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Corte Suprema

La "X" della discordia

Trump vieta di mettere una X nei passaporti a posto del sesso. Alcuni giudici gli fanno causa, ma la Corte suprema gli dà ragione.

Gender Watch 10_11_2025

Sotto l’amministrazione Biden le persone potevano omettere di indicare il proprio sesso nel passaporto. Si poteva inserire nel documento una X. Era stato pensato per le persone non binarie, ossia quelle che non si riconoscono in nessun sesso.

Poi arrivò Trump con un proprio ordine esecutivo che sanciva, anzi riconosceva che i sessi sono due e sono quelli biologici: dunque nei passaporti o scrive “maschio” oppure “femmina”.

Ma la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del Massachusetts ha inibito in via preliminare al Governo di applicare la norma e da qui ne è nato un contenzioso. Mentre la vertenza prosegue, il Governo ha fatto ricorso alla Corte suprema affinchè si possa comunque applicare la norma che impone di indicare il sesso biologico nei passaporti.

La Corte suprema ha dato ragione al Governo: «Mostrare il sesso dei titolari di passaporto alla nascita – scrivono i giudici – non viola i principi di pari protezione più di quanto non faccia mostrare il loro paese di nascita: in entrambi i casi, il governo sta semplicemente attestando un fatto storico senza sottoporre nessuno a un trattamento differenziato».