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LETTERA

La più grande tragedia è quella dei bambini abortiti

Ascolto al TG che il Papa afferma che la tragedia dei migranti è la più grande dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ma come è possibile dimenticare i cristiani perseguitati e soprattutto il genocidio dei bambini abortiti: soltanto in Italia 6 milioni nei 39 anni di aborto legalizzato.... 

Vita e bioetica 24_03_2017
Monumento al bambino mai nato

Caro direttore,

scrivo perplessa e amareggiata dopo aver visto l’edizione del TG1 del 22 marzo, in cui si dà conto dell’invito rinnovato dal Santo Padre all’accoglienza di profughi e migranti: «Non dimentichiamo – ha detto - che la tragedia che stanno vivendo i migranti oggi è la più grande dalla fine della Seconda Guerra Mondiale!».

Come è possibile che il Vicario di Cristo dimentichi il genocidio in corso, ben superiore per quantità e qualità alla pur dolorosa Seconda Guerra Mondiale, ai Gulag, ai massacri di Pol Pot, e anche all’attuale esodo di popoli alla ricerca di libertà e di terra? Anche solo considerando l’Italia: 6 milioni di aborti in 39 anni di legge 194, più gli incalcolabili aborti illegali, più gli aborti premeditati e selettivi della Procreazione Medicalmente Assistita, gli aborti chimici ecc. Vogliamo calcolare cosa succede nel mondo ogni anno? Altro che guerra mondiale.

Sento anche con tanta amarezza passare sotto silenzio i molti eccidi di cristiani pervicacemente perseguitati in ogni parte del mondo e proprio in quei paesi da cui arrivano molti migranti. Mentre il TG mandava in onda il suo discorso, quanti cristiani sono stati minacciati, violentati, uccisi e buttati nella spazzatura o in una fornace per mattoni? Troppo poco sentiamo parlare di loro.

Rendiamo invece grazie a Dio per questi fratelli santi martiri, che completano nella loro carne ciò che manca alla passione di Cristo (S. Paolo). Il pensiero dei martiri mi turba per lo scarso riconoscimento dato loro. Siamo lontanissimi dalla Chiesa apostolica, forse perché allora molti vescovi di Roma hanno versato il loro sangue dove ora abbiamo innalzato splendide cattedrali. Ma siamo lontani perché siamo ciechi: il loro sangue è seme per altri cristiani, ma noi non siamo lì a raccoglierlo e venerarlo come il sangue di “altri cristi”.

Mi turba questo pensiero perché associo a questi martiri i milioni di bambini abortiti; sacrificati sull’altare della cultura della morte, della divinità “qualità della vita”, in odio al Dio amante della vita. E per favore non pensiamo che sia colpa dei Massoni o dei vari Soros o delle femministe! Pensiamo invece all’abiura di molti cristiani, anche vescovi, che hanno pensato agli equilibri politici, al male minore, alla difesa degli interessi economici: non più capaci di discernimento, abbandonati dallo Spirito di Consiglio, lamentano tante calamità mentre la matrice è unica.

Proclamiamo Dio Padre, creatore del cielo e della terra, nel Credo della domenica, ma appena fuori non abbiamo né Padre né Figlio. Se Maria non avesse detto il suo sì, se il Figlio non si fosse incarnato nella Vergine Madre, non avremmo la certezza che in ogni creatura concepita c’è la presenza e la santità della Trinità Beata.

Il diritto alla vita è sacro ed inalienabile più del diritto alla terra, alla famiglia, alla libertà. La persona cui è stata sottratta la vita dal grembo materno è il più povero ed invisibile degli esseri umani e, per far eco alla Santa di Calcutta, “il più povero tra i poveri”. Quanti milioni di questi poveri ha prodotto la nostra attuale civiltà senza anima e senza amore?

Non posso e non voglio accettare che questo popolo di creature senza vagiti e senza carezze di mamma sia meno determinante, per il futuro dell’umanità e della Chiesa, che il popolo dei migranti e dei profughi. La Parola di Dio ci dà la certezza e la consolazione: “Anche se una donna dimenticasse il figlio, io non ti dimenticherò mai… Sulle mie palme ti porto tatuata…” (cfr. Is 49,15-16). 

Sono le mani di Gesù forate dai chiodi! In quelle ferite è impresso il volto di ogni bambino rifiutato: come possiamo dimenticare che nella sua passione sono presenti tutti gli aborti di ogni terra e di ogni tempo, insieme a tutti gli abomini di cui noi uomini siamo capaci.

Domani sarà il 25 marzo, Incarnazione del Figlio nel grembo della Vergine Maria. Come vorrei sentire in questa solennità del “sì alla vita” il successore di Pietro accomunare ogni bimbo concepito a Gesù nel grembo di Maria!