Iraq, "Cristo vive e opera in questo suo popolo santo"
"Oggi, posso vedere e toccare con mano che la Chiesa in Iraq è viva, che Cristo vive e opera in questo suo popolo santo e fedele". Le parole del Papa nell'omelia finale testimoniano la soddisfazione per l'esito del primo viaggio in Iraq. Francesco, nei luoghi della persecuzione dei cristiani per mano dell'Isis, ribadisce che la "fraternità è più forte del fratricidio"
L'equivoco interreligioso dei "Figli di Abramo"
Va bene invitare a collaborare le tre religioni per lo sviluppo e la pace, ma non si può far diventare quella dei Figli di Abramo una nuova religione. Ma è proprio il rischio che si corre con l'approccio di papa Francesco ieri a Ur.
Papa in Iraq, la sfida di Abramo
Papa Francesco arriva oggi in Iraq per un pellegrinaggio «nel segno del padre Abramo». In una terra devastata dalla guerra e dall'odio religioso, si tratta di un richiamo a una convivenza pacifica nel riconoscimento di una comune fraternità tra cristiani e musulmani. Ma il Papa deve superare il doppio rischio di un appello che ignori la reale situazione politico-militare e di un sincretismo che censuri la diversità della concezione di Dio, a cominciare dalla stessa figura di Abramo.
- IL TOUR DE FORCE DEL PAPA, di Nico Spuntoni
- ECCO IN QUALE IRAQ ARRIVA PAPA FRANCESCO, di Gianandrea Gaiani
La visita di papa Francesco, una speranza per l'Iraq
Dal 5 all'8 marzo papa Francesco sarà in Iraq, salvo impedimenti dell'ultimo momento. Arriva in un paese ancora ostaggio dei conflitti interni e internazionali, e con una comunità cristiana decimata e perseguitata. Il Papa non ha la bacchetta magica ma da lui ci aspettiamo una parola di verità e di giustizia che ha la forza della Parola di Dio; un grido che chiami gli oppressori alla conversione.
- «NOI, ANCORA OPPRESSI DA CAPI POLITICI E RELIGIOSI», di Nico Spuntoni
Un Comitato per restituire le proprietà sottratte ai cristiani iracheni
Approfittando della fuga dei proprietari cristiani dal paese e della connivenza di funzionari corrotti molte case e terreni sono stati espropriati. Adesso i cristiani di ritorno li reclamano
Iraq. Un Natale per tutti, cristiani e musulmani
Il parlamento ha approvato la proclamazione del Natale “festa nazionale con cadenza annuale” accogliendo la richiesta del patriarca caldeo, cardinale Louis Raphael Sako
I cristiani tornano a Mosul e nella piana di Ninive
200 famiglie fuggite nel 2014 per sottrarsi all’Isis stanno arrivando, accolte con gioia dai volontari musulmani del gruppo Braccia di Mosul impegnati a eliminare le tracce del Califfato
Il cardinale Sako rievoca la figura dell’arcivescovo di Mosul, monsignor Rahho, rapito e ucciso nel 2008
Monsignor Paul Faraj Rahho era stato rapito il 29 febbraio all’uscita dalla chiesa del Santo Spirito di Mosul. Il presule è uno dei tanti martiri cristiani che contrassegnano la storia dell’Iraq
«I Paesi arabi accolgano i profughi del Medio Oriente»
«Esistono Paesi arabi - a maggioranza musulmana - che dispongono di miliardi e di vasti territori disabitati» e che potrebbero ospitare per il tempo necessario i profughi mediorientali. «Questa soluzione sarebbe preferibile per i profughi di fede islamica che si troverebbero più a loro agio per una questione di affinità religiosa, culturale e linguistica». La Nuova BQ intervista Ignace Youssif III Younan, patriarca di Antiochia dei Siri.
Iraq. La Chiesa festeggia due nuovi sacerdoti
L’ordinazione di padre Hanna e padre Shamel è stata occasione di festa e gioia per i cristiani iracheni che tuttora vivono condizioni di estrema difficoltà in un paese che ancora non trova pace
Uccidere Soleimani? È moralmente lecito (a certe condizioni)
L'azione statunitense che ha portato all'uccisione a Baghdad del leader iraniano Qassem Soleimani solleva una questione morale, sulla sua liceità o meno. La dottrina cattolica offre dei criteri chiari: l'azione è lecita se è un'azione difensiva armata (e questo è il caso) e se le modalità dell'atto sono proporzionali al fine buono. È chiaro che l'uccisione manu militari deve rappresentare l’extrema ratio per difendere alcuni beni di alto pregio (pace sociale, eliminazione dell'oppressione, etc.). Ci deve essere inoltre proporzionalità tra bene difeso e bene leso. Infine si richiede la proporzione tra benefici sperati e danni prevedibili. È chiaro che alcune di queste valutazioni richiedono l'apporto di analisti militari, ma a quanto è dato conoscere si può ritenere che l'attacco a Soleimani abbia fondate ragioni.
IL SILENZIO DELL'UE di Stefano Magni
Un Natale senza Messa di mezzanotte nelle chiese di Baghdad
Si ripopola la Piana di Ninive, i cristiani ricostruiscono le chiese distrutte dall’Isis, ma la situazione resta critica. Nelle chiese di Baghdad a Natale non si celebrerà la Messa di mezzanotte