Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Beata Vergine Maria di Loreto a cura di Ermes Dovico
Borgo Pio
a cura di Stefano Chiappalone

intervista

La "mancata" preghiera di Leone XIV in moschea

Nel consueto incontro del martedì con i giornalisti il Papa risponde a una domanda sul "giallo" (che non c'è) di Istanbul: «preferisco pregare in una Chiesa cattolica nella presenza del Santissimo Sacramento».

Borgo Pio 10_12_2025
Foto Vatican Media/LaPresse

«Ma chi ha detto che non ho pregato?»: con garbata fermezza, nella consueta intervista del martedì, Leone XIV ha interrotto la domanda del giornalista sulla "mancata preghiera" nella Moschea Blu di Instanbul spiegando: «Ma io ho dato una risposta già sull'aereo: ho menzionato un libro [La pratica della presenza di Dio di fra' Lorenzo della Risurrezione], può darsi che io stia pregando anche in questo momento».

E ha aggiunto: «Io preferisco pregare in una chiesa cattolica alla presenza del Santissimo Sacramento». Normale per un cristiano, a maggior ragione per il successore di Pietro, che definisce «curioso» il clamore suscitato dalla questione. La vera notizia però sta in questa frase: «può darsi che io stia pregando anche in questo momento». Scherzando ma non troppo il Papa ricorda un aspetto pressoché dimenticato nella spiritualità cattolica: «lo stato di preghiera», ovvero coltivare la consapevolezza di trovarsi alla presenza di Dio anche nei momenti in cui non si è strictu sensu in preghiera. Un libro, come aveva spiegato in aereo, che «descrive, se vogliamo, un tipo di preghiera e di spiritualità in cui si offre semplicemente la propria vita al Signore e si lascia al Signore la guida». Senza lasciarsi travolgere dalle incombenze quotidiane e dai mille impegni di un laico... o di un Papa.