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LE LETTERE

“Noi, insegnanti di religione, umiliate dal green pass”

La testimonianza alla Bussola di due insegnanti di religione che per anni hanno formato migliaia di bambini e ragazzi. E oggi si trovano costrette a rinunciare al lavoro che amano per un’assurdità di nome green pass.

Sono un'insegnante di Religione di una diocesi del Veneto e poiché contraria alla presentazione del green pass a scuola mi sono vista costretta a rinunciare al mio incarico quest'anno. Non sono vaccinata, tuttavia mi infastidisce molto l'epiteto “no vax” in quanto non sono una “no vax”, semplicemente sono contraria a questo siero genico la cui sperimentazione si concluderà nel 2023 e i cui supposti benefici sono ancora tutti da verificare.

Mi sono trovata in contrasto con l'Ufficio scuola della Curia per cui lavoro proprio a causa del famigerato green pass, in quanto ho comunicato il mio rifiuto di sottopormi a tamponi nasali ogni 48 ore (follia pura). Ciò che mi ha ancor più rafforzato nella mia scelta è l'aver appreso la notizia che ora anche per accedere ai corsi di aggiornamento per la formazione degli insegnanti organizzati dalla Diocesi sia richiesto il lasciapassare verde.

Ho provato ad attendere il mese di agosto per vedere se le cose potevano cambiare, dal momento che sentivo parlare di raccolte di firme e petizioni per l'abolizione di questo strumento ingiusto.

Mi è stato detto dal Direttore dell'Ufficio scuola che l'educazione dei bambini vale più di un tampone nasale ogni 48 ore, ma tutto questo mi sembra assurdo... perché doversi sottoporre a questi trattamenti sanitari volti a sfiancare gli insegnanti per obbligarli al vaccino... perché questo ricatto? È così assurdo che un'insegnante debba rinunciare a ciò per cui per anni ha dedicato con passione tutte le proprie energie a causa di un lasciapassare che ricorda tanto la tessera di un partito al quale bisogna dimostrare di appartenere per esercitare la propria professione...

Anna Paola Contaldo

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Sono Anna Maria, 56 anni, insegnante di Religione Cattolica, nella scuola primaria di una città pugliese.  Ho vissuto fin dalla giovinezza il mio lavoro di insegnante, con gioia e con passione, per ben 33 anni! Quasi tutti svolti nella mia città natale. Ho formato migliaia di ragazzi in tutti questi anni, circa duecento per anno scolastico, avendo la responsabilità della formazione culturale e religiosa di ben 11 classi! Ho sempre considerato il mio lavoro una missione, una grazia di Dio, un “mandato”, perciò mi sono impegnata con amore e dedizione, ogni anno, a portare delicatamente per mano ogni singolo alunno, dalla prima elementare fino alla quinta, cioè dalla primissima infanzia (6 anni) fino alla preadolescenza (10 anni) oggi così bruscamente anticipata.

L’amore per i ragazzi a me affidati, e l’impegno fedele e scrupoloso verso di essi, ha sempre permesso una bella corrispondenza da parte degli alunni di ogni età e dei loro genitori, una reciprocità di stima e di accoglienza. Ebbene ora, dopo aver servito con fedeltà ed onestà lo Stato per oltre tre decenni, mi ritrovo in una situazione assurda ed umiliante insieme a migliaia di insegnanti: con il nuovo Decreto Legge, emanato in pieno agosto, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, viene “imposto” a tutto il personale scolastico un “trattamento sanitario obbligatorio” (TSO)! Un vero e proprio vergognoso ricatto, travestito da possibilità di libera scelta: inocularsi un “siero genico sperimentale”, chiamato impropriamente vaccino, le cui conseguenze sanitarie avverse sono ignote e sconosciute e che già ha mietuto migliaia di morti e centinaia di migliaia di reazioni avverse gravi; oppure sottoporsi ad un tampone, ogni 48 ore, per 4 mesi!

L’apparente “seconda possibilità” (il tampone) in realtà non esiste poiché è chiaramente insostenibile da un punto di vista fisico perché altamente invasivo, e perciò pericoloso per la salute, e dal punto di vista economico! L’inadempienza oltre il 5° giorno comporta l’immediata sospensione dal lavoro, con la conseguente perdita dello stipendio! Di fatto il Governo attualmente impone con tutta la sua forza al personale scolastico l’obbligo del vaccino, pena il licenziamento. Pur non avendo studiato legge, questo verrebbe definito “Reato di Estorsione”! “Il proprio corpo è inviolabile e la salute personale non è sacrificabile a tutela della salute pubblica”. “È sempre fatto salvo il diritto individuale alla salute, anche di fronte al generico interesse collettivo”.

Per quanto mi riguarda scelsi sin da marzo di quest’anno di non avvalermi della possibilità di “vaccinarmi”, per ragioni sanitarie, poiché consideravo pericoloso e prematuro il rischio di inocularmi sostanze sconosciute e così tanto “discusse” dai diversi dottori e studiosi, ma soprattutto per motivi etici: come credente non desideravo sentirmi “complice” di abomini illeciti che gridano al cospetto di Dio! È risaputo infatti che i diversi sieri fin qui autorizzati in Italia sfruttano linee cellulari di bambini abortiti. Mi chiedo a questo punto: oggi chi sta difendendo gli insegnanti e tutto il personale scolastico da questo ennesimo attacco feroce e insensato dello Stato? È terribilmente umiliante sapere che l’unica azione dei sindacati, tanto paladini dei diritti del popolo, sia soltanto quello di “mercanteggiare” con il ministro dell’Istruzione se i tamponi saranno gratis oppure a carico del personale scolastico!!! È vergognoso. Persino gli animalisti avrebbero alzato gli scudi per difendere le cavie di laboratorio dalla tortura di un tampone ogni 48 ore, protratta per tantissimi mesi. Per non parlare della loro posizione riguardo alla vivisezione. E per l’essere umano, per la sua dignità, per la sua incolumità fisica, non si trova nessuno, neanche tra i colleghi, che alzi gli scudi in sua difesa?

Saremo costretti a ricorrere ai legali per difenderci da uno Stato coercitore, per mantenere un posto di lavoro, ottenuto con sacrifici, dopo aver superato un regolare concorso! Uno Stato che servo da ben 33 anni, con lealtà e fierezza. Continuerò a mantenere fede al mio fermo proposito di non inocularmi quel siero genico sperimentale ed altamente pericoloso, perché ciò che ritenevo giusto inizialmente rimane tale e non sarà certo il vergognoso ricatto dello Stato a farmi cambiare idea. Il buon senso ci dice che ogni uomo è "sano" se non ha sintomi, perciò non è da considerare un "pericolo vagante” ma "una  persona"! Siamo figli di Dio! Le malattie, i virus, i batteri, ci sono sempre stati... mai un uomo sano è stato considerato un "pericolo" per gli altri ma una risorsa, un dono! Al contrario i media ci hanno inculcato bene e in profondità come ognuno sia " un pericolo", una mina vagante per gli altri!

Noi cristiani dovremmo andare in controtendenza rispetto al pensiero dominante che vorrebbe isolare, emarginare, terrorizzare le persone. Dovremmo essere segno profetico, segno di speranza per il mondo. Noi cristiani dovremmo essere "sale e luce" per il mondo e non sudditi di uno Stato dittatore con leggi inique e anticostituzionali.    

Anna Maria