Charlie, l'ipocrita e "crudele ordalia" del giudice
Il giudice londinese ha comunicato che prenderà la sua decisione finale su Charlie Gard giovedì o venerdì, ma il suo atteggiamento durante l’udienza di ieri pomeriggio non lascia presagire nulla di buono. Solo “qualcosa di nuovo o sensazionale” lo farà cambiare idea. Il giudice, l’ospedale e il tutore, sostenuti dai grandi media, continuano a remare verso lo stesso obiettivo: stabilire per sentenza il precedente che è legale negare una cura di base a un malato grave.
-QUELLO CHE VEDE SOLO IL POPOLO DI CHARLIE di Benedetta Frigerio
Charlie è la nostra anima
Se non riusciamo a fermare la sua morte, il danno sarà incalcolabile. Il concetto che la morte possa essere preferibile alla vita al punto tale da essere imposta , sarà passato. Che la morte sia preferibile alla vita è un concetto già presente in ognuno delle migliaia di abortii volontari e nelle (al momento) poche centinaia di casi di eutanasia di bambini fatti ogni anno in Europa. Il concetto della sacralità della vita è stato massacrato: d’altra parte dove non c’è fede in Dio, il concetto della sacralità della vita salta. Almeno però fino ad ora , si era salvata la necessità del consenso del genitore.
Charlie, attesa ultima sentenza dell'Alta Corte
Oggi pomeriggio si tiene a Londra la nuova udienza dell’Alta Corte sul caso di Charlie Gard, il piccolo di undici mesi affetto da una rara sindrome mitocondriale, per il quale i genitori stanno lottando per far riconoscere una verità elementare come il diritto di vivere e di ricevere delle cure. Il giudice dovrà pronunciarsi sul protocollo presentato dagli esperti internazionali. Ieri presentata ai manager dell'ospedale inglese una petizione con 375mila firme.
- CHARLIE È SOLO L'INIZIO, di Marco Respinti
- CHARLIE È LA NOSTRA ANIMA, di Silvana De Mari
Charlie Gard è solo l'inizio
In Inghilterra è venuto alla luce un nuovo caso in cui i giudici hanno intimato di non rianimare un bambino gravemente cerebroleso. Nome e luogo sconosciuto, per evitare pressioni mediatiche. Ma intanto si moltiplicano i casi di contenziosi tra medici e genitori di bambini gravemente disabili.
La ventilazione "dannosa" non riguarda Charlie
La ventilazione invasiva è dannosa quando non fa quello che dovrebbe fare, oppure quando procura un tormento maggiore del sollievo arrecato. Nel caso di Charlie non sussistono le condizioni che identificano la ventilazione come un accanimento terapeutico, altrimenti non si capirebbe questa proroga. Si vuole interrompere la ventilazione perché medici e giudici hanno concordato che la vita di Charlie non è più di beneficio a Charlie. È una vita di bassa qualità.
Pray4charlie, il mondo che prega per Charlie
Conosciamo l'ideatore del sito www.pray4charlie.com che in pochi giorni è riuscito a catalizzare attorno a sè l'attenzione e le preghiere di milioni di persone nel mondo per un piccolo Charlie. Un miracolo di preghiere e fede tutto italiano.
La mobilitazione ferma l'esecuzione di Charlie Sulla sperimentazione decideranno ancora i giudici
La notizia tanto attesa è arrivata e adesso si aprono nuovi scenari di speranza per il piccolo Charlie Gard. Il Great Ormond Street Hospital ha chiesto una nuova udienza all’Alta Corte, “alla luce delle affermazioni di nuove evidenze correlate a una potenziale terapia”. Decisivo l’intervento del Bambin Gesù che aveva inviato al Gosh il protocollo di cura predisposto da un gruppo di medici italiani, statunitensi e spagnoli. Lo spettro del distacco della ventilazione si allontana, ma sul piccolo decideranno ancora i giudici.
- LA VENTILAZIONE "DANNOSA" NON LO RIGUARDA di Renzo Puccetti
- L'ESERCITO DI PRAY4CHARLIE PARLA ITALIANO
- THE DECEPTION OF AGGRESSIVE MEDICAL TREATMENT, by Tommaso Scandroglio
Charlie, il tranello in cui cadono alcuni medici E' la malattia ad accanirsi, non la respirazione
E’ la malattia ad accanirsi su Charlie, non la ventilazione. Cerchiamo di spiegarlo anche a quei medici cattolici che sostengono il contrario, cioè che la ventilazione sia accanimento. Nel caso di Charlie non si sta parlando di terapie, ma di ventilazione assistita, che non è finalizzata a guarire Charlie, ma a farlo respirare e vivere. Se raggiunge la sua finalità – cioè l’ossigenazione – non è accanimento terapeutico. Togliere la ventilazione credendo che sia lei la colpevole della sofferenza di Charlie, che invece dipende dalla patologia, è eutanasia.
-L'ANNUNCIO DEL DISTACCO: MA LA SPERIMENTAZIONE SI PUO' FARE IN LOCO
La terapia può funzionare anche in Inghilterra
L'annuncio dell'associazione Mitocon: "Stanno per staccare la spina a Charlie, ma noi abbiamo pronto un procollo sanitario. Chiediamo di fermare il conto alla rovescia". Poi il presidente alla Nuova BQ conferma: "L'equipe di scienziati al lavoro ha riconsiderato alcuni dati, la terapia può funzionare su Charlie anche in Inghilterra senza bisogno di trasferimento".
Charlie a Roma, le motivazioni legali non reggono
Mentre il Bambin Gesù annuncia di aver trovato un protocollo sperimentale su cui lavorare e del caso di Charlie si stanno occupando il premier britannico May e il ministro degli Interni Alfano, tiene banco il rifiuto del Gosh di trasferire il piccolo a Roma per "problemi legali". Ma la sentenza autorizza e non ordina il nosocomio a staccare il ventilatore.
All'Accademia per la Vita una "esperta" pericolosa
Nominata recentemente alla Pontificia Accademia per la Vita, la professoressa Katarina Le Blanc ha partecipato ad uno studio sulle cellule fetali. Il "materiale" è stato fornito da un'azienda a contratto con la Planned Parenthood. In un articolo scientifico di cui il nuovo membro della Pav è coautrice le prove del coinvolgimento in ricerche condannate dalla Chiesa.
Bambin Gesù in azione. Ma non si parla di terapie
Dopo le parole del Papa e di Trump il Bambin Gesù chiede al Gosh di avere in cura Charlie. E studia la fattibilità per il trasferimento. Ma nel comunicato, a parte la volontà di "difendere la vita umana", non si fa cenno ad eventuali terapie, ma soltanto ad accompagnare il bimbo allo spegnimento naturale cercando di dare una risposta al quesito sul miglior interesse per lui.