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La mezzaluna a New York, in arrivo il primo sindaco islamico

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Socialista, pro-Hamas e pro-aborto, il musulmano Zohran Mamdani stravince le primarie per la carica di primo cittadino: dalla Grande Mela alla Grande Mecca dell'islamo-progressismo.

Esteri 27_06_2025

Zohran Mamdani, il trentaquattrenne socialista nuova stella del Partito Democratico statunitense, ha battuto Andrew Cuomo, alle primarie democratiche per la carica di sindaco di New York City, martedì sera con il 43,5%. Ed è in pole per diventare il primo sindaco musulmano della città. 

«Stasera abbiamo fatto la storia!», ha urlato mentre cantava vittoria. In effetti si tratta del più grande sconvolgimento nella storia moderna di New York City. La corsa s’è mostrata dal primo giorno anomala con i due principali candidati democratici che offrivano visioni nettamente diverse per la città. Ma è stato Mamdani ad assicurarsi la nomination democratica per la carica di sindaco. E il ground zero del capitalismo globale si è risvegliato in preda a sudori freddi, scosso da un incubo ricorrente che ha già attraversato il mondo innumerevoli volte, lasciando dietro di sé una scia di distruzione, fame e miseria — solo per scoprire che era tutto fin troppo reale: probabilmente avrà presto un sindaco socialista, o come ha detto Trump, un «lunatico comunista».

Una vittoria che ha interdetto Wall Street ma non solo, anche i membri della generazione Z e Alpha che hanno votato per Mamdani: rimasti poi traumatizzati nello scoprire cosa significhi socialismo  — è stata infatti registrata un’impennata di ricerche su Google quando sono arrivati i primi risultati. Con un manifesto elettorale che sembra scritto durante un’assemblea nel cortile della Evergreen University, Zohran Mamdani, non  è un imitatore di Bernie Sanders, ma il suo modello evoluto. Una specie di supereroe per i giovanissimi di New York che leggono i libri di Bell Hooks — pseudonimo di Gloria Jean Watkins, scrittrice femminista che ha passato la vita a scrivere di intersezionalità, razza,  capitalismo, gender —, e vanno in giro con la kefiah al collo tra una visita e l’altra a mamma e papà nell’Upper West Side. 

Se eletto, Mamdani sarebbe il sindaco di New York più giovane degli ultimi cento anni, il primo sindaco musulmano e la prima persona di origine sud-asiatica a guidare la città.  Con l’appoggio dei marxisti Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, New York potrebbe consegnare al movimento della sinistra estrema la sua vittoria più significativa dell’ultimo secolo, preannunciando quasi certamente uno scontro epico ai vertici della politica americana con il socialismo al centro della contesa. 

Il signor Mamdani si è presentato alla Grande Mela con la promessa di usare la sua poltrona di sindaco «per respingere il fascismo di Donald Trump» e sventolando un programma bello denso per una città “più accessibile”.  Come?  Alloggi gratuiti e affitti congelati investendo 70 miliardi di dollari in edilizia residenziale pubblica (ovviamente 70 miliardi di dollari altrui). Trasporti pubblici gratuiti. Supermercati gratuiti sovvenzionati pubblicamente (sul modello dei supermercati gestiti dall’Unione Sovietica).  Assistenza all’infanzia universale. Definanziamento della polizia con i poliziotti sostituiti con assistenti sociali. Protezione degli immigrati clandestini e rifiuto del programma “America First” del presidente Trump. Salario minimo. Aumenti delle tasse per i più ricchi e per le imprese concepiti non per generare entrate, ma per punire. Un elenco di promesse che ripropone ogni vecchia fantasia dell’ultra-sinistra dell’ultimo decennio, più performance artistica che politica. Ed è proprio quello che ha alienato l’elettorato democratico nel voto del 2024.
Il musulmano Mamdani sogna L’Avana sull’Hudson. Ma a New York City basterebbe guardare il destino di Chicago – con il suo sindaco ultraprogressista Brandon Johnson – per avere una visione più nitida del futuro che sta abbracciando.

Sono tanti gli imprenditori e i proprietari immobiliari che hanno dichiarato di progettare una seria fuga dalla Grande Mela se dovesse diventare sindaco. Da Anthony Pompliano (Professional Capital Management), a Sander Gerber (Hudson Bay Capital), passando per John Catsimatidis proprietario di Gristedes Supermarket, l’iconica catena di supermercati con sede a Manhattan, mentre Goldman Sachs ha registrato un crollo di 430 punti base nel paniere di titoli REIT immobiliari. E poiché Polymarket  – gli unici ad aver previsto la vittoria di Trump 2024 – attribuisce al socialista il 73% di probabilità di vincere le elezioni finali, il panico che serpeggia a Wall Street appare più che giustificato.

Zohran Mamdani ha 34 anni ed è nato in Uganda. Mamma sceneggiatrice indiana e papà professore alla Columbia. Prima di intraprendere la carriera politica, è stato cantante hip hop e attivista nel Queens, impegnato a difendere gli inquilini colpiti da sfratto per morosità.
Nel 2020, è stato eletto Membro dell’Assemblea dello Stato di New York e s’è iscritto ai Socialisti Democratici d’America. È un fiero musulmano d’America. Ama farsi vedere in abiti tradizionali islamici e ha lanciato la campagna visitando decine di moschee e immortalandosi mentre interrompeva il digiuno del Ramadan in metropolitana con un burrito gigante. Tra i suoi video più virali, uno lo mostra nei panni di inviato improvvisato mentre denuncia la Halalflation: l’impennata dei prezzi del cibo halal a New York.

Mamdani non nasconde di essere attivista pro-Hamas. È impegnato a sostenere l’abolizione di Israele e l’arresto di Netanyahu se dovesse mettere piede a New York quando sarà lui sindaco.
Quando era al college a Bowdoin, ha co-fondato la sezione del suo istituto di ‘Students for Justice in Palestine’. Nel 2017, ha registrato una canzone rap in cui esprimeva il suo amore ai cinque leader della HLF - Holy Land Foundation for Relief and Development, una delle più grandi organizzazioni di beneficenza musulmane negli Stati Uniti, fondata nel 1989 con l’obiettivo di fornire assistenza umanitaria ai palestinesi bisognosi. L’omaggio canoro era ai capi della fondazione 9 anni dopo la loro condanna per terrorismo con 108 capi d’accusa. 
Ma negli ultimi anni, s’è fatto anche paladino degli abortisti specie in occasione del referendum “Prop 1” che ha inserito la protezione dell’aborto nella Costituzione di New York.

Con un’affluenza complessiva vicina a 1 milione di voti, i democratici di New York hanno fatto registrare la già alta affluenza dal 2001 per consentirgli di surclassare l’ex governatore Cuomo nei bastioni liberal di Brooklyn Heights, Fort Greene, Boerum Hill e Carroll Garden e nelle zone circostanti a prevalenza bianca. Mamdani ha ottenuto risultati migliori del previsto anche tra gli elettori che tradizionalmente non sostengono i socialisti democratici. Ha vinto di misura a Manhattan, Chinatown, Brooklyn, Queens, e ha perso di poco nel Bronx e a Staten Island. 

Cuomo ha vinto tra gli over 50, gli elettori neri e latini e la classe operaia, mentre Mamdani ha ottenuto forti consensi tra i giovani bianchi con istruzione universitaria, e ovviamente contando sul voto musulmano. A New York, oltre 350.000 musulmani su un milione sono registrati per votare, ma solo il 12% ha votato alle scorse comunali. Nei suoi comizi, come quello al Bronx Muslim Center nel quartiere di Little Yemen, Mamdani ha fatto appelli accorati affinché la comunità usasse il proprio peso elettorale.

D’altronde, come è stato evidente negli ultimi due anni di proteste pro-Pal nei college della Ivy League, è da tempo che si sta scrivendo una nuova alleanza demografica e politica che potrebbe incoronare la mezzaluna a New York importando preoccupazioni islamiche globali.
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