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Chiesa cattolica

I vescovi del Kenya chiedono giustizia

La Conferenza dei vescovi del Kenya ha diffuso un comunicato in cui commenta con sgomento i recenti omicidi di due sacerdoti e chiede chiarezza su autori e movente

La Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya, KCCB, chiede che sia fatta piena luce sulle circostanze della morte di padre Maina e padre Bett, due sacerdoti uccisi a pochi giorni uno dall’altro nel nord del paese. Padre Maina è morto in ospedale il 15 maggio dopo essere stato rinvenuto in gravi condizioni sul ciglio di una strada. Prima di morire ha raccontato di essere stato rapito da sconosciuti. C’è il sospetto che sia stato avvelenato. Padre Bett è stato ucciso a colpi di arma da fuoco quasi sicuramente sparati da ladri di bestiame o comunque da malviventi che gli hanno teso un agguato a pochi passi da una chiesa. “Chiediamo una indagine approfondita su queste morti, per scoprire le reali circostanze e i veri moventi, al fine di garantire in futuro la sicurezza dei nostri sacerdoti e di tutti i kenyani – si legge in un comunicato dai toni forti diffuso il 30 maggio da monsignor Maurice Muhatia Makumba, vescovo di Kisumu e presidente della KCCB – la morte dei due sacerdoti è devastante non solo per i fedeli cattolici, ma per tutto il paese. I responsabili dovranno risponderne di fronte a Dio”. I vescovi del Kenya  hanno poi espresso il loro “profondo sgomento per quanto sia diventata a buon mercato la vita. Gli omicidi vengono presi alla leggera e usati con noncuranza nella lotta politica”. “Ho operato in diverse regioni in conflitto, ma non è mai stato ucciso un sacerdote – aveva detto pronunciando l’omelia durante la messa di suffragio per padre Bett il 25 maggio monsignor Dominic Kimengich, vescovo di Eldoret – davvero è qualcosa su cui dobbiamo riflettere”. “Come è possibile – si legge ancora nel comunicato della KCCB – che la sicurezza non possa essere garantita per coloro che prestano servizio in queste zone remote. Chi c’è veramente dietro un omicidio eseguito con tanta meticolosità?Siamo profondamente turbati dal fatto che entrambe le morti siano avvenute con velate intenzioni maligne e misteriose. Desideriamo denunciare la morte di questi ministri di Dio e il senso di insicurezza e impotenza creato da tali incidenti contro i servi di Dio”. Il lavoro svolto dai sacerdoti cattolici –conclude il comunicato – va oltre il servizio religioso e l'evangelizzazione. Si estende alla cura degli emarginati, dei dimenticati e dei malati, per portare loro una speranza che non delude”.