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IL PAPA

«Non si può capire Cristo senza la Chiesa»

Nell'omelia della Messa del primo gennaio Papa Francesco ha invitato a non separare mai Cristo da Maria, e di conseguenza Cristo dalla Chiesa: Francesco cita il beato Paolo VI nella esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere a Cristo, ma al di fuori della Chiesa». 

Ecclesia 02_01_2015
Papa Francesco

Il 1° gennaio la Chiesa celebra la solennità di Maria Madre di Dio. Nell'omelia della Messa Papa Francesco ha invitato a non separare mai Cristo da Maria, e di conseguenza Cristo dalla Chiesa. Il Papa è partito dalle notissime parole di Santa Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?». Queste parole - ha spiegato il Pontefice - erano capite dagli Ebrei, e dalla stessa Maria che certo conosceva le Scritture, come un riferimento alla benedizione sacerdotale suggerita da Dio a Mosé per Aronne e per tutto il popolo, riportata nel Libro dei Numeri: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». La Chiesa primitiva comprendeva, e ancora oggi noi siamo chiamati a ricordare, che in effetti Maria «è la prima destinataria» di questa antica benedizione. «In Lei essa trova compimento: infatti, nessun’altra creatura ha visto brillare su di sé il volto di Dio come Maria, che ha dato un volto umano al Verbo eterno, così che tutti lo possiamo contemplare».

I pastori di Betlemme con i loro canto di gioia celebrano in realtà insieme «il Bambino e la sua giovane mamma (cfr Lc 2,16). Erano insieme, come sono stati insieme al Calvario, perché Cristo e la sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo, come tra ogni figlio e la sua madre». Il Papa ha citato Tertulliano, secondo il quale la carne di Cristo è «cardine della nostra salvezza»: e questa carne «è stata intessuta nel grembo di Maria». Né il legame di «inseparabilità» si ferma alla nascita: «Maria, prescelta per essere Madre del Redentore, ne ha condiviso intimamente tutta la missione rimanendo accanto al Figlio fino alla fine sul calvario». Ancora, non si tratta solo di biografia e di eventi specifici «Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza del cuore, la conoscenza della fede, nutrita dall’esperienza materna e dal legame intimo con il suo Figlio. La Vergine Santa è la donna di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, nei suoi progetti; è la credente capace di cogliere nel dono del Figlio l’avvento di quella "pienezza del tempo" (Gal 4,4) nella quale Dio, scegliendo l’umile via dell’esistenza umana, è entrato personalmente nel solco della storia della salvezza». Per questo, «non si può capire Gesù senza sua Madre» ed eliminare dal cristianesimo la devozione mariana è semplicemente inconcepibile.

La teologia ha sempre visto nella Vergine Maria anche una figura della Chiesa. Come Gesù e Maria sono inseparabili, così «altrettanto inseparabili sono Cristo e la Chiesa, perché la Chiesa e Maria vanno sempre insieme»:  «non si può capire la salvezza operata da Gesù senza considerare la maternità della Chiesa». Francesco cita il beato Paolo VI nella esortazione apostolica Evangelii nuntiandi: «separare Gesù dalla Chiesa sarebbe voler introdurre una "dicotomia assurda"», e non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa». 

La formula «Cristo sì Chiesa no» è diffusa ma assurda. Infatti «è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi». Noi che non siamo vissuti in Terrasanta duemila anni fa Cristo «dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa, nella nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica. È la Chiesa che dice oggi: “Ecco l’agnello di Dio”; è la Chiesa che lo annuncia; è nella Chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti».

La relazione speciale e misteriosa della Chiesa con Maria c'invita a meditare su una delle note della Chiesa, la sua maternità. «Infatti essa è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità». Ma questo è un altro modo di dire che nessuna esperienza cristiana è legittima se pensa di darsi senza la Chiesa. «Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un’idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori».

Amore per la Chiesa e amore per Maria sono inseparabili, perché la Madonna, «la prima e perfetta discepola di Gesù, la prima e perfetta credente, modello della Chiesa in cammino, è Colei che apre questa strada di maternità della Chiesa e ne sostiene sempre la missione materna rivolta a tutti gli uomini. La sua testimonianza discreta e materna cammina con la Chiesa fin dalle origini. Ella, Madre di Dio, è anche Madre della Chiesa e, per mezzo della Chiesa, è Madre di tutti gli uomini e di tutti i popoli».

Francesco ha chiesto a Maria la grazia della pace - il 1° gennaio è anche la Giornata Mondiale della Pace - e nell'Angelus ha affermato che la radice della pace è la preghiera, che tra l'altro ci libera non certi dalla morale ma dal moralismo, da quella «mentalità legalistica» che interpreta la morale in modo ideologico e spesso porta ai conflitti e alle guerre.

Al termine dell'omelia, il Papa ha proposto a ciascuno di noi di raccogliersi di fronte all'icona della Madonna «Madre di Dio» secondo la definizione del Concilio di Efeso del 431 raggiunta non senza vivaci discussioni (che dunque nella Chiesa non sono certo nuove). «E vorrei proporvi di salutarla insieme, come ha fatto quel coraggioso popolo di Efeso, che gridava davanti ai suoi pastori quando entravano in Chiesa: “Santa Madre di Dio!”. Che bel saluto per la nostra Madre… Dice una storia, non so se è vera, che alcuni, fra quella gente, avevano i bastoni in mano, forse per far capire ai Vescovi cosa sarebbe accaduto loro se non avessero avuto il coraggio di proclamare Maria “Madre di Dio”. Invito tutti voi, senza bastoni, ad alzarvi e per tre volte salutarla, in piedi, con questo saluto della primitiva Chiesa: “Santa Madre di Dio!”».