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ANGELI & DEMONI

Abusi in Val d'Enza, mamma assolta: la vittima è la famiglia

Dopo sette anni di calvario, una mamma è stata assolta dall'accusa di aver partecipato agli abusi sulla figlia di dieci anni commessi dallo zio disturbato psichico. Nel frattempo però, i Servizi Sociali della Val d'Enza della Anghinolfi le hanno fatto togliere la potestà genitoriale, confezionando una relazione con la Hansel & Gretel in cui veniva accusata dalla figlia. Ma quell'accusa si è rivelata senza riscontri e ora la perizia finirà nell'inchiesta Angeli & Demoni sul sistema illecito di affidi di Bibbiano. L'avvocato della donna alla Nuova BQ: «Ha ottenuto giustizia, ma la sua vita è devastata, ha divorziato e da anni non sa nulla della figlia». Una bambina con problemi, una mamma innocente e una famiglia distrutta: «I Servizi dovevano aiutare le famiglie in difficoltà a risollevarsi, non distruggerle». 

Attualità 05_06_2020

Sette anni lontano dalla figlia strappatale ingiustamente dopo una relazione dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza. 7 anni di calvario: una famiglia devastata. Adesso, provare a ricostruire sarà difficile, ma è l’unico obiettivo rimasto a una donna della Bassa emiliana che ha affrontato sette anni di un procedimento con un’accusa devastante sul capo: concorso in violenza sessuale sulla figlia di appena dieci anni. Sarebbe stata lei – secondo la ricostruzione emersa dalle sedute di psicoterapia della dottoressa Bolognini della Onlus Hansel & Gretel cui si appoggiavano i servizi sociali diretti da Federica Anghinolfi  – a legare la bambina al letto mentre lo zio, il fratello di lei con problemi psichici, abusava di lei.

Invece le accuse alla madre non erano vere, ma ci sono voluti sette lunghissimi anni per dare ragione anche alla donna che mercoledì si è vista riconoscere la sentenza più agognata:  il proscioglimento con formula piena.

«Adesso si potrà riprendere la sua vita, la sua dignità e con le dovute accortezze, potrà tornare a fare la mamma», spiega il legale della donna, l’avvocato Barbara Campani del foro di Reggio Emilia. Già, la bambina di allora oggi è diventata una ragazzina di quasi 17 anni. «Ma non sappiamo dove sia – dice alla Nuova BQ il difensore -, la mamma non la vede dal 2013. In questi anni ha dovuto affrontare un divorzio lacerante ed è andata via dalla Bassa».

In questa storia ci sono tre vittime: una è la bambina, vittima di abusi da parte dello zio, ma che si è vista di punto in bianco strappata della mamma e degli affetti più cari, il padre, i nonni, il fratello per essere sballottata qua e là negli affidi famigliari. Dopo un incidente probatorio, per lei non c’è stata altra possibilità di poter chiarire meglio quelle accuse alla madre uscite nel corso di una seduta di psicoterapia.

Come seconda vittima c’è lei, questa mamma coraggio che non ha mai smesso un secondo di gridare la sua innocenza. Ora, quella relazione dei Servizi Sociali, smontata pezzo per pezzo dal presidente del collegio giudicante Simone Medioli Devoto, tribunale di Reggio, e prim’ancora dalla Procura di Reggio che aveva chiesto il proscioglimento con formula piena per la donna, finirà nell’inchiesta Angeli & Demoni come nuovo elemento di indagine a carico del sistema sugli affidi illeciti che ha sconvolto un anno fa il Comune di Bibbiano e che ora, al giro di boa del primo anno, si avvia verso il rinvio a giudizio. La terza vittima è la famiglia. «Una famiglia difficile, con diverse problematiche, che meritava di essere aiutata e non distrutta sulla base di accuse infondate», aggiunge la professionista.

I fatti hanno avvio in Val d’Enza nel 2013. La piccola racconta a scuola di violenze da parte dello zio. Si mette in moto la “macchina” dei servizi sociali. Una volta entrata sotto la tutela legale della Anghinolfi che si avvale delle consulenze del centro Hansel & Gretel, la bambina inizia a coinvolgere altri: «Il padre, gli amici, i nonni e la madre. Collegamenti inverosimili che portano gli inquirenti ad abbandonare la pista. Per tutti ma non per la madre, che viene così privata della potestà genitoriale e successivamente rinviata a giudizio nel filone processuale dello zio».

Nel frattempo, riconosciute le violenze, lo zio viene però prosciolto perché ritenuto incapace di intendere e di volere, ma la mamma, che non ha scelto alcun rito abbreviato prosegue il suo calvario giudiziario: «Al dibattimento vengono sentite tante persone, tanti soggetti medici, terapisti e arriviamo a una certezza: la donna è estranea a tutto. Le rivelazioni di allora della bambina, pronunciate in un contesto fortemente viziato da deficit cognitivi della piccola, sono state prese per oro colato dai Servizi e su questo si è imbastito il processo. Ma nei pochi incontri protetti fatti prima che la piccola sparisse del tutto, era felice di vedere la mamma e non erano emersi mai problemi».

La donna ha appreso della sentenza a lei favorevole al telefono, dall’avvocato: «Piangeva, certo. Ora, a seguito di quanto accaduto ha problemi cardiaci, ha affrontato un divorzio molto doloroso ed è devastata. Ma non ha commesso l’orribile reato che le veniva contestato e da questo ora ricominceremo per ridarle tutta la dignità che merita di riavere».

Ora, di quella relazione e delle perizie svolte sulla piccola, se ne occuperà la Procura nel filone dell’Inchiesta Angeli & Demoni, ma una cosa è certa e sembra confermare le linee già emerse con gli altri casi di bambini strappati ai genitori sulla base di accuse inventate o gonfiate. Il sistema Bibbiano aveva come principale nemico la famiglia. Famiglie fragili, problematiche, spesso in crisi con genitori con limiti educativi, che però dovevano essere aiutati in tutti i modi e non affossati ancora di più fino a privarli dell’affetto dei figli.