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ARTE

Due mostre per vivere la bellezza del Natale

A Milano due mostre essenziali, ma di straordinario valore, ci introducono al fascino della Natività. Attraverso opere di maestri come Raffaello, Tino di Camaino, Beato Angelico, Filippo Lippi e Sandro Botticelli, siamo condotti a riconoscere la ricchezza del mistero dell'Incarnazione.

Cultura 24_12_2022

Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini ha chiesto un prestito ai Musei Vaticani per poter proporre quest’anno, all’interno della tradizionale iniziativa Un capolavoro per Milano,  l’esposizione della raffinata predella della Pala Oddi. L’opera, piccola ma meravigliosa, raffigura l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al tempio dipinte dal giovane Raffaello (1483-1520), uno dei più grandi protagonisti del Rinascimento. La predella raffaellesca presenta un itinerario narrativo affascinante che ci cattura nello svolgimento delle tre scene: ci aiuta a riconoscere la ricchezza del mistero del Natale  nei suoi momenti più significativi.

L’Annunciazione ci appare in tutta la sua delicata e insieme  coinvolgente immediatezza. L’Angelo si avvicina a Maria quasi correndo, con movenze aggraziatissime e convincenti. La Madre di Gesù lo accoglie con moderato stupore ma intensa disponibilità, mentre legge, ma la mano levata e lo sguardo compreso non indicano turbamento, bensì desiderio di dialogo con colui che le porta l’annuncio sorprendente dell’iniziativa dell’Altissimo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?» (Lc 1,34). Maria non teme la proposta sconvolgente del Signore, crede all’Angelo e risponde con le parole più semplici e vere: ”Eccomi”. Nel dialogo muto, rappresentato con maestria da Raffaello, si vede chiaramente che “non ha paura di credere colei che non ha esitato a chiedere”. Anche noi, meditando la scena dell’Annunciazione, siamo invitati al dialogo con Dio per partecipare alla storia della salvezza. Imparando a fidarci di un Dio che vuole fare della vita di tutti un dono di libero amore.

L’Adorazione dei Magi di Raffaello, la seconda scena della predella, è coloratissima, per mostrarci il nuovo fulgore della vita, alla presenza del Salvatore nato per noi. Gli intrecci di personaggi, di volti adoranti e sorridenti costituiscono un insieme festante sotto lo sguardo dolce e pacato della Vergine e del bambino, seduto sulle sue ginocchia, con la mano attaccata a quella della madre. Pastori e re Magi insieme si protendono verso quel piccolo che è la Salvezza del mondo. La sacralità e brillantezza della scena sono accompagnate dalla cura dei dettagli di abiti e gesti, tra cui quella corona regale depositata a terra da un sovrano terreno, che riconosce in ginocchio chi è il vero Re del mondo. Quella del Figlio di Dio è la vera ricchezza, l’Amore che Egli dona a tutti gli uomini. L’invito è perciò ad incamminarsi verso di Lui.

La Presentazione al tempio è la terza scena proposta dall’Urbinate, rito a cui Gesù si sottopone, benché il Bambino non abbia certo bisogno di essere presentato al Padre. Ma qui è evidente che Cristo non è soltanto il Figlio di Dio, posto davanti al Signore, ma rappresenta anche la nostra umanità bisognosa di essere liberata dalle tenebre del peccato: Lui è il Salvatore del mondo. Il vecchio Simeone, che accoglie il Bambino con trepidazione,  comprende in modo misterioso il miracolo di Cristo presente davanti a lui e perciò esclama: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza”. Anche noi abbiamo bisogno di vedere e credere che Lui non può che essere l’amore in cui speriamo, il Padre di tutto e di tutti. Non possiamo dunque che essere grati al Museo Diocesano, che con Raffaello ci avvicina in modo affascinante al Mistero del Natale, con un allestimento quasi didattico davvero efficace che permette persino ai più piccoli di comprendere l’opera eccezionale di Raffaello.

Anche Palazzo Marino quest’anno ha voluto approfondire il messaggio del Natale con ben quattro opere, che arrivano da Firenze, raccolte sotto il titolo La Carità e la bellezza. In esposizione troviamo innanzitutto Carità, una scultura di grande impatto, del senese Tino di Camaino (1285-1337), un invito all’amore ben rappresentato da una donna che allatta due bambini. Si prosegue la visita ammirando un capolavoro del Beato Angelico (1395-1455), un prezioso tabernacolo-reliquiario con due scene fondamentali del mistero dell’Incarnazione: l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi. Nella predella, piccola ma curatissima, una Madonna con Bambino fra sante (ben dieci!, da Caterina da Siena a Sant’Orsola, tutte con i loro simboli di riconoscimento). Le cornici e lo sfondo dorati impreziosiscono un’opera davvero splendida, da contemplare nei particolari, per esempio soffermandosi su  quel giovanissimo e bellissimo Dio Padre, in azzurro, posto in cima sopra l’Annunciazione.

La Madonna con il Bambino di Filippo Lippi (1406-1469) e quella di Sandro Botticelli (1445-1510) sono degna conclusione del percorso. Lippi conferma la sua rinomata grazia in quell’abbraccio dolcissimo di Madre e Figlio, un Bambino guancia  a guancia con la mamma,  che la Vergine ci offre da una balaustra, perché possiamo adorare il Salvatore. Delicate anche le due medesime figure, la Madonna e Gesù dipinte da Botticelli, che però appaiono più distaccate, forse anche per il sorriso melanconico di Maria, presaga del destino doloroso di suo Figlio. Un ringraziamento sincero alla città di Milano, dunque, che con coraggio e convinzione ci mostra ancora in queste festività la bellezza del messaggio di salvezza del Natale. Andiamo a contemplarlo nella gioia della fede!