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MINACCE AL MORALIZZATORE

Il torero da tastiera

Il moralizzatore di Trenord, che ha denunciato la Capotreno, ora ha paura e la madre si rivolge a Mattarella. Eppure è lui il primo che ha usato lo strumento di Facebook per affermare la sua verità. Il torero mette in conto che prima o poi le corna arrivano. 

Fuori schema 14_08_2018
Raffaele Ariano

Alla fine finisce sempre che si deve chiedere aiuto a mammà. Ricordate l'eroe indomito che con sprezzo del periglio denunciò la capotreno di Trenord becera e razzista? Bene. Il poverino è stato subissato di commenti sulla sua pagina Facebook e la Lega lo ha preso di mira contrapponendolo in un sondaggio on line alle opinioni del Carroccio. 

Il giovane, Raffaele Ariano, ricercatore di Filosofia, è stato così travolto non solo da critiche, ma anche, dice lui, da accuse e insulti. Così la madre del denunciatore ha scritto una lettera aperta al presidente Mattarella che il sito Articolo 21 ha condiviso e pubblicato.

Che un capo dello Stato debba occuparsi anche di questo è già ridicolo di suo. Ma quel che sono più ridicole sono le motivazioni della signora dalla querela facile visto che ha detto di aver coinvolto la magistratura per gli attacchi al figlio: "La gravità di quanto accaduto va, però, molto al di là della sua persona: l’aggressione e il linciaggio mediatico che si è riversato su mio figlio, per il sol fatto di aver chiesto pubblicamente il rispetto di principi e valori scritti nella nostra Costituzione, potrebbero colpire chiunque. Quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia", dice la madre.

Ma qualche cosa non torna. Anche la capotreno che ha sbottato sul treno ha chiesto il rispetto di principi e valori scritti nella nostra Costituzione, quali ad esempio "non rubare" riferito agli zingari e "non molestare" riferito agli altri. Eppure, allora per Ariano era non solo necessario, ma imperativo denunciare la cosa sulla sua pagina Facebook dalla quale la gente pensa di poter pontificare senza che nessuna conseguenza possa venire dalle proprie parole.

Una conseguenza il suo "gesto civico" invece ce l'aveva. Ad esempio adesso la capotreno rischia il posto di lavoro. Magari ha dei figli o un marito, ma il signor Ariano non ha pensato al linciaggio che la donna avrebbe subito? Adesso la madre dice che il figliolo, poverino, non ha fatto altro che il suo dovere di cittadino. Sbagliato: suo dovere di cittadino sarebbe stato quello di avvisare Trenord di quello che secondo lui era un disservizio. Non mettere alla berlina l'episodio dal tronetto di Facebook dove sperare in una pioggia di like e spaventarsi per l'inondazione di "non mi piace" da cui si viene investiti. 

Pensava di ripulire il mondo il leone da tastiera, il quale adesso si giustifica dicendo che il suo era un atto dovuto. Dovuto da chi? Quale potere sulla terra lo ha incaricato di essere il pubblico inquisitore della moralità? L'onnipotenza dopata su Facebook?

Alla fine ha dovuto chiedere aiuto a mammà, come nella migliore tradizione italica. Eppure, dovrebbe saperlo il giovane filosofo: anche il torero deve mettere in conto che prima o poi le corna te le becchi.