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7 maggio

La tabella di marcia del conclave

Il giuramento degli officiali, la Messa Pro Eligendo Romano Pontifice, la processione dei cardinali fino alla Cappella Sistina e l'Extra omnes. Poi il mistero fino alla fumata bianca.

Borgo Pio 30_04_2025
Foto LaPresse

Le ultime notificazioni dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie fissano la tabella di marcia per l'avvio delle operazioni che porteranno all'elezione del nuovo papa. Nel pomeriggio di lunedì 5 maggio nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico avverrà il giuramento degli officiali e degli addetti al conclave. Si tratta di laici ed ecclesiastici che, pur non entrando nella Cappella Sistina, saranno a vario titolo coinvolti in virtù dei rispettivi ruoli che li porteranno a contatto con gli elettori, e pertanto anche loro tenuti al segreto su quanto eventualmente dovesse giungere alle loro orecchie. Tra gli ecclesiastici troviamo il segretario del sacro collegio, mons. Ilson de Jesus Montanari (figura che, per consuetudine, viene poi elevata al cardinalato dal nuovo papa), naturalmente il maestro delle celebrazioni liturgiche, mons. Diego Ravelli, e i cerimonieri, insieme all'ecclesiastico scelto dal cardinale Parolin per assisterlo nel suo ruolo (sarà infatti Parolin a svolgere le funzioni di decano, essendo Re ultraottantenne); quindi i religiosi addetti alla sacrestia e alle confessioni. Tra i laici, medici e infermieri, gli autisti che li porteranno da Santa Marta alla Sistina, gli addetti alla floreria, alla mensa e alle pulizie, agli ascensori, alla polizia, alla sicurezza e alla sorveglianza.

La giornata di inizio conclave si aprirà con la Messa Pro Eligendo Romano Pontifice che sarà celebrata dal cardinale Giovanni Battista Re alle 10 di mercoledì 7 maggio nella basilica vaticana. L'ingresso in conclave avverrà nel pomeriggio, partendo alle 16:30 dalla Cappella Paolina da dove i cardinali elettori si recheranno processionalmente nella Cappella Sistina. Qui, dopo il canto del Veni Creator Spiritus, giureranno «che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede», oltre che a osservare «il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l'elezione del Romano Pontefice». La formula viene pronunciata dal cardinale che presiede, poi ciascuno dei porporati, toccando l'Evangeliario, dirà: «Et ego N. Cardinalis N. spondeo, voveo ac iuro. Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango» («Ed io N. Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro. Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli, che tocco con la mia mano»).

Quindi mons. Ravelli intimerà l'Extra omnes. Resteranno all'interno soltanto lui e il cardinale Raniero Cantalamessa, non elettore ma incaricato di tenere l'ultima meditazione agli elettori prima della clausura, dopodiché anche loro abbandoneranno la Cappella Sistina e sul conclave calerà il segreto totale, fino alla fumata bianca che annuncerà l'avvenuta elezione del nuovo papa.