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conclave

La vera conta dei papabili comincia stasera

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Il comignolo della Sistina sarà "inaugurato" da una probabile fumata nera, ma la prima votazione consentirà ai cardinali di fare il punto sulla reale consistenza delle candidature.

Ecclesia 07_05_2025
imagoeconomica via sala stampa

Lo chiamano il club più esclusivo del mondo ed è quello dei cardinali chiamati ad eleggere il nuovo Pontefice. Da ieri sera fino a questa mattina i 133 elettori prenderanno possesso delle stanze loro assegnate tra Santa Marta e un edificio attiguo. Come in una gita scolastica i numeri delle camere degli illustri ospiti sono stati estratti a sorte dal camerlengo Joseph Kevin Farrel.

Si parte questa mattina con la messa  pro Eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro che non sarà l'occasione per dare visibilità a un candidato su altri dal momento che – a differenza del 2005 con Joseph Ratzinger – a celebrarla sarà un cardinale decano ultraottantenne, Giovanni Battista Re. Dopo la liturgia e il pranzo, i cardinali elettori nel pomeriggio si sposteranno nel Palazzo Apostolico e dalla Cappella Paolina prenderanno parte alla processione fino alla Sistina. Intonando le litanie dei Santi, i cardinali conclavisti arriveranno nella cappella famosa per il Giudizio Universale e dopo il canto del Veni Creator per invocare l'assistenza dello Spirito Santo, pronunceranno la formula del giuramento toccando il Vangelo.

A presiedere il conclave non sarà il decano Re nè il suo vice Leonardo Sandri, entrambi ultraottuagenari, ma il primo cardinale elettore che, per anzianità di cooptazione nell'ordine dei cardinali vescovi, è Pietro Parolin. Lui, il favorito della vigilia ed anche l'uomo su cui si proverà sin dall'inizio a concentrare il maggior numero di voti. Dopo l'ultimo giuramento, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie monsignor Diego Ravelli intimerà il fatidico «extra omnes». Dentro, oltre a Ravelli, l'unico altro "estraneo" rimarrà il cardinale ultraottantenne Raniero Cantalamessa scelto per tenere la predicazione, finita la quale anche loro lasceranno la Sistina e avrà inizio la prima votazione.

Da quel momento i cardinali saranno del tutto isolati in ossequio alla locuzione latina che dà il nome all'elezione, «cum clave » cioè al chiuso, sottochiave. Si comincia già da oggi a votare, ma in un solo scrutinio che servirà agli elettori per valutare il reale peso di una determinata candidatura. Da domani le votazioni giornaliere saranno quattro, di cui due alla mattina e due al pomeriggio. Nella Cappella Sistina gli elettori scriveranno, in grafia non riconoscibile, il nome del prescelto nello spazio vuoto sottostante alla scritta «Eligo in Summum Pontificem» sulla scheda rettangolare distribuita loro. Ciascun cardinale, piegata la scheda a metà, andrà verso l'altare ai piedi del Giudizio Universale dove troverà i tre cardinali scrutatori estratti a sorte nella fase di pre-scrutinio. La scheda verrà tenuta in alto per poi essere inserita nell'urna tramite un piatto. I cardinali qui pronunceranno questa formula: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto».

Con ogni probabilità oggi avremo una fumata nera, anche perchè nell'ultima congregazione di ieri è emerso come ci sia ancora confusione sul da farsi all'interno del sacro collegio. Al termine della votazione e stabilitane la regolarità dai tre cardinali scrutatori, le schede annodate verranno poi bruciate dai cerimonieri e dal segretario del conclave che verranno fatti entrare appositamente.

Le schede saranno bruciate in una delle due stufe presenti in Sistina: una serve a questo scopo, l'altra è collegata con il comignolo che sbuca dal tetto e produce il fumo che dà l'esito della votazione. Quel comignolo, con una parte interna in acciaio e l'esterna in rame, rappresenta l'unico mezzo di comunicazione tra i cardinali chiusi in conclave e il mondo esterno che aspetta di avere notizie col fiato sospeso e gli occhi all'insù. Una volta si era soliti bruciare la paglia umida per fare la fumata nera, mentre la bianca era creata dalla sola bruciatura delle schede. Spesso però l'effetto non era sempre brillante e si creava l'illusione nella folla in attesa che una fumata nera in realtà fosse bianca.

Così a partire dal conclave del 2005 si è deciso di farsi aiutare dalla tecnologia ed è stata adottata la seconda stufa con all'interno fumogeni innescati da un dispositivo elettronico. Questa sera, se la prima fumata sarà nera, i cardinali torneranno a Santa Marta e qui per la cena e per la preghiera in cappella ci sarà una prima occasione per fare il punto sulla plausibilità delle candidature emerse nel primo voto.



il nuovo papa

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