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in odium fidei

Venti nuovi martiri e tre forme di martirio

Beatificati ieri a Siviglia Manuel González-Serna Rodríguez e 19 sacerdoti, seminaristi e laici uccisi durante la Guerra civile spagnola.

Borgo Pio 20_11_2023

Beatificati ieri a Siviglia il sacerdote Manuel González-Serna Rodríguez e 19 compagni di martirio. Il rito è stato celebrato dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.

Si tratta di uomini e donne, sacerdoti, seminaristi e laici, sposati e celibi, che nel 1936 subirono la morte in odium fidei per mano dei miliziani comunisti durante la Guerra civile spagnola, «in un contesto di odio anticristiano sfociato in una violentissima persecuzione», ricorda il decreto sul martirio, «tale da coinvolgere l’intero territorio spagnolo. Edifici religiosi e monasteri, capolavori di arte e suppellettile liturgica,  tesori archivistici e antiche memorie popolari furono distrutti; ma, soprattutto, vennero condannati a una morte ingiusta e violenta molti pastori, religiosi e laici cristiani».

Durante l'omelia il card. Semeraro ha ricordato che uno dei nuovi beati, «Miguel Borrero Picón, al momento del martirio volle indossare la talare per mostrare pubblicamente la propria identità», e che «durante la prigionia, il sacerdote Juan María Coca Saavedra, durante i cinque giorni di prigionia esercitò il ministero della riconciliazione; altri, poi, pregavano e si confortavano a vicenda, esprimendo anche parole di perdono per i loro uccisori». 

Il cardinale ha quindi evocato tre forme di martirio commentando un antico inno in onore dei martiri: «La prima è pro fide mortis passio, ossia il subire la morte a motivo della fede cristiana; il secondo martirio che un fedele cristiano è chiamato a vivere è la inuriae remissio, ossia il perdonare le offese. La terza forma di martirio che l’antico inno mette sotto i nostri occhi è la proximi compassio, ossia la misericordia».