In India si inaspriscono le pene per conversione forzata
Un altro stato ha emendato la legge aumentando notevolmente le sanzioni e ridefinendo quel che si intende per conversione forzata

È sempre più preoccupante il clima di ostilità e diffidenza che i fondamentalisti indù riescono a creare in India contro le minoranze. Accusare, ingiustamente, cristiani e musulmani di conversioni forzate, estorte cioè con l’inganno, l’intimidazione e con false promesse, è uno dei modi per mettere in difficoltà e in cattiva luce i cristiani, tanto più efficace negli 12 stati della federazione che hanno adottato un legge contro le conversioni forzate. Nello stato dell’Uttarakhand la legge è in vigore dal 2018 ed è stata emendata nel 2022. Un nuovo emendamento approvato dal governo il 13 agosto ha inasprito le sanzioni. Prima era prevista la reclusione massima a 10 anni e una multa fino a 50.000 rupie (circa 500 euro). Adesso la reclusione sale a 13 anni e, in caso di aggravanti, a 20 e fino all’ergastolo e la multa può arrivare a un milione di rupie (circa 10.000 euro). Possono essere puniti l’induzione o l’incitamento alla conversione anche tramite reti social, app di messaggistica e qualsiasi altro mezzo on line. Il magistrato distrettuale ha facoltà di effettuare arresti senza mandato e di sequestrare beni acquisiti per reati connessi alla conversione forzata. Inoltre è stato anche ridefinito quel che si intende per “induzione” alla conversione e “seduzione”. Dal 13 agosto include: doni, gratificazioni, denaro, benefici materiali in denaro o in natura, posti di lavoro, istruzione gratuita in scuole e collegi gestiti da istituzioni religiose, la promessa di matrimonio e di migliori condizioni di vita, e la prospettiva di suscitare dispiacere divino. Raggiunto dall’agenzia di stampa AsiaNews, monsignor Gerard Mathais, vescovo di Lucknow, ha commentato: “Le leggi anti-conversione esistenti in almeno 12 Stati del Paese sono state modificate di volta in volta per rendere le sezioni sempre più severe”. Il termine induzione (o seduzione) alla conversione, inoltre, ormai “è definito in modo così ampio che qualsiasi opera di beneficenza o buona azione può essere interpretata come tale”. “L’aspetto più triste – ha aggiunto – è il grave abuso della legge da parte dei fondamentalisti che si fanno giustizia da soli e accusano falsamente persone innocenti di conversioni forzate”.