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Alverno College

USA, l’università cattolica per donne apre all’ideologia trans

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Da quest’anno accademico l’Alverno College, nel Wisconsin, fondato nel 1887 da suore francescane e riservato alle ragazze, accetta anche maschi che si identificano come femmine. Un tradimento della propria missione educativa.

Attualità 20_02_2024
Alverno College (licenza CC BY-NC 2.0 Deed; autore: Dave Reid)

Durante il XIX secolo ci fu, da un lato all’altro dell’Atlantico, una fioritura di scuole, università e collegi cattolici, spesso fondati da istituti religiosi, maschili o femminili: padri gesuiti, religiose salesiane o domenicane, eccetera. Alcune coraggiose e intraprendenti suore francescane, nel lontano 1887, fondarono l’Alverno College in Wisconsin, il quale «ha ottenuto lo status di università nel 2008». La particolarità dell’istituzione educativa è duplice. Da un lato essa si ispira alla pedagogia cattolica e francescana e dall’altro è un College riservato alle ragazze. «La nostra missione», si legge sul sito ufficiale, è «quella di preparare le donne ad una vita di distinzione personale e professionale, e ad un impegno significativo nel mondo». Il College, è detto chiaro e tondo, «si sforza di creare un'istituzione e dei programmi appropriati alle esigenze educative delle donne nel XXI secolo».

Ma nell’America di Joe Biden, questo “binarismo” deve essere divenuto indigesto alla direzione della facoltà e così, dopo che nel 2019 è stato accettato il primo studente transgender, per l’anno accademico in corso sono state varate delle vere e proprie norme ad hoc, nel senso dell’inclusività e dello snaturamento dell’istituto. Per seguire la distruttiva pedagogia woke, quindi, oltre alle donne-donne, da quest’anno accademico l’Alverno «ammette studenti che vivono e si identificano costantemente come donne». Così possono iscriversi sia gli «studenti che vivono e si identificano come femmine indipendentemente dal sesso biologico» che le «studentesse che si identificano come non binarie o di genere non conforme».

C’è un’ampia sezione del sito intitolata “Politica per gli studenti transgender”. Sarebbe da “copincollarla” tutta per far ridere, o piangere il lettore, ma certamente gli porterebbe via tempo prezioso, quindi cerchiamo di sintetizzarla noi. «In linea con le sue fondazioni francescane cattoliche di lunga data», spiega il sito, «l’Alverno College non discrimina nessuno studente» sulla base «dell'età, della cittadinanza, del colore, della disabilità, del genere, dell'identità o dell'espressione di genere, delle informazioni genetiche, dello stato civile, dello stato militare, dell'origine nazionale o etnica, dello stato di gravidanza o genitoriale, del credo o dell'affiliazione politica, della razza, religione». Quindi? Quindi, «sosteniamo gli studenti nel loro viaggio alla scoperta di sé e riconosciamo che l'identità di genere può cambiare nel tempo». Discutibile. Di sicuro il sesso biologico non cambia. L’autopercezione cambierà pure e, anzi, essa cambia a ritmi sfrenati in un’America in cui perfino le istituzioni cattoliche, tradendo il Vangelo e il Catechismo, fanno di tutto per confondere gli studenti e i giovani.

Il College dice di essere aperto verso le studentesse che «iniziano la loro esperienza universitaria ad Alverno identificandosi come donne», ma che poi, «a un certo punto iniziano a identificarsi come maschi, non binari o di genere non conforme». Ma cosa sarebbe il «genere non conforme»? Non conforme alla scienza?

Papa Francesco nell’esortazione apostolica Amoris laetitia ha scritto che l’ideologia del gender «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna» (n. 56). E ciò è male specie quando essa «induce progetti educativi» che «promuovono un’identità personale», svincolata «dalla diversità biologica di maschio e femmina». Come ora avverrà all’Alverno. E così un’istituzione cattolica e femminile, per piacere al progressismo e al pensiero egemone, ha perso il suo storico Dna: sia la cattolicità che la femminilità.