Voglio farmi suora: il reality entra in convento
Qualcuno lo ha già battezzato – e il verbo è quanto mai appropriato – la Grande Sorella. Il programma Tv si chiama Voglio farmi suora. La chiamata ed è l’ultima frontiera del reality show. Viene trasmesso in prima serata sul canale spagnolo Cuatro e deriva dal format statunitense The Sisterhood: becoming nuns.
Lui è tornato: c’è un Hitler nel nostro futuro?
Tra breve arriverà anche da noi il film tedesco Lui è tornato, una commedia grottesca in cui il protagonista (“lui”) è Adolf Hitler. Aggirandosi smarrito nella Berlino odierna, dice di essere esattamente quel che è e in poco tempo avrà grandissimo successo tra le gente per le sue ricette politiche. Come allora...
Il figlio di Riina in Tv fa scandalo E Ciancimino jr?
Nuova bufera su Bruno Vespa, che mercoledì sera, durante la puntata di “Porta a Porta”, ha ospitato in studio Salvo Riina, figlio del boss Totò, per un’intervista accompagnata da polemiche e strumentalizzazioni. Eppure, con altri dubbi personaggi non è andata così. Massimo Ciancimino, ad esempio.
In un film la nuova verità sulla tragedia di Ustica. Forse
Quando ho visto la locandina di Ustica, adesso nelle sale, lì per lì mi son detto: uffa, l’ennesimo film su complotti, servizi deviati, Cia, insomma il solito ambaradam del cosa-c’è-dietro a cui certi registi militanti sono abbonati. Invece, il film di Renzo Martinelli riserva vere sorprese.
Da Tognazzi ai nuovi film gay: è il solito vizietto
Se andate al cinema in questi giorni trovate Weekend (due gay iche si incontrano in un orinatoio) e l’italiano Un nuovo giorno (bimbo trans). Se ci siete andati la settimana scorsa avete trovato The danish girl (storia del primo trans) e Carol (storia di due lesbiche). E pensare che tutto è iniziato con Ugo Tognazzi…
Love & money, ma sono solo canzonette
Non passano due-tre giorni senza che il tiggì nazionale non chiuda la serie di notizie quotidiane con un assist all’industria italiana della canzonetta o del cinema. Il fatto è che da quando la canzone è diventata un’industria bisogna seguire i ritmi, appunto, industriali. E la Tv lo fa docilmente.
Jihad virtuale, mai rinunciare alla libertà del Web
E’ notizia recentissima quella della chiusura, dal 2015 a oggi, di ben 125.000 account Twitter riconducibili ad attivisti Isis per propaganda e reclutamento. Si deve investire in sicurezza informatica, ma mai rinunciare alla libertà dell'utente. E' la tesi di Antonello Soro, presidente dell'Autorità Garante dei dati personali.
Ecco perché da grandi tutti vogliono fare l'attore
Il sogno di molti ragazzi e ragazze è, oggi, il palcoscenico, meglio se cinematografico. É la via più rapida per le tre mitiche tre “s”: soldi, successo, sesso. Per i più fortunati c’è il divismo, la walk of fame, la villa a Beverly, l’Oscar nella notte delle stelle. Divo, dal latino vuol dire divinità. Capito, no?
I film firmati da registi cattolici? Pochi e pure brutti
Dopo aver visto Spotlight e Perfetti sconosciuti, film in Italia in testa al botteghino, la domanda è: ma che fine hanno fatto i registi e gli sceneggiatori cattolici? Perché God’s not dead – Dio non è morto di Harold Cronk non è sufficiente a dimostrare che il cinema cattolico sta bene. La Passione di Cristo è stata un’eccezione.
Dio non è morto, così la fede sbanca il botteghino
Arriva in Italia dopo il successo negli Usa God's not dead, pellicola incentrata su un tema politicamente scorretto: uno studente accetta la sfida di difendere la fede cristiana di fronte al suo professore ateo. Uno schiaffo al perbenismo secondo il quale mostrare la ragionevolezza della fede può creare divisione.
Spotlight, un film ideologico
Vincitore dell'Oscar, premiato dalla critica anche sulla stampa cattolica, il Caso Spotlight è sicuramente un buon film e una valida ricostruzione di eventi storici. Ma è imparziale? No. E' un film a tesi che mira a dimostrare come la Chiesa sia un'istituzione corrutrice. Nel farlo, le forzature abbondano.
Così regalammo il Vietnam ai comunisti
il Vietnam è stata la penultima “cosa giusta” fatta dagli Usa in campo internazionale. Ma era l’America di Nixon, Reagan, John Wayne e di Walt Disney, non quella del marxismo starred ‘n’ stripped ormai dominante. Un documentario Last days in Vietnam («Ultimi giorni in Vietnam») ci ricorda quella tragedia.