Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giovanni Paolo II a cura di Ermes Dovico
piacenza

A scuola di magia e streghe: e il vescovo fa cassa

Ascolta la versione audio dell'articolo

Si avvicina Halloween e un'agenzia propone l'Accademia di stregoneria in una villa di proprietà della Diocesi di Piacenza. I fedeli protestano e il vescovo tace. E la Chiesa alza le mani: «Gli organizzatori garantiscono che non è esoterismo». E se lo dicono loro...

Ecclesia 22_10_2025

Ormai è una tassa più puntuale dell’Iva: si avvicina la vigilia di Ognissanti puntualmente si scopre che Halloween fa capolino in una qualche struttura religiosa sparsa per il Bel Paese. Stavolta capita in Diocesi di Piacenza dove da venerdì incomincerà l’Accademia di stregoneria che si terrà in una struttura di proprietà della Chiesa.

Siamo a Pontenure, nella provincia emiliana, e nella splendida cornice di Villa “La Bellotta” si svolgerà una tre giorni tutta dedicata a imparare l’arte della magia e della stregoneria. Ma la location in questione è di proprietà dell’Opera diocesana per la preservazione della fede, struttura che fa capo alla Chiesa piacentina e che serve principalmente per ritiri spirituali.

Così in occasione di “Halloween” quest’anno si apriranno le porte anche ad altre iniziative. Anche per fare cassa, dato che l’affitto della struttura va a beneficio della Diocesi di Piacenza-Bobbio.

La Diocesi, in pratica, fa cassa con corsi di stregoneria in cui accalappiare giovani gonzi alla ricerca delle arti magiche, i quali dovranno pure pagare fior di euro per partecipare a questa pagliacciata che nasconde un’evidente passione per l’occulto e l’esoterico.

100 posti disponibili, 30 animatori, 380 euro il prezzo base e persino le politiche family friendly con lo sconto ai fratelli che pagheranno 290 euro. Il costo include il noleggio della cappa, la cravatta, la bacchetta magica, pernottamento e la colazione oltre all’animazione no stop che sul sito dell’organizzatore “Malastrana eventi” di Gallarate (un nome, un programma), viene descritta così: «Le matricole, che dovranno avere più di 18 anni, vivranno 3 giorni di studio delle arti della Magia e di aggregazione all’interno di un’emozionante avventura. Le giornate saranno scandite da Lezioni di Incantesimi, Laboratori di Pozioni, Classi di Divinazione, esercitazioni di Arte della Difesa Magica per conseguire il diploma di mago provetto».

Per la verità, la prima notizia è che ci siano giovani già maggiorenni così terribilmente vuoti di vita da poter desiderare una tre giorni all’insegna della paccottiglia superstiziosa di streghe e maghetti. Ma la seconda notizia è che la Diocesi non si sia fatta alcuno scrupolo nel bloccare l’iniziativa in casa sua, neppure dopo che alcuni sacerdoti, avvisati dal tam tam social, hanno scritto lettere accalorate indirizzate al vescovo monsignor Adriano Cevolotto. Lettere che avevano su per giù il tenore di impedire che la Chiesa piacentina si prestasse ad una operazione commerciale, che strizza così grossolanamente l’occhio all’occulto.

Accanto alle proteste di preti e fedeli, si è alzata persino una petizione promossa da Pro Italia Cristiana che ha ricordato le basi del Catechismo della Chiesa Cattolica: «Tutte le forme di divinazione sono da respingere» e «tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte, per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo sono gravemente contrarie alla virtù della religione».

Se poi si pensa che la stessa Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna nel 2013 mise a punto un documento dove, a proposito di «divinazione, magia, occultismo, spiritismo», si diceva chiaramente che «la Chiesa non accetta tutto ciò», si comprende come in dieci anni anche la Ceer che fu guidata da vescovi del calibro di Carlo Caffarra sia scivolata verso il nulla cosmico.

A questo punto la Diocesi avrebbe il dovere di intervenire, ma come spesso capita quando i vescovi si trovano a dover dirimere questioni spinose come queste, si fa finta di niente. Ufficialmente non è stato diffuso alcun comunicato stampa, però il vicario don Giuseppe Basini, ha risposto ai tanti che si sono lamentati con una posizione un po’ pilatesca. Secondo quanto appreso dalla Bussola, infatti, il sacerdote, a nome evidentemente del vescovo, ha rassicurato i fedeli protestatari con motivazioni piuttosto risibili, per non dire altro: «Gli organizzatori ci hanno rilasciato una dichiarazione scritta nella quale assicurano che “l’iniziativa non ha alcun contenuto esoterico né prevede riti o pratiche “magiche” di qualsivoglia natura…contrarie alla fede o alla ragione”».

Bella forza: se lo dicono loro, a noi va bene. Il riferimento è ad una lettera, di cui la Bussola è entrata in possesso (leggi QUI), nella quale su carta intestata “Malastrana eventi senza tempo” si ribadisce che «l’iniziativa non ha alcun contenuto esoterico né prevede riti o pratiche “magiche” di qualsivoglia natura; si tratta invece di un progetto di edutainment ispirato al noto ciclo letterario e cinematografico di “Harry Potter”». Ma quindi, se non è magia allora l’accademia che senso ha? Non è che per caso è un modo come un altro di spillare dei soldi alla gente con qualcosa di educativamente pericoloso, soprattutto se svolto in un contesto cattolico come quello dell’Opera preservazione della fede, che comunque, almeno in questo caso, non è che ci faccia una bella figura circa il rispetto della sua mission aziendale. Chissà mai che fede viene preservata se si lascia spazio a bacchette magiche e pozioni misteriose?

Ma tant’è.

Pressapochismo e cedimento al mondo sono all’ordine del giorno. Uniti al fatto che pecunia non olet, del resto. La diocesi, ha poi fatto sapere che incaricherà un sacerdote il quale valuterà personalmente la qualità educativa della proposta e «se il suo giudizio non sarà positivo o suscettibile di qualche perplessità, in futuro il Centro pastorale “Bellotta” eviterà di accogliere questo genere di iniziative». Sai che sollievo. Intanto, però le streghe entrano in scena almeno per quest’anno, perché di cancellare l’evento non se ne parla neanche, né la Diocesi ha mai pensato di farlo.

Ma è solo l’ultimo dei problemi. Il problema che nessuno sembra vedere dalle parti del vescovado è che per giudicare se una cosa è buona o no, in questo caso se c’è dell’esoterico o no, non lo valuta il pastore della diocesi, ma se lo fa dire dai promotori dell’evento, i quali hanno tutto l’interesse per minimizzare qualunque tipo di problematica, pronti ormai a fare il loro ingresso con tutto il loro armamentario dell’occulto. E di questa negligenza, nessuno, chiederà conto al vescovo in questione.