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SETTIMANA SOCIALE

Il documento mondialista a firma della Chiesa

Il Documento di lavoro della Settimana sociale dei cattolici italiani (dal 21 al 24 ottobre 2021), “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”, collega il Covid-19 con i cambiamenti climatici indotti dall’uomo e celebra i 17 obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile legati al controllo della popolazione, alla promozione dei “nuovi diritti” e ad una nuova morale religiosa. Monsignor Santoro firma così un documento infarcito dell'ideologia al potere.

Editoriali 28_11_2020

I documenti ecclesiali durante questo pontificato condividono un repertorio di parole, concetti e argomenti che continuamente ritorna, sempre lo stesso, con qualche sfumatura nuova ma che non cambia il quadro complessivo.

In parte la cosa è comprensibile e si era verificata anche nei precedenti pontificati. Con papa Francesco sembra però che il “conformismo” - chiamiamolo così - dei documenti ufficiali della Chiesa, sia dei dicasteri vaticani sia delle conferenze episcopali fino, spesso, ai singoli vescovi, si è fatto molto più evidente.

Per questo motivo ognuno di noi, prima ancora di leggere il tale o il talaltro documento, sa già quali saranno le sue parole chiave, quali saranno gli argomenti principali di cui parlerà e quali valutazioni farà della situazione attuale.

Giorni fa è stato reso noto il Documento di lavoro della prossima Settimana sociale dei cattolici italiani che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021 e che avrà il seguente titolo: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”. Lo firma il vescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per il sociale e il lavoro Mons. Filippo Santoro. Anche in questo caso le parole chiave adoperate dal testo sono pienamente prevedibili, si parla infatti di cultura dello scarto e dello spreco, casa comune, ecologia integrale, tutto è connesso, nuovo umanesimo, bene comune globale, debito ecologico, cambiamento negli stili di vita, sostenibilità, inclusione, stile sinodale, Non mancano naturalmente né le “generatività sociale” né “l’economia circolare” che rimandano a noti sociologi ed economisti – sempre quelli – che mettono mano a questi documenti. Gli stessi concetti si trovano non solo nella Laudto si’, nella Querida Amazonia o in Fratelli tutti, ma anche, con il copia-incolla, in innumerevoli documenti di tono minore, come questo della Commissione problemi sociali e lavoro.

Le parole, come si sa, rimandano alle idee. Vale a dire che questo girotondo di parole e immagini dice che c’è un copione, alcuni concetti di fondo collegati tra loro che vengono applicati in modo standardizzato e meccanico, come in una catena di montaggio. Questo indebolisce la ricchezza del pensiero, perché ripetere delle formule non permette di fare molti passi in profondità e infatti forse mai i documenti del magistero sono stati così poveri come in quest’epoca. Documenti prevedibili vuol dire documenti poveri e scarsamente pensati.

Per esempio nel Documento di lavoro per la prossima Settimana sociale si assume acriticamente la visione della pandemia da Covid 19 ormai accreditata nella Chiesa e diventata un grumolo di slogan. Vi si dice che a seguito del Coronavirus ci siamo accorti che siamo sulla stessa barca, che dobbiamo collaborare tutti insieme, che serve un nuovo umanesimo planetario, che non dobbiamo sprecare l’occasione per cambiare stili di vita. Le solite cose.

Se poi si analizza un po’ meglio, ci si accorge che sono gli stessi slogan dei potenti del mondo che vorrebbero riorganizzare (resettare, oggi si dice) la vita degli uomini su questa terra, con un disegno centralistico e globale che prende proprio l’occasione dal Covid. Non c’è, nel documento per la Settimana sociale, nessun approfondimento critico sull’origine della pandemia, sulla sua gestione da parte del potere politico e scientifico, sugli aspetti totalitari che il suo governo ha mostrato in modo molto chiaro e potrebbe ancora di più esprimere in futuro.

Un altro punto di vista stereotipato è il collegamento tra Covid-19, cambiamenti climatici indotti dall’uomo e degrado ambientale. Tra i tre elementi non c’è alcuna correlazione, eppure il documento li pone in relazione. L’epidemia non nasce a causa di cambiamenti climatici e non li provoca. Tra i cambiamenti climatici e il degrado ambientale potrebbe esserci una relazione se l’uomo ne fosse responsabile, ma come ha dimostrato di recente il Rapporto dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, non esistono motivi seri per sostenere che i cambiamenti del clima sono prodotti dall’attività umana.

Quanto al degrado ambientale è troppo semplice attribuirlo all’”’intervento dell’essere umano sulla natura” (n. 15), perché quello stesso intervento ha anche prodotto miglioramenti di vita e tecniche che permettono di ridurre o evitare il degrado. Anche in questo caso, comunque, queste distorsioni da copione vanno a braccetto con i nuovi centri di potere delle rinnovabili e della finanza green, senza parlare delle correnti che fanno proprio un ecologismo ideologico ed estremo.

Un terzo esempio è costituito dalla celebrazione che il Documento fa dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile fissati dall’ONU per il 2030 (n. 17). Non c’è nessuna ragione per cui quegli obiettivi possano essere fatti propri dalla Chiesa e il Documento di Mons. Santoro su questo si sbaglia di grosso. Quegli obiettivi comprendono anche il controllo della popolazione, la promozione su scala mondiale dei “nuovi diritti”, il cambiamento dall’interno delle morali religiose su questi punti, la transizione verso una società globale di tolleranza per la nuova morale unificata. Ecco che anche qui la presa di posizione è per i centri di potere che vogliono la società aperta globalista.

Da ultimo, l’Unione Europea. Il Documento di Santoro è per il pieno utilizzo del Recovery Fund, da vedersi come una grande occasione per un nuovo cammino dell’Italia verso diversi stili di vita dal passato. Non c’è una analisi sui pericoli di questo indebitamento per il futuro economico e politico della nostra nazione.