrificio, di vivere la fede in una maniera che veramente parla a tutti i giovani del valore di dare la vita, di servire e pensare agli altri. Vi ringrazio a nome mio e di tutta la Santa Sede per il vostro servizio».