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IL CASO DELLE RAGAZZE DELL'EST

Donne e tv, il solito doppiopesismo italico

Trasmissione Rai fa battute sulle virtù delle donne dell'Est: pasionarie boldriniane e indignati in servizio permanente si stracciano le vesti. Viene chiuso seduta stante. Per le donne del Family Day umiliate da Mediaset invece nessuno si è mosso. Potere del politicamente corretto. 

Cinema e tv 21_03_2017

Bisogna riconoscere che alle ragazze dell’Est è andata parecchio bene. Per anni catalogate alla voce “bonazze in cerca di accasamento” dalla becera vulgata italica, sono balzate in un batter d’occhio nell’aurea categoria delle vittime del machismo italico. Prepariamoci a ondate di ospitate tv e storie strappalacrime. Abituiamoci alla creazione di una nuova specie protetta nel nome dell’autodeterminazione femminile, un genere letterario ad hoc, una fiction, fazzoletti rosa da sventolare e uno sdoganamento perché è “intollerante catalogarle solo come badanti”.

Che la Rai abbia deciso di chiudere un’insulsa e anonima trasmissione chiamata Parliamone sabato è fatto che non cambia di una virgola la giornata delle persone di buona volontà: ne ignoravamo l’esistenza ieri e non ci mancherà affatto domani. Così come non sembra il caso di sposare usque ad sanguinem il catalogo ridicolo dei sei motivi per cui scegliere una donna dell’Est che ha provocato la chiusura della trasmissione condotta da Paola Perego. Perché boutade ridicola è, era e resterà. E niente più.

Anche perché molte delle motivazioni erano piuttosto un complimento. Che cosa ci sia di sessista in “sono tutte mamme ma dopo aver partorito hanno un fisico marmoreo” è un mistero insondabile. Le altre “doti” erano così virtuose che sembravano uscite dal Siracide. Provare per credere. E se lo dice Eva Henger, la quale ci informa di non essersi offesa affatto e di portare persino il pigiama a letto, conviene crederci. Infatti la canea non è scoppiata per una rivolta di rumene e ungheresi violate.

Come sempre accade da noi, le indignazioni mediatiche nascono sempre per altri diversi dalle presunte vittime. Sembra quasi che a volere tutta la cagnara mediatica che ieri ha portato la notizia della chiusura del programma in home page di tutti i siti siano state le donne italiche, come invidiose comari di Bocca di rosa, che come erinni inviperite si sono scagliate sulle colleghe e sul loro momento di celebrità. 

Ma è evidente che la polpetta era ghiotta per scatenare dalla Boldrini in giù le vestali del femminismo autocratico nostrano. E mica solo la Boldrini che ha denunciato come ancora una volta le donne siano trattate come peluche e bla bla; anche parlamentari di lungo corso e personaggi dello spettacolo sono intervenute per bacchettare gli autori della trasmissione. Un coro unanime e compatto, veloce come una guerra lampo, potente come una falange di amazzoni della buon costume.

Ovviamente agli autori non è valsa la scusante della satira perché di fronte a questi affronti non c’è satira che tenga. Nella tv pubblica si può bestemmiare (fatto), dileggiare i politici pro family (fatto), fare sesso esplicito in orario protetto (fatto), indottrinare le masse in favore del simil matrimonio gay (fatto), ma non si può fare ironia sul gentil sesso.

Strana democrazia che impone i criteri morali e le indignazioni globali a seconda del peso che certe campagne raggiungono e non secondo un dettato interno che dovrebbe valere per tutti. Alle ragazze dell’Est è andata bene perché hanno avuto la fortuna di incontrare sul loro cammino donne irreprensibili e agguerrite pronte a difenderle dalle angherie del machismo televisivo; le stesse che magari scendono in piazza per l’utero in affitto, perché quello è un diritto e non uno sfruttamento del corpo femminile. Ma vabbè.

Meno fortunate sono state le molto più numerose famiglie italiane che sono scese in piazza al Circo Massimo e in Piazza San Giovanni per testimoniare la bellezza della famiglia, del matrimonio, dei figli naturali, della fedeltà. Sono milioni, ma la loro protesta non è riuscita a toccare le corde delle pasionarie boldriniane in servizio permanente. Così la richiesta di scuse a Mediaset per l’oltraggioso dito medio del fantoccio J-Ax e del bambinone Fedez al popolo del Family Day, è ancora ferma al palo, ignorata e vilipesa.

Eppure quel dito medio era rivolto ugualmente ad altre donne, madri, spose altrettanto casalinghe e fedeli. Ma nell'immaginario sono etichettate come nemiche del progresso. Potere del politicamente corretto che sceglie le donne, certe donne, da usare come patriot per i propri scopi, il più delle volte opposti alla valorizzazione dell’universo femminile e lascia le altre alla gogna.