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Islam

Una famiglia cristiana aggredita in Bangladesh dai vicini di casa musulmani

Dopo aver acquistato nel villaggio di Sarakdanga un terreno, gli aggressori vogliono annettere la proprietà confinante in cui vive da generazioni una delle due famiglie cristiane del villaggio

Appartenere a una minoranza religiosa può essere molto difficile quando mancano le necessarie tutele. In Bangladesh, dove quasi il 90 per cento della popolazione è di fede islamica, nel villaggio di Sarakdanga che fa parte della parrocchia di Chandpukur vivono solo due famiglie cristiane. Il 24 aprile i componenti di una delle due famiglie sono stati aggrediti brutalmente dai nuovi proprietari, musulmani, di un lotto di terra confinante con il loro. È stato un atto di intimidazione. Gli aggressori vogliono infatti acquisire anche il terreno che è di proprietà della famiglia cristiana da generazioni. La moglie del capofamiglia, Salina Baska, ha raccontato: “hanno distrutto la nostra unica casa di fango, hanno distrutto il tetto di lamiera, razziato riso, cibo, ogni cosa di valore. Hanno anche picchiato me e mio marito e perfino i miei bambini”. Invece di intervenire, la polizia ha chiesto del denaro ai cristiani e ancora non ha arrestato gli aggressori che adesso minacciano la famiglia cristiana per indurla a ritirare la denuncia. “Essere cristiani e minoranza è un problema – spiega la donna cristiana – se i musulmani vogliono, possono impossessarsi dei nostri terreni, occuparli in modo veloce e facile. Ma non perdiamo la speranza e lotteremo per tenere la nostra terra”. Padre Belisario Ciro Montoya, parroco di Chandpukur e missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) ha spiegato ad AsiaNews che le due famiglie sono terrorizzate. “hanno validi documenti di proprietà – dice – la mia richiesta alle autorità locali è che sia loro garantita sicurezza, venga riparata la loro casa e siano compensati dei danni subiti”. Tutti i cristiani della parrocchia di Chandpukur sono tribali e quasi tutti sono molto poveri. Succede spesso che siano vittime della maggioranza musulmana.