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SOLDI E PANDEMIA

Il Vaticano batte cassa e taglia gli stipendi alle eminenze

La pandemia ha azzerato gli introiti dei Musei vaticani e quelli derivanti da affitti. Deciso così un taglio di stipendio dal 10% all'8% per cardinali e capi di dicastero. Ieri il motu proprio del Papa.

Ecclesia 25_03_2021

Il prefetto della Segreteria per l'economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves aveva preannunciato in un'intervista di qualche settimana fa che la priorità della Santa Sede sarebbe andata alla difesa dei posti di lavoro dei dipendenti. Per farlo, risparmiando il più possibile alla luce del deficit di circa 50 milioni previsto nel bilancio preventivo del 2021, si è deciso di intervenire sulla retribuzione dei cardinali che a partire dal prossimo 1 aprile sarà ridotta del 10%. È quanto ha disposto il Santo Padre nel Motu proprio circa il contenimento della spesa per il personale della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e di altri Enti collegati.

Un taglio reso necessario, come specificato nella Lettera Apostolica pubblicata ieri, dal «disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica» e dall'«aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19». La pandemia, infatti, ha inevitabilmente colpito anche le casse vaticane per via dei mancati introiti dei Musei vaticani ma anche per la riduzione delle entrate derivanti dai canoni di immobili di proprietà: al fine di dare una mano ai negozianti in difficoltà è stato applicato uno sconto di un terzo dell'affitto.

La finalità del Motu proprio è quella di «salvaguardare gli attuali posti di lavoro» andando a «risparmiare il più possibile», come aveva già anticipato il prefetto della Segreteria per l'economia. Oltre al taglio degli stipendi dei porporati, saranno ridotte dell'8% le retribuzioni dei capi di dicastero (e dei segretari) e del 3% quelle dei religiosi in servizio presso la Santa Sede. La voce più dispendiosa del bilancio vaticano, come aveva spiegato padre Guerrero Alves, è costituita dalle spese del personale ulteriormente cresciute del 2% nel 2020 per evitare di licenziare in un momento di grave difficoltà generale.

Per salvare posti di lavoro e al tempo stesso procedere ad un necessario contenimento delle spese sul personale si è deciso di sospendere fino al 2021 la maturazione degli scatti biennali di anzianità. Nel taglio alle retribuzioni di cardinali, capi di dicastero e dipendenti religiosi si è scelto di avere un occhio di riguardo per chi è in difficoltà, consentendo loro di avere una dispensa in caso di impossibilità a far fronte a spese fisse legate al proprio stato di salute o a quello di parenti entro il secondo grado.

Il Motu Proprio non è legato a scandali, ma interviene in un contesto di naturale sofferenza economica dovuta alla crisi provocata dalla pandemia che ha determinato un calo delle donazioni e delle entrate. Il provvedimento va nella direzione delle misure di contenimento delle spese già prese per il 2020 come lo stop agli acquisti di arredi e alle ristrutturazioni non urgenti, l'annullamento degli eventi e il taglio alle consulenze.

Il taglio allo stipendio di cardinali e capi di dicastero deciso da Papa Francesco era stato in un certo senso anticipato da un'iniziativa lanciata lo scorso anno dal cardinale Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, che aveva chiesto in una lettera ai curiali di donare l'ammontare di uno stipendio mensile all'Elemosineria Apostolica per opere di carità riservate ai tanti che stavano soffrendo in quel momento per la diffusione del Covid.