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EFFETTI DI UNA LEGGE

Il divorzio danneggia i bambini: nuove conferme

A 50 anni dalla legge sul divorzio, la scienza ci invita a cambiare. È necessario applicare anche qui il miglior interesse dei bambini. Nuovi studi dimostrano quanto venga rovinata la vita dei figli di genitori divorziati, specie se hanno meno di 6 anni.

Famiglia 30_12_2019
Fortuna e Baslini festeggiano la legge sul divorzio (1970)

A 50 anni dalla Legge italiana sul divorzio, la scienza ci invita a cambiare. E’ necessario applicare anche in questa materia il miglior interesse dei bambini, dunque vincolare lo scioglimento al compimento dei 6/11 anni di età dei figli. Una scelta di civiltà, senza ideologie né dogmatismi sinistri.

La rottura dei legami famigliari è diventata una situazione comune in tutto l’occidente, solo in Italia nel 2018  gli uomini divorziati erano poco più di 681 mila e le donne  poco più di 990 mila. Un terzo della popolazione infantile nella maggior parte dei paesi occidentali ora sperimenta lo scioglimento familiare, siano essi divorzi o separazioni, come testimonia uno studio europeo degli ultimi anni. Tutti gli studi e ricerche compiuti dimostrano che i bambini di famiglie sciolte o separate hanno livelli più bassi di benessere ed integrazione sociale rispetto ai bambini di famiglie intatte e stabili, ma solo pochi studi hanno esaminato l'impatto sul benessere sociale in particolare nell'ambiente scolastico.

Recentemente un team di ricercatori danesi e studiosi internazionali ha valutato l'associazione tra scioglimento familiare e benessere sociale dei bambini a scuola, inclusa la possibile influenza sull'età del bambino al momento dello scioglimento della famiglia. Lo studio recentemente pubblicato indagato la performance scolastica storica di 219.226 bambini e adolescenti di età compresa tra 9 e 16 anni e combinato i dati del registro demografico della struttura familiare con i dati del questionario sul benessere sociale basato sul questionario sul benessere nazionale danese del 2015. Un totale del 5% dei bambini ha avuto un basso benessere sociale a scuola. Di questi, i bambini che vivevano in famiglie di genitori separati o divorziati sono 31% in più di quelli che vivevano invece in famiglie stabili. I bambini provenienti da famiglie disciolte avevano probabilità più elevate di basso benessere sociale a scuola rispetto ai bambini di famiglie intatte, in particolare i bimbi che soffrono di più sono quelli che hanno sperimentato lo scioglimento della famiglia in età prescolare.

Il nuovo dato che emerge dalla amplissima ricerca è che “quanto più giovane era il bambino quando la famiglia si è sciolta tanto più alte le  probabilità di crescere ed integrarsi con un basso benessere sociale a scuola rispetto ai bambini di famiglie intatte. In più, lo studio conferma che i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni al momento della dissoluzione familiare avevano probabilità costantemente più alte di scarso benessere sociale rispetto ai bambini più grandi, ad eccezione dei bambini di 11 anni – 16 anni che hanno sperimentato più di due cambiamenti nella struttura familiare (divorzi, separazioni, formazioni nuova famiglia o adozione).

La marea di studi e ricerche consolidate da parte di gruppi di ricercatori e studiosi di tutto il mondo sugli effetti devastanti del divorzio sul benessere e sulla integrazione/performance scolastica di bambini, dovrebbe indurre ogni Stato e governo a riconsiderare non tanto la irrevocabilità delle promesse matrimoniali, che per i cristiani cattolici sono promesse vincolate da Dio, quanto le legislazioni permissive sul divorzio per ragioni laiche e civili. Mi si permetta una semplice proposta, a poco meno di 50 anni dalla Legge del 1970 sul divorzio in Italia. si celebri pure l’anniversario ma lo si faccia introducendo una semplice e necessaria integrazione agli articoli 1 o 3, lo scioglimento del matrimonio sarà possibile solo… accertato che i figli minori abbiano compiuto almeno i 6 anni di età o, se volessimo rispettare il principio cardine della "precauzione", dovremmo posticipare e vincolare l’accesso al divorzio dei genitori al compimento degli 11 anni di età dei figli. Sarebbe una scelta scientificamente e civilmente necessaria, nel rispetto del ‘miglior interesse dei bambini’ e per un serio futuro di progresso del Paese.