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Chiesa cattolica

Gli 85 anni dell’arcidiocesi di Semarang nelle Filippine

L’arcidiocesi ha celebrato l’anniversario con una cerimonia alla quale hanno partecipato più di 20.000 fedeli arrivati da 109 parrocchie

 

L’Indonesia, con i suoi 285 milioni di abitanti, è il più grande paese musulmano. La situazione della minoranza cristiana – poco più del 10% – benché non facile è migliorata negli ultimi anni. Il paese figurava al 42° posto nell’elenco 2024 dei 50 stati in cui è più difficile vivere per i cristiani redatto dall’onlus Open Doors. Nel 2025 è uscito dall’elenco dei primi 50 ed è sceso al 59° posto. Questo rispecchia il fatto che gli attacchi a cristiani e luoghi di culto sono nettamente diminuiti grazie a efficaci azioni governative. Anche per questo l’arcidiocesi di Semarang nei giorni scorsi ha festeggiato in un clima di grande gioia il suo 85° anniversario. All’evento che si è svolto nello stadio di Jatidiri hanno partecipato più di 20.000 fedeli provenienti da 109 parrocchie. Vi hanno preso parte tra gli altri i cardinali Julius Riyadi Darmaatmadja e Ignatius Suharyo, entrambi già vescovi dell’arcidiocesi. Durante l’omelia Ignatius Suharyo, attualmente alla guida dell’arcidiocesi di Jakarta, ha ricordato il contributo importante dell’arcidiocesi di Semarang alla vita della Chiesa cattolica in Indonesia e al processo che ha portato il paese all’indipendenza. Fu – spiega l’agenzia di stampa AsiaNews – monsignor Albertus Soegijapranata, primo vescovo indonesiano della diocesi e stretto collaboratore del presidente Sukarno, a promuovere i rapporti diplomatici con la Santa Sede. Il Vaticano fu tra i primi Stati a riconoscere ufficialmente l’indipendenza dell’Indonesia, proclamata il 17 agosto 1945. Prendendo la parola, l’arcivescovo di Semarang, monsignor Robertus Rubiyatmoko, ha sottolineato l’importanza di una Chiesa “inclusiva, ispiratrice e presente” per la società: “Siamo chiamati – ha detto – a essere 100% cattolici e 100% indonesiani. La Chiesa deve essere una benedizione non solo per i cattolici, ma per l’intera nazione”. Le sue parole sono state ribadite dal presidente della Conferenza episcopale indonesiana, monsignor Antonius Subianto Bunjamin, e dal sindaco di Semarang, Agustina Wilujeng, che ha definito la città “calda come un cortile parrocchiale e aperta come un santuario per pellegrini”. La crescita della Chiesa a Semarang – sottolinea AsiaNews – “è stata favorita da una vivace opera di catechesi, avviata agli inizi del Novecento da laici come Barnabas Sarikrama, primo battezzato nel 1904, e portata avanti grazie dal sostegno dei missionari gesuiti come p. van Lith. Quella prima generazione di battezzati divenne poi il cuore pulsante di un’intensa attività di evangelizzazione nelle regioni di Giava centrale”. L’arcidiocesi attualmente ha due tra i più importanti seminari del Paese: il seminario minore San Pietro Canisio di Mertoyudan e il seminario maggiore San Paolo di Kentungan, dove si sono formati migliaia di sacerdoti e numerosi vescovi indonesiani.

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