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SANTA CATERINA DA BOLOGNA

La visione e i segreti della notte santa di Natale

La fondatrice delle Clarisse del Corpus Domini di Bologna ebbe una vita stracolma di doni celesti, che oggi elargisce generosa ai fedeli. Tra questi, l'eccezionale visione della Madre di Dio con in braccio il Bambinello, che le insegna come vivere santamente la Notte di Natale e le svela un particolarissimo segreto sulla nascita del Salvatore.

Cultura 26_12_2019

La vita di Santa Caterina da Bologna (1413 - 1463) fu talmente traboccante di prodigi e di manifestazioni divine che doverne fare una piccola selezione a beneficio del lettore arreca un certo imbarazzo.

Per intuirne la portata, basti sapere che il corpo non sigillato della Santa, presso il monastero del Corpus Domini a Bologna, da oltre 500 anni accoglie i devoti seduto in posizione eretta: si mise così dopo la riesumazione, obbedendo al comando della badessa persino da morta. Inoltre, la profumatissima sostanza che ancor oggi emana dalle sue membra incorrotte ha comprovati effetti taumaturgici, oltre a renderne necessario il periodico cambio d’abiti, come a persona viva.

Ancora. Amatissima da papa Benedetto XVI, specialmente per le sue “Sette armi spirituali” capaci di illuminare chiunque intenda lottare contro il Maligno, Caterina Vigri fu una penna finissima nel tradurre in scritti, le sue innumerevoli visioni celesti e infusioni di scienza.

Ma il vero motivo per cui oggi, a ridosso del Santo Natale, raccontiamo di questa religiosa, fondatrice delle Clarisse del Corpus Domini, è il suo specialissimo legame con Gesù Bambino, che si creò miracolosamente proprio la notte del 25 dicembre 1445.

LA PIA PRATICA

"Era venuta la notte di Natale di Nostro Signore, notte di grandissima divozione appresso tutti i Cristiani, ma singolarmente da Santa Caterina sempre, con istraordinario apparecchio, celebrata". Inizia così, nella biografia originale del 1652, a cura di padre Giacomo Grassetti, il racconto di quella notte prodigiosa.

La monaca, come era solita fare, decise di trascorrere la vigilia di Natale "tutta in orazione e contemplazione". Quella notte però, in via del tutto eccezionale, Caterina ottenne dalla badessa il permesso di uscire dal dormitorio, per recarsi a pregare in Chiesa: se ne andò perciò nel coro per stare più raccolta, e lì iniziò a recitare le sue mille Ave Maria, “in onore del parto della gloriosissima Regina degli Angeli, meditando il giubilo della Vergine”. Restò così, dalla sera alla mattina, in adorazione di "tutti gli amorosissimi misteri di quella dolcissima solennità".

Ebbene, dopo gli straordinari prodigi che si verificheranno quella notte, la personale devozione, nata nel cuore di Caterina, entrerà per sempre nel prezioso patrimonio di tutta la Chiesa orante. E, infatti, le mille Ave Maria di santa Caterina - l'equivalente di 20 Rosari - sono pregate ancora oggi durante la Notte Santa: non solo dalle clarisse del monastero del Corpus Domini, ma anche da centinaia di fedeli sparsi in tutta Italia, che in comunione con le monache e la santa patrona in Cielo, recitano questa devozione nell’intimo delle loro case.

La possibilità di recitare tale preghiera si è inoltre estesa, in forma diurna o notturna, in occasione della vigilia delle più importanti feste mariane ed anche ogniqualvolta i figli di Maria ne intendano implorare specialissimi favori celesti.

LA VISIONE  

Poiché ogni preghiera, che si possa definire tale, nasce dal cuore come espressione dell’amore più profondo, fu così che Caterina, con la sua fede, arrivò a vedere il Volto stesso di tale amore.

All’improvviso, infatti, mentre la Santa era immersa da ore nell’orazione, una grandissima luce irruppe nella stanza e dinnanzi a lei apparve “la Vergine gloriosa col suo dilettissimo Figliolo fra le braccia, fasciato esattamente come si usa per gli altri piccoli quando nascono”. La Madonna, poi, le si avvicinò e le pose il Bambinello sul suo grembo, “con somma cortesia e benignità”.

Caterina, sicura di avere tra le braccia “il vero Figlio dell'eterno Padre, dolcemente lo strinse a sé, viso a viso; e tutto, intorno, pareva dileguarsi come cera al fuoco”. A questo punto, è il racconto stesso della Santa che ci fa gustare con i sensi dello spirito, ciò che l’umano intelletto non può in alcun modo comprendere: “Nessuna mente può essere così gentile da immaginare e nessuna lingua può narrare il soave odore della purissima carne di Gesù benedetto; e del bellissimo e delicato viso del Figliolo di Dio, quando anche ne dicessi tutto ciò che si può dire, sarebbe niente e lo lascio alla immaginazione di ciascuno. Ma ben mi sento di esclamare: - Cuore insensato e più duro di tutte le cose create, come non ti spezzasti o non ti sciogliesti come neve al sole nel vedere, gustare e abbracciare lo splendore della paterna gloria? - perché non fu sogno, né immaginazione, né eccesso mentale; ma realtà aperta, manifesta e senza alcuna fantasia”.

Dopo che Caterina ebbe accostato il proprio viso a quello del Bambinello, subito la visione svanì. A quel punto, la religiosa rimase talmente ricolma di contentezza e beatitudine, che non solo il suo cuore ma tutte le sue membra parevano gioire e per moltissimo tempo ella non provò più alcuna tristezza.

IL SEGRETO

S’è detto che la preghiera è amore. S’è detto anche che, se fatta con il cuore, la preghiera non è mai a beneficio di un solo individuo, ma si inserisce nel cuore stesso della Chiesa. Ebbene, c’è ancora un altro insegnamento che la Santa di Bologna ci regala nella sua straordinaria esperienza di quella Santa Notte di Natale.

Pregando intensamente, Caterina aveva più volte desiderato e chiesto di sapere quale fosse l’ora precisa della nascita del Salvatore. Accadde, sempre quella notte, che la rapì “un intensissimo desiderio e, siccome ella era disposta a star sempre attenta alle interne ispirazioni del Signore, riconobbe facilmente che quello era un invito con il quale il suo Eterno Sposo la stimolava a domandare con grande affetto quella grazia. Perciò moltiplicando l’orazione e i gemiti, ottenne finalmente il suo desiderio”.

Ecco come la Santa ci insegna quale sia il vero atteggiamento dell’anima orante: invocare, accogliere e abbandonarsi allo Spirito Santo che desidera pregare in lei. Non è Caterina ad essere capace di desiderare, ma è lo “Sposo” che ispira in lei un “intensissimo desiderio”; non è Caterina ad essere forte e perseverante, ma è il “Signore” che la infiamma d'amore e “la stimola” continuamente all’orazione.

La Santa seppe così che “alla quarta ora della notte” nacque il Salvatore: infatti fu esattamente durante quell’ora di preghiera, che a Caterina apparve una “splendidissima luce ed, accompagnata da una infinita moltitudine di Angeli, la gloriosissima Vergine Maria, con il suo dilettissimo Figliuolo in braccio, in forma di bambino fasciato, come se poco prima fosse nato”.

Con questa splendida visione del Divin Bambino, ci affidiamo agli insegnamenti di questa grande innamorata di Dio per vivere in pienezza la venuta del Signore, a Natale come in ogni giorno della nostra vita. Ella infatti ce ne svela il segreto: è alla Madre di Dio che, prima di tutto, dobbiamo guardare. È Lei che vuol fa nascere Gesù dentro di noi ed è sempre Lei che ci vuole preparare il cuore ad accogliere le grazie che Suo Figlio ci vuole regalare venendo ad abitare in mezzo a noi.