Ucraina, i tre piani di pace rischiano di far continuare la guerra
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Il piano americano in 28 punti è giudicato positivamente dai russi, ma non piace all’UE, la cui controproposta non ha alcuna possibilità di essere accettata da Mosca. USA e Ucraina sono al lavoro su una terza bozza. Ma tutte queste divisioni non favoriscono la fine della guerra.
- Un accordo solo se prevale il senso del realismo, di Riccardo Cascioli
Il piano di pace per fermare la guerra in Ucraina presentato dagli Stati Uniti e con ogni evidenza messo a punto congiuntamente con la Russia, in seguito ai colloqui tra l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff e l’inviato russo Kirill Dmitriev, sembra essersi moltiplicato al punto che ora le proposte sul tavolo sono almeno tre. Com’era prevedibile, il piano americano in 28 punti è stato giudicato positivamente dai russi. In una telefonata con Recep Tayyip Erdogan, Vladimir Putin ha detto che «queste proposte, nella versione che abbiamo visionato, sono coerenti con le discussioni del summit in Alaska e, in linea di principio, possono formare la base per un accordo di pace finale».
Del resto, tra i punti salienti, il piano prevede che i russi si annettano Crimea, Lugansk e Donetsk con il ritiro delle truppe ucraine da quel 10 per cento di quest’ultima regione che ancora controllano mentre nelle regioni di Kherson e Zaporizhia (attualmente in mano ai russi rispettivamente per il 76 e 80 per cento), è previsto che i russi si tengano le aree sotto il loro controllo al momento della firma dell’accordo. Il piano di Washington prevede che l’Ucraina voti un nuovo presidente e un nuovo parlamento entro cento giorni, che non entri nella NATO e che l’alleanza lo metta nero su bianco. Inoltre, non potrà ospitare truppe alleate (velivoli europei verrebbero schierati in Polonia a garanzia della neutralità ucraina) e disponga di forze militari limitate a 600.000 militari privi di armi in grado di colpire la Russia.
La ricostruzione postbellica dell’Ucraina verrà finanziata, sotto controllo statunitense, da cento miliardi provenienti dagli asset russi (in cambio Mosca tornerebbe nel G8 e vedrebbe rimosse le sanzioni) e altrettanti forniti dall’Europa, mentre lo stop all’ampliamento a est della NATO costituirebbe la migliore garanzia contro nuovi attacchi russi, i quali si ritirerebbero dalle porzioni di territori ucraini sotto il loro controllo nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Dnipropetrovsk.
Il piano sembra quindi soddisfare la gran parte delle richieste che Mosca ha sempre avanzato e del resto Donald Trump nei giorni scorsi ha ribadito che l’Ucraina «non ha le carte» per dettare condizioni e si è mostrata ancora una volta ingrata nei confronti degli USA, accusando gli europei, critici nei confronti del piano statunitense, di «continuare ad acquistare petrolio dalla Russia».
Gli europei, visibilmente irritati da un piano che prevede la sconfitta di Kiev, hanno reagito presentando un loro piano, finora ignorato da russi e statunitensi: il piano attribuisce a Kiev la possibilità di mantenere sotto le armi 800.000 militari senza limiti di armamento e di decidere con i partner della NATO un suo eventuale ingresso nell’alleanza, nega le cessioni territoriali alla Russia e riconosce la sovranità ucraina, cioè la sopravvivenza dello Stato, sancita peraltro anche dal piano statunitense. Il piano europeo prevede un immediato cessate il fuoco sulla linea attuale del fronte per poi dare vita a negoziati, ribadendo quindi un punto che i russi hanno sempre bocciato.
La proposta dell’Unione Europea, che prevede di utilizzare i fondi russi congelati per ricostruire l’Ucraina, non ha alcuna possibilità di essere accolta da Mosca poiché nega le condizioni poste da sempre dai russi e sembra ignorare la situazione militare che vede i russi avanzare ormai su tutti i fronti: Pokrovsk e Kupyansk sono cadute, i russi sono penetrati nelle altre roccaforti di Seversk, Kostjantynivka e Lyman e avanzano a spron battuto a Zaporizhia. Il limite della proposta europea è infatti il suo totale distacco dalla realtà, con la pretesa di far pagare a Mosca i danni di guerra che solitamente ricadono sugli sconfitti, non sui vincitori. Il piano europeo per la pace in Ucraina pubblicato sui media è giudicato da Mosca «non costruttivo», come ha affermato il consigliere per la politica estera di Putin, Yuri Ushakov.
Il terzo piano è invece quello che sembra emergere dai colloqui ucraino-americani di Ginevra e di cui non sono noti molti punti salienti. Gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno trovato un'intesa su un nuovo accordo di pace in 19 punti, lasciando però al presidente americano Donald Trump e al suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky le decisioni sui punti più sensibili dal punto di vista politico, ha rivelato il Financial Times, che cita il viceministro degli Esteri ucraino, Sergiy Kyslytsya. In precedenza Washington aveva fatto pressioni su Kiev affinché accettasse una proposta. Kyslytsya ha detto al quotidiano finanziario che l'incontro è stato «intenso» ma «produttivo» e ha portato alla stesura di una bozza di documento completamente rivista che ha lasciato entrambe le parti con un senso di «ottimismo». Dopo ore di difficili trattative, le delegazioni statunitense e ucraina hanno raggiunto un accordo su varie questioni, ma non hanno per il momento toccato i punti più controversi, tra cui le questioni territoriali e le relazioni tra NATO, Russia e Stati Uniti. I delegati ucraini hanno infatti comunicato di «non avere il mandato» per prendere decisioni sulle cessioni territoriali, che secondo la Costituzione ucraina richiederebbero un referendum nazionale.
Parlando del piano americano, Kyslytsya ha affermato che «della versione originale è rimasto ben poco», spiegando che «è stata fissata una solida base di convergenza e su alcuni punti c'è margine per un compromesso, il resto richiederà decisioni da parte dei leader». «Un piano di 28 punti nella forma in cui tutti l'hanno visto non esiste più. Alcuni punti sono stati tolti, alcuni cambiati. Nessun commento avanzato dalla parte ucraina è rimasto inascoltato», ha spiegato il consigliere del capo del gabinetto della presidenza Ucraina, Oleksandr Bevz, confermando le rivelazioni di Kyslytsya al Financial Times.
Resta però evidente che i 19 punti che hanno raccolto l’apprezzamento di Kiev dovranno risultare graditi anche a Mosca e questo non sarà possibile se non saranno sancite le concessioni territoriali, la demilitarizzazione e la neutralità dell’Ucraina. Del resto, il tempo gioca a favore di Mosca in termini politici, economici e militari, ambiti in cui l’Ucraina sembra essere ormai alle corde e anche l’UE mostra gravi difficoltà.
Ieri, sull’onda del piano di pace statunitense, il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam è sceso per la prima volta negli ultimi 18 mesi sotto i 30 euro/MWh e l’energia a prezzi contenuti dovrebbe costituire una priorità per l’Europa che oggi è la regione industrializzata del mondo a pagarla più cara.
Il nuovo piano di pace (segreto) di Trump per l'Ucraina
Un piano di pace in 28 punti per porre fine alla guerra in Ucraina. Trump vi starebbe lavorando da tempo, in segreto. E le possibilità di arrivare al cessate il fuoco sono più concrete. Salvo impedimenti politici a Kiev e in Europa.

