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USA

Rivolta di immigrati. Trump manda la Guardia Nazionale a Los Angeles

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Usa. Due giorni di proteste contro le espulsioni di immigrati latino-americani a Los Angeles, fanno scattare la reazione di Trump: manda la Guardia Nazionale, saltando a piè pari il governatore Newsom. Ed è subito scontro di poteri.

Esteri 09_06_2025
Guardia Nazionale a Los Angeles

Per la prima volta dal 1992, il presidente degli Usa ha mandato la Guardia Nazionale per soffocare una ribellione a Los Angeles. L’ultima volta che era successo era stato nell’ultimo anno dell’amministrazione Bush (padre) per reprimere la rivolta degli afro-americani, i “King Riots” come erano state chiamate allora le violenze seguite al pestaggio del tassista nero Rodney King da parte della polizia. Questa volta, ad alimentare la rivolta è l’espulsione di immigrati illegali dell’America Latina da parte dell’Ice (Immigration and Customs Enforcement, la guardia di frontiera americana). L’enorme comunità latina di Los Angeles, formata soprattutto da messicani, ha reagito all’ultima retata dell’Ice, con proteste violente venerdì e sabato. Domenica i militari della Guardia Nazionale sono arrivati in città.

Le proteste sono scoppiate venerdì nel centro di Los Angeles, quando una folla di messicani e altri immigrati sudamericani si è opposta all'intervento degli agenti federali impegnati in un’operazione di controllo dell'immigrazione. Il presidente del sindacato californiano Service Employees International Union, David Huerta, è rimasto ferito ed è stato poi arrestato mentre protestava contro quella che il sindacato ha definito “un’incursione dell’Ice”. I video hanno ripreso persone che circondavano i furgoni, gridando e scandendo slogan. Sono stati incendiati numerosi copertoni e almeno uno è stato fatto rotolare per strada contro lo schieramento dei poliziotti. Le proteste sono continuate per tutta la notte di venerdì.

Ulteriori proteste sono scoppiate a Paramount, un comune della contea di Los Angeles, con l'82% della popolazione latino-americana, a circa venti chilometri a sud del centro. Sabato pomeriggio e sera i manifestanti si sono di nuovo radunati fuori da un centro di detenzione federale, ancora nel centro di Los Angeles e sono stati respinti dalle forze dell'ordine con lancio di lacrimogeni e granate stordenti. La polizia di Los Angeles ha dichiarato l'illegalità dell'assemblea nella zona e ha arrestato diverse persone.

Domenica, per evitare che la situazione andasse fuori controllo, Trump ha mandato la Guardia Nazionale. Normalmente si tratta di un corpo statale che risponde agli ordini del governatore dello Stato, in questo caso del democratico Gavin Newsom. In caso di emergenza, però, può essere la Guardia Nazionale può essere “federalizzata”, cioè passare direttamente sotto il controllo del governo federale. Gli uomini della 79^ Brigata di Fanteria da Combattimento della California sono stati i primi ad arrivare sul posto a Los Angeles. Trump ha ordinato lo schieramento di circa 2mila soldati nella città, nonostante il governatore Gavin Newsom sia contrario. Newsom infatti ritiene che non fosse necessario un intervento federale, perché non vi era il pericolo che la situazione potesse andare fuori controllo. «Non c’è carenza di forze dell’ordine, c’è solo la necessità di fare spettacolo», ha dichiarato alla stampa a proposito dell’invio della Guardia Nazionale.

Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha dichiarato su X che i marines in servizio attivo a Camp Pendleton, nella California meridionale, sono stati posti in stato di massima allerta e possono essere inviati a rinforzare la Guardia Nazionale se le violenze dovessero continuare. Anche in questo caso, il governatore Newsom ha commentato acidamente, definendo quello di Hegseth un ordine “da squilibrato”.

In una dichiarazione ufficiale della Casa Bianca, Trump ha affermato che i militari della Guardia Nazionale avrebbero «protetto temporaneamente l’Ice e altro personale del governo degli Stati Uniti che sta svolgendo azioni federali».

Tanto per cambiare: si è aperto un nuovo conflitto di potere fra centro e periferia. Il punto è che manca completamente fiducia reciproca fra il presidente e il governatore. Per Trump, la condotta del governo progressista californiano, dalle rivolte di Black Lives Matter in poi, è troppo lassista e mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Trump non perdona il mancato intervento tempestivo della Guardia Nazionale nel 2020, sia in Minnesota che negli altri Stati a guida liberal più colpiti dalle insurrezioni nere di allora. Newsom invece si sente scippato della funzione del mantenimento dell’ordine pubblico. Della mossa di Trump contesta la legalità e l’opportunità. La federalizzazione della Guardia Nazionale è infatti un evento storicamente molto raro ed è sempre stata una soluzione in extremis quando tutte le altre forze dell’ordine hanno dimostrato di non saper gestire la situazione.

I presidenti Eisenhower, Kennedy e Johnson hanno federalizzato la Guardia Nazionale per aiutare a far rispettare i diritti civili e mantenere l’ordine pubblico fra gli anni ’50 e ‘60. La Guardia Nazionale fu federalizzata anche durante i disordini di Detroit del 1967, nelle rivolte seguite all'assassinio di Martin Luther King nel 1968 e durante lo sciopero postale di New York nel 1970. L’ultima volta che un presidente ha federalizzato la Guardia Nazionale è stato durante i disordini del 1992. A Los Angeles, appunto.