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Induismo

Inaugurata una nuova chiesa nello stato indiano di Orissa

La chiesa di san Michele Arcangelo di Gudrikia era stata gravemente danneggiata da un incendio appiccato durante il pogrom del 2008

 

Il pogrom dell’Orissa, nel 2008, in India, è stato uno degli episodi di violenza più efferati commessi dai radicali indù contro i cristiani. Fu scatenato dall’omicidio di Swami Laxanananda Saraswati, un leader del gruppo nazionalista indù Vishwa Hindu Parishad, di cui furono accusati dei cristiani. Fu poi rivendicato da un gruppo maoista. Almeno 100 fedeli furono uccisi nei giorni del pogrom, 395 edifici tra chiese e luoghi di culto furono rasi al suolo, 6.500 abitazioni e strutture educative, sanitarie e sociali cristiane furono saccheggiate e devastate. Più di 50.000 cristiani fuggirono dai loro villaggi e al ritorno trovarono le loro case occupate, i loro beni, le loro proprietà sequestrate. Tra le vittime ci fu MathewNayak, un insegnante. Si era rifugiato nella chiesa cattolica di san Michele Arcangelo di Gudrikia, ma fu catturato. Gli versarono addosso del cherosene e lo bruciarono vivo. Anche la chiesa prese fuoco e fu distrutta dalle fiamme. A distanza di 17 anni è stata finalmente ricostruita e lo scorso 26 maggio è stata inaugurata. Alla cerimonia inaugurale, presieduta da monsignor John Barwa, arcivescovo di Cuttack Bhubaneswar, hanno partecipato 14 sacerdoti, sette suore e oltre 500 fedeli che hanno festeggiato con danze e canti. “I criminali avevano un piano per demolire ed eliminare totalmente i cristiani da questa regione – ha detto monsignor Barwa durante l’omelia – ma hanno fallito di fronte alla mano potente del nostro Dio. Ringraziamo Dio per averci dato una nuova chiesa che è una casa frutto delle sue benedizioni, un luogo di unità, amore e fraternità. Testimoniamo la nostra profonda fede in Dio attraverso la nostra vita quotidiana. Che l’Arcangelo Michele interceda per noi quando incontriamo difficoltà, ostacoli, impedimenti, minacce perché possiamo rimanere saldi nella fede in Cristo”. Dopo di lui padre Sebastian Thottamkara, parroco di Padang, di cui Gudrikia è una sottoscrizione, ha sottolineato il contributo dato dalla comunità, grazie al quale la chiesa ha potuto essere ricostruita accanto a quel che resta di quella bruciata. “I fedeli – ha detto – hanno esteso il loro lavoro volontario nella costruzione in modo attivo ed entusiasta. La violenza comunitaria non è stata in grado di sopprimere o mettere a tacere i fedeli nel proclamare e testimoniare Gesù nella vita quotidiana”. Nel dare la notizia, l’agenzia di stampa AsiaNews ricorda che “la parrocchia di Padang, intitolata al Santissimo cuore di Gesù, è sorta grazie all’impegno dei missionari di san Francesco di Sales, detti popolarmente Fransaliani, prima del 1924. Ora la parrocchia è amministrata dai sacerdoti della Congregazione della Missione. La parrocchia è formata da 11 sottostazioni, con circa 400 famiglie cattoliche”. La sottoscrizione di Gudrikia conta 45 famiglie cattoliche e la maggioranza della popolazione è indù.