Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Callisto I a cura di Ermes Dovico
intervista / p. Lydon

Dilexi te, un passaggio di consegne tra Francesco e Leone

Ascolta la versione audio dell'articolo

L'esortazione apostolica è un documento di transizione tra due pontificati, ma quanto c'è di Prevost nel testo preparato dal predecessore? A La Bussola parla il missionario canadese che ha condiviso dieci anni in Perù con l'attuale Pontefice.

Ecclesia 14_10_2025
Padre Lydon con l'allora vescovo Prevost

A prescindere dal giudizio su Dilexi te, il suo essere un documento papale di transizione tra Francesco e Leone XIV rende interessante un'analisi più approfondita. In questa prima esortazione apostolica del suo pontificato, dove si può trovare l'impronta di Prevost? Lo abbiamo chiesto a padre John Lydon, agostiniano canadese che ha vissuto con l'attuale Pontefice per dieci anni in Perù e che aveva conosciuto sin dai tempi degli studi alla Villanova University. Il missionario ha pubblicato lo scorso anno un volume sulla dottrina sociale della Chiesa con la prefazione dell'allora cardinale Robert Francis Prevost. Dopo l'elezione, il libro è stato tradotto in italiano col titolo La dottrina sociale della Chiesa. Da Leone XIII a Leone XIV ed edito da Castelvecchi.

Padre, questa esortazione apostolica è un progetto di Francesco al quale Leone XIV ha detto di aver aggiunto «alcune riflessioni». Lei che lo conosce bene: quali sarebbero queste riflessioni?
Sebbene non sia realmente possibile estrapolare citazioni esatte che siano più opera di papa Leone che di papa Francesco, direi che la presentazione molto organizzata dell'opzione della Chiesa per i poveri è chiaramente frutto della mentalità attenta e razionale dell'attuale Papa, più che del suo predecessore.  Questa, ovviamente, è una mia ipotesi, ma la vedo nella chiara presentazione.  Questo è un tema che conosco bene da molti anni, avendo lavorato e insegnato in Perù. Direi con una certa sicurezza che la sua trattazione dell'opzione preferenziale per i poveri è la riflessione migliore, più completa e meglio strutturata che si possa trovare in qualsiasi documento papale.

C'è un paragrafo sulla dottrina sociale cattolica. In qualità di esperto di spicco in materia, ci sono parti che ritiene degne di nota?
Papa Leone colloca la riflessione sulla dottrina sociale cattolica nel contesto del lungo esame della preoccupazione per i poveri che si riflette fin dagli inizi della comunità cristiana, e in effetti dalla riflessione biblica con il grido del popolo di Dio per la liberazione dall'Egitto. In quanto tale, fa parte di una lunga tradizione, ma ha una sua particolare originalità, che egli mostra nel trattare molti degli elementi di questa dottrina sociale.  Tre temi spiccano nei testi che egli sceglie di approfondire. Uno è l'esistenza di strutture di peccato che sono alla base della disuguaglianza nel mondo. I cristiani spesso pensano al “peccato” in termini personali. Tuttavia, come il Papa chiarisce molto bene (e cita i papi precedenti su questo tema), esistono strutture sociali ingiuste che possono essere chiaramente definite “peccaminose”. In secondo luogo, c'è il tema della proprietà privata. Nella tradizione cattolica questa non è mai stata intesa come un diritto assoluto, ma come qualcosa che comporta un obbligo sociale. Papa Leone lo chiarisce molto bene nel suo insegnamento. Ancora una volta, citando i suoi predecessori, egli mostra che questo non è un concetto nuovo, ma tra le molte cose che possono essere sottolineate nella Dottrina Sociale Cattolica, è degno di nota il fatto che questo tema riceva un'importante riflessione.  Infine, c'è la trattazione dell'opzione preferenziale per i poveri, che, come egli manifesta in modo eloquente, nasce prima nella dura realtà della povertà e della disuguaglianza latinoamericana, per poi entrare nel magistero universale dei Papi da san Giovanni Paolo II a Benedetto XVI e soprattutto in papa Francesco.

Crede che Dilexi te sia riuscita ad evitare di cadere nella sociologia, come spesso accade quando si parla di povertà?
Come ho detto sopra, credo che la sua trattazione dell'opzione preferenziale per i poveri sia la più chiara e approfondita di tutti i documenti papali. Mi rendo conto che è un'affermazione forte, ma penso che sia così. Come il Papa chiarisce abbondantemente, i poveri non sono una realtà “sociologica”, sono esseri umani, nostri fratelli e sorelle, uguali in dignità a tutti.  L'enfasi sul fatto che i poveri sono “soggetti” della propria storia e non “oggetti” di semplici atti di carità è un punto importante che va sottolineato, poiché evita qualsiasi critica sul fatto che questo documento cada nella sociologia. È una riflessione sulla realtà, illuminata dai valori del Vangelo, e una chiara manifestazione della volontà di Dio per noi.  È degno di nota il numero di volte in cui egli afferma che questa non è una scelta dei cristiani, ma è la pratica stessa di Dio nella nostra storia, sia nell'Antico Testamento, sia nella sua continuazione e compimento nella vita e nel ministero di Gesù.

C'è un paragrafo dedicato a sant'Agostino. Se lo aspettava? Sembra che il Papa non abbia paura di essere accusato di mostrare «preferenze» per il fondatore del vostro ordine...
L'inclusione di sant'Agostino nella riflessione sulla storia dell'impegno della Chiesa nei confronti dei poveri è chiaramente inserita qui grazie alla conoscenza che il Papa ha di sant'Agostino. La maggior parte degli esperti di patristica si concentra sulle principali opere teologiche di questo Dottore della Chiesa africano.  Quindi, conoscono e insegnano Agostino basandosi sui suoi scritti principali, come le Confessioni, La città di Dio, Sulla Trinità, ecc. In questi documenti, Agostino non mostra chiaramente l'opzione per i poveri. Tuttavia, Agostino è prima di tutto un pastore, quindi il “segreto” per comprendere la sua prassi vissuta si trova nelle sue omelie e nelle sue lettere. Papa Leone conosceva bene questo aspetto del pensiero agostiniano, ed è proprio questa prospettiva che mette in luce il punto di vista di Agostino sul mandato evangelico nei confronti dei poveri. È interessante notare che il testo biblico che sant'Agostino cita più di ogni altro nelle sue omelie è il capitolo 25 di san Matteo, che contiene l'insegnamento di Gesù sul giudizio universale, dove dice: «Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli e sorelle, lo avete fatto a me». Per Agostino, questo è il criterio principale per seguire Cristo. Quindi, non direi che qui ci sia una «preferenza» da parte del Papa, ma piuttosto il riconoscimento della necessità di includere il dottore più importante della Chiesa in un tema così importante come quello trattato in questa Esortazione Apostolica.

Questa esortazione apostolica mostra il grande rispetto che Leone XIV nutre per il suo predecessore. Potremmo dire che questo è il suo stile di governo? Non ama rompere con il passato, ma i suoi cambiamenti sono graduali. 
Questo documento cita papa Francesco più di 50 volte. Inoltre, papa Leone menziona specificamente che papa Francesco stava lavorando a questo documento. Si tratta innegabilmente degli insegnamenti di papa Leone, ma in chiara continuità con quelli di papa Francesco. Come detto sopra, vedo in questo documento il background logico e metodologico di papa Leone, che è uno stile diverso da quello del defunto papa Francesco. Tuttavia, l'insegnamento di base è in continuità con quello del Papa precedente. Dobbiamo ricordare che è stato papa Francesco a nominarlo vescovo a Chiclayo, in Perù, e poi a capo del Dicastero dei Vescovi. Quindi, il defunto Santo Padre sapeva cosa stava facendo quando ha elevato qualcuno che condivideva la sua visione del Vangelo e della Chiesa.



L'ESORTAZIONE APOSTOLICA

Dilexi te, Leone XIV pubblica l'ultimo documento di Francesco

10_10_2025 Nico Spuntoni

Presentata l'Esortazione apostolica sull'amore per i poveri lasciata in eredità dal suo predecessore. Fedele al suo stile papa Prevost mantiene l'impianto voluto da Bergoglio, aggiungendo soltanto alcune riflessioni personali. Il discusso contributo di monsignor Paglia.