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PROLUSIONE

Con il Papa la Cei attacca su divorzio, gay e gender

Dopo il Papa, anche la Cei va all'attacco contro l’ideologia gender, il divorzio breve e le unioni omosessuali. Il cardinale Angelo Bagnasco nel suo discorso di apertura all’assemblea generale ha pure ricordato il martirio dei cristiani: «Stare in silenzio davanti a questa carneficina», ha avvertito, «sarebbe diventarne conniventi».

Ecclesia 20_05_2015
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente Cei, e papa Francesco

Nel suo breve intervento di lunedì pomeriggio, in apertura della 68°Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana che si tiene nell'Aula Nuova del Sinodo fino a giovedì mattina, il Papa aveva esortato i vescovi, «come buoni pastori», a «uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l'identità e la dignità umana». Ieri mattina, è su questo punto che si è soffermata principalmente la ben più corposa Prolusione del cardinale Angelo Bagnasco (per il testo integrale clicca qui). 

Dopo aver ricordato il cruciale appuntamento del prossimo novembre, quando a Firenze si terrà il Convegno ecclesiale decennale (“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” è il tema), e aver speso parole riguardo la catastrofe sismica in Nepal, l'arcivescovo di Genova ha preso spunto dalla riforma della scuola in discussione per dire «no a una scuola dell'indottrinamento e della colonizzazione ideologica». Auspicando un «sistema italiano della pubblica istruzione nel quale sia la scuola statale sia le scuole paritarie vengano riconosciute a pieno titolo pubblico servizio», Bagnasco ha ricordato che «tra le modifiche approvate in Commissione al testo in questione vi è quella che prevede l'insegnamento della parità di genere in tutti gli istituti». Nient'altro che «l'ennesimo esempio di quella che Papa Francesco ha definito “colonizzazione ideologica”». 

Qui il presidente della Cei ha ricordato quanto il Pontefice disse nella conferenza stampa aerea di ritorno dalle Filippine, lo scorso gennaio: «Entrano in un popolo con un'idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un'idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura». Il fatto è che «l'educazione di genere», ha chiosato Bagnasco, «mira in realtà ad introdurre nelle scuole quella teoria in base alla quale la femminilità e la mascolinità non sarebbero determinate fondamentalmente dal sesso, ma dalla cultura». Altro punto dolente è quello che il porporato ha definito «disegno di legge delle cosiddette unioni civili e delle convivenze». A tal proposito, il presidente della Cei ha spiegato che non si tratta di discutere «le scelte individuali delle singole persone», ma di ribadire «la dottrina della Chiesa circa le situazioni oggettive, viste non solo attraverso l'occhio della fede e della Rivelazione, ma anche con l'occhio della retta ragione e dell'esperienza universale». 

Il problema del testo in discussione è che «ancora una volta conferma la configurazione delle unioni civili omosessuali in senso prematrimoniale. Tale palese equiparazione viene descritta senza usare la parola “matrimonio”, ma in modo inequivocabile», visto che s'afferma che «le disposizioni contenenti le parole “coniuge”, “coniugi”, “marito” e “moglie” si applicano anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso». E tale equiparazione, ha proseguito Bagnasco, «riguarda anche la possibilità di adozione, che per ora si limita all'eventuale figlio del partner», ma che in seguito «sarà estesa». E presto, ha aggiunto, «sarà legittimato il riscorro al cosiddetto utero in affitto, che sfrutta indegnamente le condizioni di bisogno della donna e riduce il bambino a mero oggetto di compravendita».

Importante ribadire il «diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva». A questo proposito, l'arcivescovo di Genova ha voluto riportare alla memoria il discorso che meno spazio ha avuto sui media dei tanti tenuti dal Papa nella sua visita a Napoli dello scorso marzo. Nel pomeriggio, sul lungomare partenopeo, Francesco infatti disse che «la cosiddetta teoria del genere è uno sbaglio della mente umana». Concetto ribadito meno di un mese dopo in udienza generale: s'era domandato, Bergoglio, «se la cosiddetta teoria del genere non sia anche una espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa confrontarsi con essa». 

Nel mirino della prolusione di Bagnasco è finito anche il divorzio breve. «Si puntava sul divorzio lampo e su questo si ritornerà non appena i venti saranno propizi». L'interrogativo da porsi – seppur a cose ormai fatte – è se «sopprimere un tempo più disteso per la riflessione, specialmente in presenza di figli», sia «proprio un bene». Anche qui, il rimando alle parole del Papa, che sempre in udienza generale ebbe a dire (solo poche settimane fa) che «quando si tratta dei bambini che vengono al mondo, nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo costoso e troppo grande pur di evitare che un bambino pensi di essere uno sbaglio».