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Testimoni di fede

È morto padre Bako, rapito in Nigeria a marzo

Era stato sequestrato a scopo di estorsione ed è deceduto per l’aggravarsi di una malattia mentre era nelle mani dei suoi rapitori

 

Padre Joseph Aketeh Bako, che era stato rapito l’8 marzo scorso in Nigeria, è deceduto nelle mani dei suoi sequestratori tra il 18 e il 20 aprile. Solo il 12 maggio l’arcidiocesi di Kaduna ne ha avuta certezza e ha diffuso la notizia. Padre Bako aveva 48 anni ed era parroco della chiesa cattolica evangelica di San Giovanni a Kudenda, nello stato nord occidentale di Kaduna, uno degli stati nigeriani in cui sono più frequenti i sequestri di persona a scopo di estorsione. Uomini armati avevano assalito la sua canonica nella notte e lo avevano rapito dopo aver ucciso la guardia di sicurezza Luka Philip sopraggiunta. Un altro sacerdote era riuscito a mettersi in salvo. Prima di darsi alla fuga, avevano anche attaccato tre abitazioni poco distanti e ucciso un uomo portando poi via anche il fratello di padre Bako, una donna e i suoi due bambini (v. Rapito un altro sacerdote in Nigeria, 11-03-2022). “Suo fratello è stato ucciso in sua presenza – riferisce il cancelliere dell’arcidiocesi di Kaduna, padre Christian Okewu Emmanuel – a seguito di questo le sue condizioni (era malato da tempo) sono peggiorate ed è morto. Non abbiamo ricuperato il corpo, ma abbiamo conferma della morte. Le persone che sono state rapite insieme a lui lo hanno visto morire”. Le bande criminali che imperversano nel Kaduna e nel resto del paese non risparmiano i religiosi. Nel solo Kaduna dall’inizio dell’anno sono già stati rapiti otto sacerdoti cattolici: non per odio religioso, ma per esigere un riscatto. Nel tentativo di contrastare questo genere di crimini il Senato ad aprile ha approvato un contestatissimo disegno di legge che punisce con almeno 15 anni di carcere chi paga un riscatto e ha reso punibile con la condanna a morte gli autori di un sequestro nel caso di morte della vittima. Il disegno di legge deve adesso essere discusso alla Camera e poi firmato dal capo dello stato.