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ISLAM

Rotterdam, la truffa dell'università islamica

Doppia truffa: culturale e fiscale. Così è finita l'università (che università non era) islamica di Rotterdam, progetto multiculturale del 2001. E il suo rettore, Nedim Bahçekapılı, è sparito, ricercato dalla polizia con accuse pesantissime. Ancor peggio della frode fiscale, resta quella culturale, perché a lezione si faceva propaganda.

Esteri 17_01_2019
Università islamica di Rotterdam

Il professor Nedim Bahçekapılı, il rettore dell'Università islamica d'Europa in Olanda, è scomparso. Dopo il mandato di arresto emesso a novembre dai pubblici ministeri olandesi, se ne sono perse le tracce. Bahçekapılı pare abbia lasciato il Paese, ma l'accusa di "evasione fiscale di milioni di euro, corruzione e apertura di classi fraudolente" continua a pendere sulla sua testa.

Si tratta di un recente sviluppo di uno scandalo di corruzione le cui indagini sono iniziate due anni fa. La famosa università di Rotterdam già nel 2016 era stata privata del suo status per ragioni finanziarie. Poi lentamente è stato scoperchiato il vaso di Pandora. Anche se il problema relativo alla frode fiscale, che è la ragione per cui l'interesse pubblico si è soffermato sull'istituzione scolastica, ha fatto un po' passare in secondo piano la natura e il contenuto estremamente pericoloso dei corsi islamici nel cuore d'Europa.

Già nel 2012 girava un video, pubblicato anche su YouTube, utile a pubblicizzare l'università descritta come una scuola "istituita nel 2001 per costruire un'identità europea musulmana consapevole e coltivata in Europa, e per promuovere l'islam, che è considerato dagli olandesi una religione indesiderata e temuta, e la lingua, e per dare vita alla mentalità che 'servire l'umanità è servire l'islam'". E le lezioni del professore, oggi latitante, Bahçekapılı, erano proprio in linea con questa missione. Era solito, infatti, prima di sparire, intrattenere i suoi studenti circa la storia dell'islam. E glorificare l'invasione militare musulmana nell'Ottavo secolo della Spagna e l'insediamento dello stato islamico di Al-Andalus (Andalusia) era tra i suoi cavalli di battaglia. "Circa 80 anni dopo la morte del Profeta Maometto, i musulmani conquistarono tutto il Nord Africa e attraverso lo Stretto di Gibilterra, raggiunsero la Spagna", - diceva-. "Secondo un resoconto, il comandante musulmano Tariq ibn Ziyad incendiò le navi [dei soldati musulmani] per fare sì che si sentissero disperati, ma allo stesso tempo ancora più forti e motivati. Fu così che quell'esercito è diventato vittorioso nella guerra, i musulmani hanno quindi stabilito uno stato musulmano chiamato Al-Andalus, rimasto uno stato per 800 anni", gli piaceva, ancora, raccontare. Per Bahçekapılı il dominio islamico in Spagna è stato "illuminato" e foriero di una civiltà che prima mancava. Insisteva spesso sulla natura di "città selvaggia" di Cordoba prima dell'islam, che l'avrebbe resa un centro di civilizzazione. Perché lì l'islam ha eretto palazzi, un'università, madrase e moschee "ancora più gloriose di quelle nelle città irachene di Kufa e Baghdad".

Il professore era insomma un esperto di revisionismo storico e dedito a diffondere la visione di un islam che non invade, ma libera le terre non-musulmane. Nella teologia islamica, infatti, il mondo è sempre appartenuto ad Allah, quindi, secondo la narrazione musulmana, ebrei e cristiani sono sempre stati invasori che hanno manomesso le verità del Corano. Così, quando Allah si rende conto che il mondo sta finendo nelle mani sbagliate decide di mandare l'angelo Gabriele [Jibril] al suo messaggero, Mohammed, per iniziare a riportare il mondo all'islam. Una "riconquista" che implica l'imposizione della shari'a, l'islamizzazione della popolazione e l'assegnazione di uno status inferiore ai cristiani, agli ebrei e agli altri che rifiutano di convertirsi.

In video diffusi in rete Bahçekapılı ha più volte pubblicizzato la sua "università" insistendo "sull'importanza che l'islam attribuisce all'educazione" e facendo sempre riferimento al califfato di Umar che "conquistò l'Iraq nel settimo secolo e costruì le madrase (scuole teologiche islamiche)". Sulla stessa falsariga anche l'ex rettore della scuola, il professore Ahmet Akgündüz, che nel 2013 giudicò gli oppositori di Erdoğan "nemici dell'islam" aggiungendo, poi, che la lapidazione è "una delle pene prescritte dall'islam". Dichiarazioni che hanno indotto il ministro dell'istruzione e il governo ad aprire un'inchiesta su quello che viene insegnato nelle scuole islamiche, e in particolare su quelle che ricevono denaro dal governo. 

Scoperchiato il vaso di Pandora sono emerse anche le frodi finanziarie della finta università. Frode fiscale, riciclaggio di denaro sporco, contraffazione, sono queste le accuse partorite dalla procura e che coinvolgono in prima persona il rettore. Si tratta di milioni di euro e, peraltro, il rettore a ottobre era già stato arrestato, e subito rimesso in libertà, anche perché rilasciava diplomi di laurea quando all'istituto era stato concesso solo il titolo di scuola superiore. Inoltre il FIOD - servizio di investigazione e informazione fiscale olandese - ha denunciato che la scuola ha preteso ingiustamente anche un rimborso di circa 8,5 milioni di dollari alle autorità olandesi.

Spogliare la scuola del suo titolo universitario e indagare sui suoi amministratori sono stati del importanti primi passi compiuti dall'Olanda per ritenere tale istituzione responsabile, non solo per quanto riguarda le frodi finanziarie. In una città, peraltro, di cui da anni si parla come della "capitale dell'Eurabia" e in una nazione dove da tempo l'identità cristiana è ormai dissolta, in cui la presenza musulmana cresce più spavalda. Nel 2008 The Economist scrisse di Rotterdam che ha "tutti gli ingredienti di un incubo eurabico".