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L'ATTACCO AI PICCOLI

Trans contro i genitori: «Non avvicinate i figli al nostro mondo»

Portare i figli a sentire storie Lgbt lette da uomini vestiti da donne o addirittura farli assistere a spettacoli notturni è la nuova moda dei genitori che vogliono sentirsi al passo con i tempi. Basterebbe guardare le immagini di certi bimbi allibiti per capire la gravità di una lesione simile dell'innocenza. Eppure a riconoscere la realtà è stato un drag queen che ha detto: «Capisco che potresti voler sembrare figo, ma qui c'è droga e sporcizia, coinvolgerli in questo mondo è irresponsabile». 

Attualità 28_01_2020

Il 17 ottobre nella biblioteca Hennepin County di Minnetonka (Minnesota) di fronte ad una ventina di bambini dell’asilo un transessuale vestito da drag queen ha letto una ventina di storie sull’inclusione Lgbt seduto su una sedia con una minigonna e a gambe aperte, mostrando così ai piccini le sue parti intime. Ogni mese alla Buffalo Street Books alcuni alunni dell’asilo ascoltano una drag queen leggere libri durante la Drag Queen Story Hour (DQSH), un evento progettato per insegnare ai piccoli l’accettazione. Questo tipo di eventi, sempre più diffuso in Occidente, è stato creato dalla scrittrice lesbica Michelle Tea e coordinato dalla sua compagnia, la RADAR Productions. Non solo, sempre più genitori progressisti portano i loro figli nei night club transessuali, in nome dell’inclusione.

La notizia, a questo punto, non è che un numero crescente di adulti indottrina i propri figli senza scrupoli, ma che a difenderli da una tale violenze sia stato proprio un noto travestito che si fa chiamare “Kitty Demure”: l’uomo ha denunciato severamente i genitori che coinvolgono i bambini nel suo mondo, chiarendo che quanto avviene in esso non ha nulla di “gaio”:  «Che cosa ha mai fatto una drag queen per farti avere così tanto rispetto per loro e per ammirarli così tanto, oltre che truccarsi, saltare sul pavimento e contorcersi facendo cose sessuali sul palco?», ha provocato Demure tramite un video visualizzato 342.000 volte. «Non ho assolutamente idea di perché tu voglia che questo influenzi tuo figlio. Desideri che una spogliarellista o una pornostar influenzi tuo figlio? Non ha alcun senso. Una drag queen dà spettacolo in un night club per adulti…coinvolgerli in questo mondo è estremamente, estremamente irresponsabile». 

Poi ammettendo che «c'è un sacco di sporcizia, molte cose sessuali e nel backstage c'è molta nudità, sesso e droghe», l’uomo ha colpito al cuore il narcisismo degli adulti: «Capisco che potresti voler sembrare figo e forte... ma puoi comunque far crescere tuo figlio come un bambino normale senza coinvolgerlo nelle cose sessuali del mondo gay». Infine, quasi a prendere in giro mamme e papà, ha chiosato: «Se hai bisogno che tuo figlio sia intrattenuto da un essere umano grosso, truccato e in costume, portalo al circo».

A riprova dei danni che può fare un simile coinvolgimento c’è la storia diabolica (già raccontata dalla Nuova BQ ) di Desmond, un bambino che si definisce una drag queen e che viene portato dai genitori ad esibirsi sui palchi dei night club e la cui madre ha ammesso che fin da quando era piccolo lei guardava RuPaul Drag Race, un reality di drag queen. Viene da domandarsi se l’attenzione della donna rivolta allo spettacolo fosse tale da portare il piccolo a desiderare di essere guardato allo stesso modo, in ogni caso lei stessa ha ammesso che quando era davanti alla tv lui smetteva di giocare incollandosi allo schermo per poi imitare quanto vedeva. Quindi, più che di diffusione dell’inclusione, bisogna parlare di minaccia alla crescita normale dei più piccoli. Ché basterebbe guardare le immagini in internet di bimbi fra le braccia dei drag queen per comprendere la gravità di una lesione simile dell'innocenza.

E che quello dei trans non sia un mondo pulito, come sostenuto nel video da “Kitty Demure”, lo dicono anche fatti come quello accaduto in una libreria di Huston, dove Alberto Garza, che travestito da donna si fa chiamare “Tatiana Mala Nina”, aveva letto diversi libri nonostante il fatto che nel 2008 fosse stato condannato per violenze su un bambino di 8 anni. Successivamente si era scoperto che anche un altro “lettore” era un molestatore. Ma l’usanza per cui i genitori portano i bambini a sentire storie Lgbt di fronte a uomini travestiti da donne, o peggio nei night club, continua a diffondersi. Perché sebbene ai bambini non interessi nulla del sesso né di conoscere questo mondo, tutto ciò serve a far sentire “buoni”, “tolleranti” e accettati i loro genitori. Almeno quelli che mirano ad adattarsi ad una società che demonizza chiunque pensi che esistano comportamenti socialmente accettabili perché buoni e altri da stigmatizzare perché cattivi. Anche se la nuova moda confonde i loro piccoli.

Resta interessante che a riconoscere la realtà sia chi, vivendola sulla sua pelle, non riesce a negarne il dramma e il peso.