Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
GOVERNO

La Lega vota il green pass delle contraddizioni. E si spacca

Il decreto sul green pass è pieno di incongruenze e di contraddizioni. La Lega, che prometteva battaglia, alla fine lo vota assieme agli altri partiti di governo. I leghisti che si erano spesi di più con i no green pass, Bagnai, Borghi, Pillon, Siri, in imbarazzo. La base e un pezzo di classe dirigente contestano Salvini. 

Politica 07_08_2021
Matteo Salvini

Fino alla settimana scorsa l’argomento centrale delle discussioni sul futuro della politica era la dissoluzione del Movimento Cinque Stelle, abbandonato dai suoi elettori per aver disatteso tutti gli impegni presi nella campagna elettorale del 2018. Dopo l’ultimo decreto legge che si accinge ad estendere a scuole e trasporti l’obbligo di green pass, la metafora del Vietnam si addice anche alla Lega di Matteo Salvini, che ora vede concretamente lo spettro della contestazione interna e della protesta da parte dei militanti più identitari.

Il Capitano si consola nelle interviste pubbliche sbandierando ai quattro venti risibili successi come il rinvio al primo settembre dell’obbligo di certificato verde su navi, aerei e treni a lunga percorrenza ("Abbiamo salvato la stagione estiva", ha avuto il coraggio di commentare) o l’esenzione per le sale colazioni e i ristoranti degli hotel. La verità è che il cerchiobottismo del Carroccio è stato smascherato dai suoi elettori più fedeli, che vedono il loro leader sempre più allineato alle posizioni governative di Pd, Cinque Stelle, Leu, Forza Italia. E’ vero, l’esecutivo Draghi è di emergenza ed è trasversale, ma mentre i berlusconiani hanno fatto una scelta di totale appoggio alle misure restrittive e, per converso, Fratelli d’Italia sta fuori dal governo e contesta quei provvedimenti, la Lega mantiene un atteggiamento ambiguo: strizza l’occhio ai no green pass, minaccia ferro e fuoco in sede governativa, ma poi approva tutto senza colpo ferire, accontentandosi delle briciole e di successi platonici. Esattamente come ha fatto il Movimento Cinque Stelle sulla riforma Cartabia in materia di giustizia. Con analoghi esiti funesti in termini di contestazione interna e disaffezione dei militanti.

I ministri leghisti in Consiglio dei ministri hanno votato a favore del nuovo decreto legge sul green pass. Il deputato Claudio Borghi, che nei giorni scorsi era sceso in piazza con i no green pass per manifestare contro la dittatura sanitaria in compagnia di Siri, Bagnai e Pillon, attacca Salvini parlando di sonora sconfitta e twitta in modo inequivocabile: "Cari amici, il decreto, se confermato, è intollerabile. Non sarà certo l'aver salvato le colazioni negli alberghi a compensare oscenità come la mancata esenzione per i minorenni e l'obbligo per la scuola e per gli studenti. Ho fatto il possibile ma ho perso. Mi scuso con tutti voi". E rincara, anche con un video: "No ma tranquilli, gli studenti universitari sono solo 1,7 milioni. Il loro rischio di morire per Covid è zero. Obbligati al green pass. Ma che orrore, sembrava per alcuni minuti che la decenza avesse preso il sopravvento. Nulla. Ma come si fa... giocare con la vita dei ragazzi".

La base leghista è in rivolta, ma anche pezzi importanti di classe dirigente non le mandano a dire. "Complimenti a chi nel 'governo dei migliori' doveva opporsi al green pass e far cambiare idea a Draghi e Speranza. E ancora c’è chi ci crede!  Un plauso vero invece a chi tiene duro, come Borghi e pochi altri, pur essendo mosche bianche", twitta Cristina Cappellini, ex assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia. Francesca Donato, europarlamentare della Lega, è un fiume in piena e non va troppo per il sottile: "Le decisioni adottate in consiglio dei ministri sul green pass sono in assoluto la pagina più nera e vergognosa nella storia della nostra Repubblica. La Lega non è stata votata dagli italiani per fare questo. Urge una seria riflessione interna al partito sulla permanenza nel governo Draghi".

Anche sulle pagine ufficiali di Matteo Salvini la protesta monta. "Con il decreto green pass ha stravinto la sinistra, in primis Draghi e il suo Governo dei peggiori. Per la destra è una disfatta epocale, una Waterloo. Non avete ottenuto nulla. Da elettore di destra sono profondamente deluso", si legge. "In Parlamento – si legge in un altro commento al vetriolo rivolto a Salvini - presenti oltre 900 emendamenti per mitigare la portata distruttiva del green pass e nel Governo approvi un decreto che lo rende ancor più devastante... Salvini non ha una bussola. Un leader incapace di prendere una posizione non è tale per definizione".

Anche perché le ulteriori restrizioni inserite nell’ultimo decreto non fanno che alimentare dubbi e perplessità sull’efficacia delle misure adottate e sulla loro coerenza. Alcuni deliranti esempi. Da ieri sono vietate le manifestazioni culturali e gli eventi all’aperto senza green pass, ma si può tranquillamente mangiare e bere all’aperto in bar e ristoranti. Peraltro per il personale di bar e ristoranti al chiuso non vige l’obbligo di green pass, mentre per i clienti si. Ma chi controllerà, visto che i ristoratori non sono pubblici ufficiali? Negli hotel si può fare tutto senza green pass, quindi dormire, fare colazione, pranzare, cenare. Facile immaginare quante violazioni ci saranno da parte di chi aggirerà l’ostacolo, fingendo di alloggiare lì per pranzare o cenare senza green pass.

E che dire dei trasporti. I treni regionali e i trasporti pubblici locali sono decisamente più a rischio di treni a lunga percorrenza e aerei, ma per questi ultimi varrà dal primo settembre l’obbligo di green pass, mentre si potrà continuare ad assembrarsi su autobus e metropolitane o su convogli che collegano città della stessa regione o anche di due regioni limitrofe senza obbligo di certificazione verde.

Tutte incongruenze associate a quella più macroscopica e inspiegabile: il tanto santificato green pass non comporta il non avere il Covid e il non essere contagiosi. I casi di vaccinati che si sono contagiati crescono ogni giorno. Ma in pochi hanno il coraggio di ammetterlo. Probabilmente ci sono milioni di persone senza green pass che hanno più anticorpi di tanti vaccinati. Per combattere la pandemia sarebbe indispensabile monitorare queste situazioni, altrimenti la vaccinazione e l’applicazione delle misure di distanziamento e contenimento si riveleranno insufficienti e non risolutive.