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IL DOCUMENTO

L'Ue sa tutto sulle miocarditi, ma spinge ancora a vaccinarsi

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La Commissione aggiorna il registro dei farmaci autorizzati e ammette il rischio aumentato di pericarditi e miocarditi dopo i vaccini a Mrna, decessi compresi. Eppure continua a consigliare l'imminente campagna vaccinale contro un virus che oggi è poco più di un raffreddore. 

Attualità 26_09_2023 Español

È tutto scritto nero su bianco in un documento ufficiale della Commissione Europea: i vaccini anti Covid provocano mio-pericarditi e in alcuni casi ricoveri in terapia intensiva e persino la morte. Eravamo partiti con “è il vaccino più sicuro del mondo e della storia” e ora, dopo due anni di bugie, siamo approdati ad una constatazione che l’esperienza reale aveva già fotografato ampiamente.

Il documento è il Registro europeo dei medicinali, praticamente la Bibbia del farmaco, nella quale sono contenute tutte le specifiche degli oltre 1300 principi attivi che costituiscono la farmacopea universale dei medicinali per uso umano e veterinario approvati per il commercio dalla Commissione Ue.

Ebbene. Nell’Allegato I vengono descritte le caratteristiche aggiornate degli inoculi a MRna Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna.

«Dopo la vaccinazione con Comirnaty - si legge - è presente un aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite. Queste condizioni possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e si sono verificate principalmente entro 14 giorni. Sono state osservate più spesso dopo la seconda dose di vaccino e nei maschi più giovani (vedere paragrafo 4.8). I dati disponibili indicano che la maggior parte dei casi si risolve. Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali».

Per il farmaco di Moderna invece si legge: «Dopo la vaccinazione con Spikevax esiste un aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite. Queste condizioni possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e si sono verificate principalmente entro 14 giorni dalla vaccinazione. Sono state osservate più spesso in maschi giovani, e più spesso dopo la seconda dose rispetto alla prima dose (vedere paragrafo 4.8). I dati disponibili indicano che la maggior parte dei casi si risolve. Alcuni casi hanno richiesto una terapia intensiva e si sono osservati casi fatali».

Si tratta di due descrizioni uguali che fotografano un aumento del rischio di sviluppare la pericolosa infezione cardiaca. Niente male per un farmaco che è stato somministrato a milioni di cittadini e che è stato spacciato per ultrasicuro. Immaginate che cosa sarebbe successo se nel bel mezzo della campagna vaccinale la Commissione Europea ci avesse messo in guardia che con i due vaccini era presente un rischio di questo tipo? Pensate che per prevenire o proteggersi da un virus curabilissimo per la quasi totalità della popolazione, i cittadini avrebbero corso il rischio aumentato di esporsi a una miocardite? Ovviamente no, e la cosa avrebbe avuto una ricaduta sulla campagna di massa che in Italia ha toccato oltre 50 milioni di inoculi. Eppure, il rischio di infiammazioni cardiache era già stato segnalato, ma solo ora, alla vigilia della campagna autunnale la Commissione è costretta ad ammetterlo dopo che la stessa Ema aveva inserito nel suo via libera per il nuovo vaccino questo potenziale pericolo.

Insomma: ad ammettere la pericolosa reazione avversa non sono soltanto i due produttori del farmaco, ma anche la stessa istituzione che ha spinto gli stati a vaccinare quante più persone possibili, ottenendo in paesi come l’Italia percentuali di adesione quasi universali.

«Questo cambia tutto – commenta in un suo post l’avvocato Renate Holzeisen -. EMA e Commissione Europea finalmente ammettono i morti per i “vaccini” Covid-19 Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna. Chiediamo che si dimettano subito i giudici della Corte Costituzionale».

Effettivamente, la Consulta aveva rigettato i quesiti relativi all’obbligo dei medici proprio attenendosi ad un principio non solo non dimostrato, ma smentito dai fatti e cioè che, pur ammettendo in linea teorica il rischio di effetti avversi, la letteratura scientifica e le istituzioni di controllo avevano escluso qualsivoglia tipo di problematica. Le cose non stavano così, in compenso la Corte ha giustificato le imposizioni vaccinali ai sanitari e avvalorato le sospensioni dal lavoro da parte del governo per quei camici bianchi, che in nome del principio di autodeterminazione avevano deciso di non sottoporsi alla vaccinazione rinunciando così allo stipendio e in alcuni casi al lavoro.

Secondo la Holzeisen «questo è imperdonabile, è stata consegnata al massacro la popolazione». Parole forti quelle della legale altoatesina, che ricorda i termini di una battaglia lunga e dolorosa per affermare il diritto di non vaccinarsi: «Noi (in pochissimi) avvocati abbiamo dal 2021 – con crescente disperazione sulla base di documentazione ufficiale, come il RMP (Risk Management Plan = piano di gestione del rischio) dei produttori – abbiamo evidenziato che mancavano informazioni fondamentali sulla sicurezza di queste sostanze sperimentali basate su ingegneria genetica».

E così prosegue: «Sapevamo che cosa sarebbe successo, perché sapevamo che queste sostanze avrebbero causato ad un enorme numero di persone a breve, medio o lungo termine un gravissimo danno alla salute e perfino la morte. I dati ufficiali hanno evidenziato subito che queste sostanze provocano un enorme numero di morti e altri casi di danni gravi irreversibili. Non possiamo perdonare ai responsabili della giustizia e del governo/amministrazione locale e nazionale questo default totale e letale per i cittadini».

L'aggiornamento europeo getta una luce di discredito sull'imminente campagna vaccinale: il covid è poco più che un raffreddore, chi sarebbe così dissennato di rischiare una patologia cardiaca per sperare di evitare di contrarre un virus curabile? E che sarà ora della sentenza della Corte Costituzionale? Sicuramente oggi ci sarebbero forse degli elementi in più per portare a casa una vittoria e affermare così il principio sacrosanto che la salute non può essere strumentalizzata o asservita a interessi di potere.

E anche il ricorso che il Comitato Ascoltami ha presentato alla Cedu, la Corte Europea dei diritti Umani, potrebbe trovare con questa ammissione, una strada per essere preso in considerazione e analizzato senza pregiudizi. Ma tutto questo è stato fatto a prezzo di morti e danneggiati spesso irreversibili, che ancora oggi non hanno avuto l’ascolto e le cure che meritavano.