Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Zita a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Accogliere con i soldi propri, ma non in casa propria

E chi è mio prossimo? (Lc 10, 29)

Schegge di vangelo 14_07_2019

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10, 25-37)

L’amore a Dio e al prossimo costituisce la sintesi di tutti i comandamenti e a differenza di Dio, che è uno solo, il prossimo potrebbe essere rappresentato da qualunque persona che incontriamo durante la vita, soprattutto se indifesa e in una situazione di pericolo. Questo prossimo potrebbe essere anche un nostro nemico. Naturalmente il vero amore, essendo gratuito, si esprime con doni propri e non facendolo pesare su altri, almeno che non abbiano fatto la stessa scelta di aiutare chi si trova nel bisogno. Ecco perché il Samaritano paga di tasca propria l’albergatore per i servizi già ricevuti per la cura della vittima dei briganti e promette di corrispondere le eventuali spese future se necessarie; inoltre è interessante notare che lo aiuta in un albergo e non in casa propria. Noi siamo così attaccati al nostro superfluo che forse non avremo aiutato l’uomo aggredito da briganti, impariamo quindi a considerare il superfluo come non necessario, in modo che, quando si presenti l’occasione, non ci tiriamo indietro nell’aiutare il nostro prossimo.