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PAKISTAN

«Shahbaz Bhatti santo» Iniziativa della diocesi

Il vescovo di Multan in Pakistan ne parlerà a giorni ai suoi confratelli.
La Fédération Pro Europa Christiana mobilita i fedeli al suo fianco.

Attualità 14_03_2011
Shabaz Bhatti

 

«Voglio vivere per Cristo e voglio morire per Lui». Oramai queste parole-testamento di Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano per le Minoranze barbaramente assassinato a motivo della sua fede da un ultrafondamentalista islamico, hanno fatto il giro del mondo e sono diventate giustamente famose. Suggellano una vita intera spesa a servizio della verità e davvero degli ultimi - i cristiani, in Pakistan - e “canonizzano” una morte che ha già le stigmate del martirio

Ovvio, non è la gente né tantomeno l’onda del sentimento - pur legittimo - e nemmeno della commozione - più che legittima - a elevare i cristiani agli onori degli altari. Ma le circostanze in cui il ministro Bhatti ha perso la vita sono di una evidenza stringente. E sempre, nella storia della Chiesa, la fama di santità si diffonde prima nel popolo, anzi fra le persone direttamente coinvolte, e solo dopo sale la scala della gerarchia. Nel caso del martirio, poi, e del martirio pubblico, è ancora più così. Così la pensa del resto mons. Andrew Francis, vescovo di Multan, in Pakistan, che alla canonizzazione di Bhatti ci ha pensato seriamente subito e che presto ne parlerà ai propri confratelli nell’episcopato e quindi al Santo Padre.

Ora, tutti i cristiani possono però cooperare attivamente a questa importanza iniziativa, facendo per di più pervenire a mons. Francis, e al resto del clero pakistano, il sostegno e il conforto della comunione dei fedeli in un frangente che immaginiamo non debba proprio essere dei più semplici.

A sostegno dell’iniziativa del presule è infatti attiva via Internet una campagna di solidarietà promossa dalla Fédération Pro Europa Christiana di Bruxelles che chiede ai cybernauti cristiani di sottoscrivere una lettera di sostegno redatta in diverse lingue e indirizzata al vescovo Francis. Una lettera che dice così: «L’Assemblea Generale dei Vescovi Cattolici del Pakistan , che si riunirà prossimamente dal 20 al 25 Marzo a  Multan, Punjab, prenderà in esame la proposta di Vostra Eccellenza di sottomettere formalmente alla Santa Sede la richiesta di dichiarare martire l’uomo politico cattolico Shahbaz Bhatti. Noi sottoscritti appoggiamo pienamente l’iniziativa e la convinzione di V.E. che “Bhatti è un uomo che ha dato la sua vita per la sua fede cristallina in Gesù Cristo". Uniamo quindi le nostre voci alla chiamata di V.E. perché venga ufficialmente riconosciuto il suo martirio. Shahbaz Bhatti merita infatti l’onore degli altari a causa della sua perseverante disposizione a rendere testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana fino alla morte, affrontando questa eventualità con molteplici atti di fortezza (Catechismo della Chiesa Cattolica  #2473). Questo si dimostra chiaramente dai suoi scritti e dalle testimonianze che sono documentate su Internet, nonché dei resoconti dell’assassinio apparsi sulla stampa di tutto il mondo.
Canonizzando Shabaz Bhatti la Chiesa presenterebbe un modello di eroismo e di grande lealtà ad essa in condizioni di persecuzione e di agitazione politica – così palesi oggi in tanti paesi del mondo -  e darebbe un segno della sua amorosa sollecitudine verso i suoi devoti figli e figlie, discriminati e perseguitati a causa della loro fedeltà agli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo».


Se l’episcopato pakistano portasse avanti questa importante iniziativa Shahbaz Bhatti diverrebbe così il primo martire cristiano di quel tormentato Paese.