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EDITORIALE

Romeo e Giulietta, una coppia sospetta di... omofobia

Non c'è una legge sull'omofobia eppure già funziona perfettamente: l'ultimo caso è a Verona dove il consigliere comunale Alberto Zelger è nell'occhio del ciclone per aver fatto approvare un ordine del giorno a tutela della famiglia naturale. Il caso è arrivato in Parlamento, ma chi lo difende?

Editoriali 24_08_2014
Romeo e Giulietta - Hayez

A Verona dire che Romeo e Giulietta si amavano potrà a breve apparire sconveniente. Anzi, omofobo. Sì, perché chi difende l’amore tra un uomo e una donna, la famiglia, il matrimonio, l’educazione dei figli, insomma tutte quelle realtà naturali come il sole che splende e l’aria che respiriamo, rischia di passare per intollerante.

È ciò che sta accadendo al consigliere comunale di Verona Alberto Zelger che a marzo di quest’anno ha fatto approvare un ordine del giorno (odg) che difende la famiglia. Ecco alcuni stralci: «Il Consiglio comunale riconosce alla famiglia, formata dall’unione di un uomo e una donna, un ruolo primario nella trasmissione dei valori culturali, etici, sociali, spirituali, il benessere dei propri membri e dell’intera società; invita il Sindaco e la Giunta a vigilare affinché, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata informazione preventiva ai genitori sul contenuto dei progetti di educazione all’affettività e alla sessualità, come pure sugli spettacoli e sugli eventi ludici, che vengono proposti ai loro figli». 

Quest’ultimo impegno rimanda e mette in guardia dal famigerato progetto “Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” dell’Ufficio Nazionale anti-discriminazioni razziali che prevedeva l’indottrinamento gender per le scuole statali. Zelger nell’odg ha chiesto e ottenuto che ci sia anche un numero verde a disposizione dei genitori affinchè segnalino al comune tutte quelle iniziative di carattere diseducativo a danno dei propri figli. A dire il vero, la proposta del consigliere comunale veronese – bocciata da tutti i pseudo cattolici del PD (eccetto un’astenuta) - pare assai innocua, fin troppo grondante di buon senso. Una proposta così mansueta che potrebbe benissimo essere emulata da altre amministrazioni comunali.

Ed invece il menzionato odg ha provocato una bufera soprattutto mediatica perché ritenuto “omofobo”, bufera che ad oggi non si è ancora placata. L’equivalenza è ormai frustra: se parli bene della famiglia vuol dire che parli male dei gay. A tal proposito Zelger ha diffuso un comunicato stampa in cui, tra le altre cose, si afferma che «sul merito dell’odg non si è scritto quasi nulla, mentre è chiaro che dietro di me ci sono migliaia di famiglie preoccupate per quanto sta accadendo in varie scuole italiane, dove ai loro bambini vengono proposti progetti educativi, spettacoli o materiale didattico, che mirano a familiarizzarli con i comportamenti omosessuali, ricorrendo anche alla pornografia e scavalcando il diritto dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose». 

«Mi hanno accusato di essere un integralista cattolico – prosegue Zelger - e di proporre la censura sugli insegnamenti scolastici; niente di più falso. Qui non si tratta di un principio religioso, ma semplicemente umano, che riconosce il valore fondamentale della famiglia naturale, formata dall’unione di un uomo e di una donna, così come l’hanno riconosciuto tutti i popoli da almeno 4000 anni; un principio fatto proprio da tutte le religioni, ma ad esse preesistente». 

In merito poi alla polemica innescata dalle mail di Zelger che ha mandato agli altri consiglieri comunali, il diretto interessato così risponde: «Ciò rientra nel diritto di ogni cittadino di manifestare le sue opinioni esercitando pressioni politiche anche tramite gli strumenti della comunicazione elettronica».  

Quel che sta avvenendo a Verona non è una bega da cortile, tanto che ha interessato anche Roma, la quale ha capito che la posta in gioco è alta. C’è rischio di emulazione. E così il senatore Sergio Lo Giudice, che non molto tempo fa andò all’estero con il suo compagno per avere un figlio tramite fivet eterologa, ha proposto un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio al fine di bloccare l’odg dello scandalo. 

«Tutto ciò è inaccettabile – scrive Lo Giudice -  così si esercita un controllo improprio di un organo politico sulla didattica delle scuole del territorio, si lede la libertà di insegnamento tutelata dalla Costituzione, si introducono elementi di intimidazione nei confronti di scuole e docenti. Inoltre si attaccano frontalmente gli obiettivi che il Governo si è dato con la ‘Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere’». A parti invertite – o pervertite – verrebbe da dire che chi è contro l’odg che tutela la famiglia è un familofobo.

Detto tutto ciò, a qualcuno sorge il dubbio che il cattolico Zelger si sia fatto troppo influenzare da Santa Romana Chiesa. «Ma quando mai?! – risponde il consigliere interpellato dalla Nuova Bussola -  Noi vogliamo solo che i genitori siano tutelati nel loro diritto di educare i figli come meglio credono, come è riconosciuto dalla Costituzione italiana, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e da tanti altri documenti di valore universale, citati nell’ordine del giorno. Questo non è un principio religioso, ma semplicemente umano, perché è insito nella natura umana; solo le dittature hanno osato metterlo in discussione imponendo ai bambini un’educazione di stato. E poiché in molte scuole italiane si sono verificati degli abusi è del tutto legittimo che i genitori siano preoccupati e che i rappresentanti nelle istituzioni si schierino in loro difesa». 

Zelger poi ci dice che lo Stato e le amministrazioni locali dovrebbero concentrare risorse e attenzioni alla famiglia fondata sul matrimonio «perché questa ha una valenza sociale evidente, contribuendo al ricambio generazionale con tutti i doveri che ne conseguono: mutuo aiuto, mantenimento ed educazione dei figli. Questo spiega perché in ogni epoca lo stato abbia dato una particolare rilevanza al matrimonio tra un uomo e una donna, non attribuendo alcun valore sociale alle altre forme di legame affettivo». 

E in merito all’intolleranza di chi difende la famiglia, il consigliere Zelger dichiara che «tutti hanno il diritto di essere rispettati in quanto persone e tutti hanno il diritto di integrarsi armoniosamente nella società, anche se provengono da culture diverse; ciò non significa rinunciare al giudizio critico sui comportamenti delle persone: non è intolleranza, ma libertà di opinione, che ogni buon liberale, dovrebbe riconoscere. Questo non farà crescere ‘individui omofobi e violenti’, ma persone libere e capaci di esercitare lo spirito critico, senza sottostare alla dittatura delle idee. La violenza deriva da ben altre cause, colpisce tutte le categorie di persone, come risulta dai dati forniti il 3 dicembre scorso alla Commissione Giustizia del Senato».

Il tosiano consigliere Giorgio Pasetto da ultimo lancia una proposta: «Nonostante le ridondanti argomentazioni di Zelger che ormai da settimane circolano tra mail e stampa, ribadisco la mia posizione contraria a questa sorta di crociata fuori tempo massimo. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa la cittadinanza e a tal proposito propongo al consigliere Zelger di promuovere un vero confronto».

In breve: è tempo per Verona che Romeo trovi il suo Giulietto oppure lasciamo tutto così come è?