Santa Giacinta Marescotti
Non andò certo secondo i suoi progetti la gioventù di santa Giacinta Marescotti (1585-1640), che divenne terziaria francescana senza alcuna vocazione e ancora scottata da una delusione d’amore, vivendo a lungo in contrasto con la sua professione solenne prima di rifugiarsi nel conforto di Dio che la cambiò radicalmente.
San Costanzo di Perugia
San Costanzo, venerato come primo vescovo di Perugia, fu martirizzato nel II secolo sotto Marco Aurelio (in carica dal 161 al 180) o durante le persecuzioni del suo predecessore Antonino Pio. Nel tempo sono emerse più agiografie, che tratteggiano Costanzo come un uomo di grande fede e di animo generoso.
San Tommaso d’Aquino
“Sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i principi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità”, insegnava san Tommaso d’Aquino (1225-1274), il Doctor Angelicus come lo chiamarono i suoi contemporanei.
Sant’Angela Merici
Sant'Angela Merici (1474-1540), fondatrice delle Orsoline, la prima congregazione secolare interamente femminile e dedita all'educazione cristiana delle fanciulle, così scriveva nella Regola: «Signore mio, unica vita e speranza mia […], ricevi ogni mio pensiero, parola e opera e infine tutto ciò che io possiedo dentro e fuori di me: lo pongo come offerta ai piedi della tua divina Maestà».
Santi Timoteo e Tito
La Chiesa commemora nello stesso giorno i santi vescovi Timoteo e Tito, discepoli prediletti di san Paolo e destinatari nel complesso di tre lettere «pastorali», così chiamate perché con esse l’Apostolo delle genti istruì i due pastori riguardo ai doveri di chi guida una comunità cristiana. Sia nelle due lettere a Timoteo che in quella a Tito, ricorrono le esortazioni a difendere la sana dottrina dai falsi maestri e la necessità di perseverare nella fede.
Conversione di san Paolo
La festa della Conversione di san Paolo ci ricorda quali frutti può produrre l’accoglimento della grazia, capace di trasformare radicalmente uno dei più attivi persecutori della Chiesa primitiva nel più grande annunciatore del Vangelo tra i pagani.
San Francesco di Sales
“L’amabile Cristo di Ginevra”, lo chiamavano i fedeli per la carità che incarnava in ogni suo gesto. Scrittore ispiratissimo, predicatore, guida spirituale per diversi santi e capace di convertire molte anime che avevano abbracciato il calvinismo, san Francesco di Sales (1567-1622), patrono dei giornalisti e della stampa cattolica, univa alla mitezza l’ardore per la verità.
Sant’Ildefonso da Toledo
La notte del 18 dicembre 665 sant'Ildefonso vide apparire la Madonna, che gli fece un cenno del capo affinché si avvicinasse e, fissando gli occhi su di lui, disse: «Tu sei il mio cappellano e notaio fedele. Ricevi questa casula che mio Figlio ti manda dal suo tesoro». Il fatto miracoloso, noto anche ai musulmani, fu documentato negli Acta Sanctorum come «La Discesa della Santissima Vergine e la sua Apparizione».
San Vincenzo martire
Questo grande santo spagnolo affrontò il martirio con una tale fede e fortezza che la sua fama si diffuse in breve in tutta la cristianità antica, tanto che già sant’Agostino (354-430) scriveva: “Qual è oggi la contrada, qual è la provincia dove si estendono l’impero romano e il nome di Cristo che non celebri con gioia l’anniversario del martirio di san Vincenzo?”.
Sant’Agnese
“La verginità è degna di lode non tanto per essere professata dai martiri quanto perché essa stessa forma dei martiri”, scriveva sant’Ambrogio (340-397) nel De Virginibus parlando di sant’Agnese, la vergine romana uccisa per la sua fede in Cristo quando era appena tredicenne e il cui martirio suscitò una profonda impressione nella comunità cristiana, dando origine a una vivissima pietà popolare
San Sebastiano
Il contesto storico in cui avvenne il martirio di san Sebastiano - patrono di arcieri, atleti, militari, tappezzieri e vigili urbani - è legato alla ripresa delle persecuzioni sotto Diocleziano, che guidò l’Impero romano dal 284 al 305.
San Macario il Grande
Alcuni monaci lo chiamavano «La lampada del deserto» non solo in ragione delle sue virtù ma perché il suo volto risplendeva nel buio. Al di là degli appellativi, san Macario il Grande (c. 300-390), discepolo di sant’Antonio abate, è stato certamente tra i Padri egiziani che più hanno contribuito alla diffusione del monachesimo.