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UCRAINA

Attacco ai bombardieri russi, Mosca umiliata ma la guerra non cambia

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L'attacco ucraino del 1° giugno con i droni contro 5 basi militari russe, seppure con un bilancio ridimensionato rispetto alle prime notizie, rappresenta un rovescio grave soprattutto reputazionale, ma di nessun impatto sulle operazioni lungo il fronte dove i russi continuano ad avanzare.

Esteri 03_06_2025

Il Servizio di sicurezza interna ucraino (SBU) ha annunciato il 1° giugno di aver effettuato un'operazione contro l'aviazione strategica russa affermando che nell’Operazione Spider Web «il 34 per cento dei vettori missilistici da crociera strategici presso i principali aeroporti russi è stato colpito» per «un costo totale dei danni alle attrezzature russe che ammonta presumibilmente a 7 miliardi di dollari».

In precedenza l’SBU aveva riferito che nell'operazione «sono stati distrutti 41 bombardieri con danni per oltre due miliardi di dollari». L'operazione è stata effettuata con 117 droni quadricotteri nascosti per lungo tempo sotto tettoie di case prefabbricate in legno prima di venire armati e caricati a bordo di container imbarcati su camion per raggiungere la prossimità degli obiettivi.
L’SBU ha poi ridimensionato il bilancio dell’attacco a 8 aerei colpiti nelle basi aeree di Belaya e Olenya: 5 bombardieri Tupolev Tu-95MS, 2 bombardieri Tupolev Tu-22M3 e un aereo da trasporto.

Canali ucraini hanno corretto ulteriormente il bilancio riferendo che sarebbero stati distrutti o danneggiati 4 Tu-95, un aereo da trasporto e fino a 5 Tu-22M3. Il danno subito dai russi, pur se grave, sarebbe più limitato di quanto annunciato, tenuto conto che la Russia dispone di una flotta di 130 bombardieri di cui forse una decina distrutti o danneggiati. 

Delle 5 basi russe prese di mira, a quanto pare solo in due l’attacco dei droni ha avuto successo.:
- Belaya nella regione di Irkutsk, nella Siberia Orientale, 4.300 chilometri dal confine ucraino, che ospita bombardieri Tu-95MS e Tu-22M3 oltre ad aerei radar A-50 (attacco confermato da Mosca),
- Olenya, nella regione di Murmansk, base di rischieramento per i bombardieri, 2mila chilometri dal confine ucraino (attacco confermato),
- Ukrainka, nella regione dell'Amur (attacco fallito, il camion con i droni a bordo è stato bruciato sulla strada),
- Dyagilevo, nella regione di Ryazan, utilizzata da bombardieri Tu-22M3 e Tu-160 (attacco respinto dalla difesa aerea),
- Ivanovo, base di rischieramento dei bombardieri nella regione di Ivanovo (confermate solo esplosioni nel cielo e difesa aerea in azione).

Anche se fanno parte delle forze aeree strategiche impiegabili per attacchi nucleari, i bombardieri russi sono utilizzati ogni notte o quasi per lanciare missili da crociera contro l'Ucraina. L’attacco alle basi aeree è stato anticipato il 1* giugno dal lancio di missili da crociera Storm Shadow contro obiettivi russi nella regione di Lugansk e dal sabotaggio di ponti e linee ferroviarie nelle regioni russe di Bryansk e Kursk.

Poche ore prima dei sabotaggi ferroviari, nella notte tra il 31 maggio e il 1° giugno, i russi avevano effettuato il più grande attacco di droni in profondità contro il territorio ucraino (obiettivi militari e industriali) dall'inizio della guerra impiegandone 472, oltre a 7 missili da crociera mentre un missile probabilmente un balistico Iskander ha colpito nella regione di Sumy un centro di addestramento provocando almeno 12 morti e 60 feriti tra i soldati ucraini. Probabilmente molti di più considerato che il comandante delle forze terrestri ucraine, generale Mikhailo Drapaty, già posto sotto accusa per episodi simili, ha rassegnato le dimissioni.

Non è la prima volta che i bombardieri russi vengono presi di mira dai droni ucraini dopo che due anni or sono un attacco di piccoli droni distrusse un Tu-22M3 in un aeroporto nella regione di Novgorod mentre alcuni Tu-95 vennero danneggiati da un drone nella base aerea di Engels già nel dicembre 2022.

Quello del 1° giugno è stato però l’attacco più letale contro i bombardieri russi. I blogger militari russi lamentano, oltre alle carenze dell’intelligence, la mancata realizzazione di rifugi anti drone in grado di ospitare anche i grandi bombardieri.
Appare evidente che per la Russia si è trattato di un rovescio grave sul piano militare e reputazionale ma non decisivo e di nessun impatto sulle operazioni lungo il fronte dove le crescenti difficoltà ucraine sono evidenziate dai continui successi russi in quasi tutte le regioni.

Non è certo casuale che l’attacco sia stato effettuato 24 ore prima dei colloqui tra le delegazioni russa e ucraina che si sono tenuti ieri in Turchia senza determinare nessuna intesa significativa se non ulteriori scambi di prigionieri e restituzioni dei corpi dei caduti in battaglia.

Mentre gli USA si sono smarcati da ogni coinvolgimento nell’attacco ucraino, di cui la Casa Bianca ha smentito di essere stata informata, appare molto probabile che gli ucraini abbiano ottenuto supporto d’intelligence e satellitare dai britannici per pianificare e mettere a segno l’attacco.
Non a caso ieri mattina il premier britannico Keir Starmer ha descritto l'attacco come una dimostrazione del fatto che Kiev continua a combattere contro la Russia, «non è sconfitta» e dispone ormai di «una delle più temprate forze combattenti d'Europa».

Ieri anche il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato in Lituania che il percorso dell'Ucraina per far parte della NATO è «irreversibile» ma «non c'è una data di scadenza».
«A Washington c'era un chiaro impegno da parte di tutti i trentadue Alleati, ovvero che esiste un percorso irreversibile per l'Ucraina verso la Nato: non con una data di scadenza, non interpretandolo come parte di un accordo di pace, ma chiaramente come un impegno a lungo termine da parte di tutti».
Le dichiarazioni di Rutte contraddicono quanto espresso dagli Stati Uniti e da diversi altri stati membri dell’Alleanza e sembrano espresse ad hoc per negare a Mosca una delle condizioni che ha posto per negoziare.



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