Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
PSEUDO-GIORNALISMO

La7, tv degli orrori: palate di fango sulla Comunità Shalom

Ascolta la versione audio dell'articolo

A Piazza Pulita di Corrado Formigli imbastito un processo sommario alla comunità terapeutica di suor Rosalina Ravasio, descritta come un luogo degli orrori, dove i pestaggi sono all'ordine del giorno e gli ospiti vengono imbottiti di psicofarmaci. Narrazione che contrasta con la realtà conosciuta da migliaia e migliaia di persone che frequentano la comunità. Suor Rosalina: «Il nostro lavoro suscita gelosia perché restiamo fuori dal business dell'accoglienza e ci sostiene la Provvidenza».
- LE ACCUSE A SHALOM SMONTATE PUNTO PER PUNTO
- MA QUESTO NON  È GIORNALISMO, di Ruben Razzante
- VIDEO: LA COMUNITÀ SHALOM RACCONTATA DALLA BUSSOLA

Cronaca 15_04_2023
Corrado Formigli e suor Rosalina

«Chissà, magari tutto questo fango che Piazza Pulita e Fanpage ci buttano addosso si rivelerà provvidenziale». In che modo? «Le menzogne sono talmente grosse che questo sistema di potere ne potrebbe rimanere sepolto. Intanto noi quereliamo Formigli e compagnia, questa volta sono andati proprio ogni limite». Il giorno dopo il processo mediatico imbastito dalla troupe di Corrado Formigli giovedì sera 13 aprile su La7, suor Rosalina Ravasio, fondatrice della Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio (Bs), è più in forma che mai. E non sembra neanche pesarle la notte insonne, passata tutta a preparare la puntigliosa risposta alle accuse mosse da una pseudo-inchiesta di Fanpage condita con altri servizi e commenti in studio, che descrive la Shalom come “la comunità degli orrori”. Sei pagine fitte di note che documentano punto per punto menzogne e manipolazioni contenute nel servizio, e che pubblichiamo a parte per chi voglia approfondire i dettagli.

Il lungo spazio dedicato alla Comunità Shalom ruota attorno all’inchiesta che – dice il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato – nasce da una lettera ricevuta in redazione che denunciava i metodi di questa comunità terapeutica. E subito spara una prima menzogna, affermando che «per quattro mesi, la scorsa estate, una nostra giornalista sotto copertura ha lavorato in questa Comunità come volontaria, ha trascorso i giorni e le notti». L’ascoltatore ha così l’idea che «la giornalista sotto copertura» si sia davvero immersa nella vita della comunità e abbia scoperto chissà quali segreti, a parte l’incongruità di una estate che a Fanpage dura quattro mesi.

In realtà, risponde suor Rosalina, «è venuta poche settimane soltanto al giovedì pomeriggio e poi l’ho allontanata perché si comportava in modo strano». Cioè? «Si muoveva sempre tenendo le mani incrociate davanti ai genitali e aveva un atteggiamento sospetto». Intuizione giusta, visto quello che ha fatto. Si è presentata come Giorgia, una giovane bresciana che pensava di farsi suora; in realtà si chiama Chiara Daffini e nel 2022 è arrivata a Fanpage potendo vantare nel suo curriculum importanti inchieste come quella su cosa succede «quando slip e reggiseno non sono coordinati» o quella sul profilo psicologico di chi sceglie «panettone o pandoro». In ogni caso una grave scorrettezza deontologica e una violazione della legge sulla privacy e sul rispetto delle persone vulnerabili (vedi l’articolo di Razzante).

Nel filmato la Comunità Shalom è descritta come un vero e proprio luogo degli orrori, parola non a caso ripetuta più volte, «un luogo infernale» sottolinea Formigli, dove i pestaggi e le aggressioni fisiche e verbali sono all’ordine del giorno e si imbottiscono gli ospiti di psicofarmaci fino a trasformarli in zombie, e da dove è impossibile uscire una volta varcato i cancelli se non rischiando l’osso del collo buttandosi giù dai tetti.
Una narrazione che ovviamente genera a sua volta una serie di commenti sdegnati dagli ospiti in studio, Mario Calabresi, direttore di Chora ed ex direttore di Stampa e Repubblica, e lo psichiatra Leonardo Mendolicchio, che dà subito prova della sua professionalità emettendo una sentenza di condanna senza appello per la Comunità Shalom basandosi su un filmato a tesi: nessuna verifica sull’attendibilità delle testimonianze pur sapendo che in molti casi si tratta di soggetti psicologicamente fragili, nulla da ridire su una giornalista che strumentalizza persone con gravi problemi psichici per costruire il suo racconto; neanche un dubbio, solo fango, salvo poi concludere chiedendo pubblicamente di essere invitato alla Comunità Shalom per una sua indagine conoscitiva super partes: neanche il senso del ridicolo.

Ma la narrazione di un lager dove le persone vivono segregate e prigioniere contrasta con la realtà di centinaia e migliaia di ragazzi e adulti che in questi 38 anni sono stati salvati e reinseriti normalmente nella società, anzi che proprio grazie alla Comunità e alla rete sociale che la sostiene escono già con un lavoro; e quella di una sorta di bunker dove anche persone dall’esterno subiscono una perquisizione corporale per accedere alla Comunità contrasta con la realtà conosciuta da migliaia e migliaia di persone che frequentano Shalom: non c’è fine settimana che la Comunità non ospiti gruppi parrocchiali, associazioni, feste di matrimonio (e i nostri lettori sanno che da anni qui si svolge anche la Giornata della Bussola); sono stati ospitati recentemente anche decine di profughi ucraini e prima ancora quelli afghani; e non c’è giorno che non arrivino amici o persone desiderose di conoscere la Comunità.

Chiunque può testimoniare che non c’è alcuna perquisizione, che i cancelli sono sempre aperti per chi si presenta normalmente. Già, perché in studio la giornalista di Piazza Pulita, Sara Giudice, lamenta di essere stata lasciata fuori da questi cancelli invalicabili e sempre chiusi pur chiedendo di parlare con suor Rosalina come giornalista che voleva verificare alcune notizie. Peccato abbia dimenticato di dire che lei e un suo collega cameraman si sono appostati per due giorni nei campi adiacenti la Comunità e, quando la prima volta un operatore è uscito per chiedere se avessero bisogno di aiuto, ha detto che aveva la macchina in panne e stava aspettando il soccorso stradale. Solo al secondo giorno di appostamento non è stato possibile nascondere la vera identità, visto che stavano facendo riprese dall’esterno, violando ancora una volta la privacy. E pretendeva anche di essere accolta a braccia aperte.

Non solo, non paghi i due si sono recati nella vicina Pontoglio, nello studio dell’associazione Virgo Potens, dove i due psichiatri che lavorano all’interno della Comunità (eh già, dottor Mendolicchio, alla Shalom gli psichiatri ci sono e non hanno certo bisogno del suo aiuto) sono a disposizione anche della comunità locale: non sorprendentemente, perché una caratteristica della “comunità degli orrori” è quella di provvedere servizi anche per la popolazione della zona - oltre allo studio medico c’è anche un asilo nido gratuito – e sostegno alle comunità cristiane in Terrasanta e in Siria. Ebbene a Pontoglio i due inviati di Piazza Pulita hanno fatto ripetutamente irruzione nello studio mentre c’erano dei pazienti, al punto che si è dovuto chiamare i carabinieri per allontanarli.

Perché tante menzogne e tanta violenza? «La nostra realtà suscita molta gelosia e invidia – ci dice suor Rosalina -. Io qui lavoro duramente, faccio la sguattera ma sono orgogliosa di farlo per il Regno di Dio. E il fatto che da 38 anni il Signore mantiene questa comunità – e lo Stato non ci riuscirebbe – perché la Provvidenza di Dio dà vita alla vita, suscita molta gelosia. Perché non riescono a farci entrare nel circuito del magna magna». Suor Rosalina si riferisce al fatto che la sua comunità si regge soltanto sulla generosità dei suoi benefattori e volontari, non chiede rette e non ha alcuno aiuto da parte dello Stato, quando quello dell’accoglienza e delle comunità terapeutiche è normalmente anche un fiorente business.

E si capisce che una comunità come la Shalom, che ospita 250 tra ragazzi e ragazze, faccia gola a molti. «Alcuni anni fa – prosegue suor Rosalina – quando avevo chiesto la possibilità di ampliare la comunità per aprire il ramo femminile, mi fu detto dai politici che era più facile per loro darmi 500 milioni che non lasciarmi l’autonomia. Allora ho detto: preferisco l’autonomia ai 500 milioni; meglio poveri ma liberi che schiavi ma guidati da chi ti paga. A noi ci sostiene Dio». Formigli & co. sono avvisati.