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Scontro Spagna-Marocco

L’UE deplora l’uso politico degli emigranti irregolari

La risoluzione approvata dal Parlamento europeo esprime riprovazione in particolare per la presenza di molti minori tra i marocchini che hanno forzato il confine con Ceuta il 17 maggio

Migrazioni 27_06_2021

 

C’è stato un seguito, da evidenziare, all’ingresso illegale di migliaia di marocchini nell’enclave spagnola di Ceuta, verificatosi il 17 maggio con la complicità delle guardie di frontiera marocchine che hanno lasciato fare mentre di norma collaborano con quelle spagnole. Il governo spagnolo nei giorni precedenti aveva deciso di consentire al leader del Fronte Polisario, Brahim Gali, ammalato di Covid-19, di entrare in Spagna ed essere ricoverato in un ospedale. Il Fronte Polisario è il movimento che rivendica l’indipendenza del Sahara Spagnolo annesso dal Marocco nel 1976. Per il governo marocchino è stato un affronto che Gali potesse essere curato in Spagna e ha reagito usando aprendo la strada agli emigranti illegali come mezzo di ritorsione. Le alte cariche dell’Unione Europea avevano subito reagito riprovando l’accaduto. Poi il 10 giugno il Parlamento europeo ha adottato, con 397 voti a favore, 85 contrari e 196 astensioni, una risoluzione con la quale ha respinto l’uso che il Marocco ha fatto del controllo delle frontiere e dell’emigrazione come mezzo di pressione politica contro la Spagna. Una nota di particolare di biasimo riguarda il fatto che tra i circa 9.000 marocchini che a nuoto e a piedi hanno raggiunto Ceuta ci fossero molti minori, sia con parenti sia non accompagnati. La risoluzione invita Spagna e Marocco a impegnarsi per il rimpatrio dei bambini marocchini, dando priorità “all’interesse superiore del minore” nel rispetto del diritto internazionale e di quanto disposto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. Il Marocco ha reagito il giorno successivo denunciando la risoluzione del Parlamento europeo come “un vano tentativo di europeizzare una crisi bilaterale, la cui origine è nota e le cui responsabilità sono ben definite”. La Camera dei rappresentanti del Marocco ha definito l’ex-enclave spagnola di Ceuta una “città marocchina occupata” e ha denunciato “secondi fini” e “falsità” nella risoluzione europea. Anche il Parlamento dell’Unione Africa ha emesso un comunicato in cui chiede all’EU “di non europeizzare una questione che riguarda esclusivamente la crisi bilaterale tra Marocco e Spagna”. Il comunicato invita l’Europa “ad astenersi da prese di posizioni suscettibili ad esacerbare le tensioni” e fa appello alle due parti in causa, Spagna e Marocco, affinchè “risolvano la crisi in un quadro bilaterale”.