I nostri figli ci guardano, ora più che mai
In questi giorni i nostri figli ci guardano più che mai e da loro si può comprendere quanto tutto quello che accade li stia toccando profondamente. Ma i bambini sono lo specchio di noi adulti. Lo si capisce dagli scritti di due di loro, entrambe scosse ma con prospettive molto diverse: a dire della grande possibilità che abbiamo di educare alla speranza senza censurare la realtà.
Parlamento chiuso, un segnale inquietante
La nostra è una Repubblica parlamentare, il Parlamento è titolare della funzione legislativa e rappresenta tutto il Paese, non può essere tagliato fuori in un'emergenza del genere. Attraverso decreti legge e decreti del presidente del consiglio dei ministri, Palazzo Chigi sta gestendo in autonomia un Paese in cui le libertà individuali sono in larga parte sospese.
Senza la libertà non c'è neanche tutela della vita
Nei commenti dei politici e degli opinionisti così come nelle reazioni della gente, c'è la percezione che quella contro il coronavirus sia una guerra che giustifica la sospensione delle libertà. È un vecchio dibattito che ha visto impegnati molti filosofi, ma la realtà ci dice che quando il potere toglie la libertà non garantisce nemmeno la sicurezza e la vita.

Il governo non cura un'economia malata
Delude il decreto "Cura Italia", per sostenere l'economia colpita dall'epidemia di coronavirus. Misure decisamente insufficienti per far fronte a un'emergenza su scala planetaria. Il governo ha costretto l'economia a fermarsi per un mese, per motivi sanitari, ma dà mancette alle partite Iva. E 600 milioni ad Alitalia
Toh! Il virus ci ha imposto il bene comune
Se guardiamo cosa sta succedendo attorno a noi ci accorgiamo che il bene comune si impone nuovamente come fine morale. Si tratta di riscoprire che la società ha dei fini che non si è data mediante una deliberazione umana. Questa epidemia ci divide fisicamente perché abbiamo paura del contagio reciproco, ma in un altro senso ci unisce verso un obiettivo comune, e questa è la funzione del bene comune: legare gli uomini tra loro in vista di un unico fine.
Morire pronti, è di questo che abbiamo bisogno
Si sente dire che chi domanda che si tornino a celebrare le Messe, chi si reca in chiesa, cercando magari un sacerdote a cui chiedere confessione ed Eucarestia, è un egoista. Eppure, pensando a noi, alle persone care o più a rischio, ciò che fa più paura non è la morte ma il lasciare questo mondo terrorizzati e senza essere preparati. La morte non deve diventare un tabù per la Chiesa: di questa abbiamo bisogno di sentir parlare e della speranza nella vita eterna.


La Lombardia regge grazie al sistema pubblico-privato
Pensate in quale gravissima crisi si troverebbe oggi la Regione, se i medici avessero dovuto operare nei vecchi, piccoli e meno attrezzati ospedali di un tempo. Dove sono finiti i contrari alla riforma sanitaria lombarda? Dove, quelli che dicevano: «No a una politica ospedalocentrica»? A dire che l'autonomia per le regioni virtuose è una scelta che fa bene a tutto il Paese e che non può essere più rimandata.
Omofobia legge fascista, non ci arrenderemo mai
I milioni di morti nei campi di sterminio non hanno insegnato nulla nel vedere cosa succede a negare le evidenze ontologiche della natura? La proposta di legge Zan contro l'omofobia si rivela non tanto come uno strumento per arginare ipotetiche discriminazioni, quanto piuttosto un mezzo per adeguare la legge al sentimento giuridico dei detentori del potere di turno. Come avviene tuttora in Cina e in Corea del Nord e come avveniva nell’Unione Sovietica.
Il crollo delle false certezze
Il tempo che viviamo fa crollare tutte le vuote certezze, le illusorie presunzioni di potenza, la speranza di poter contare sulle forze dell'uomo. Questo è il momento giusto per affidarsi veramente a Gesù.
Cari vescovi, alzatevi e dite no alle chiese chiuse
La decisione di chiudere le chiese a Roma, suggerita dalla CEI anche alle altre diocesi italiane, è senza senso, sia dal punto di vista della ragione che della fede. Decisioni dettate dalla paura di chi non pensa ci sia un futuro. Ci auguriamo che tale gesto scriteriato risvegli la coscienza di altri vescovi: si rifiutino di chiudere le chiese e anzi, davanti all'aggravarsi dell'epidemia, riprendano le Messe con il popolo.


Dialogo e azione: ciò che sinodalità non è
Sul concetto di sinodalità non ci si capisce. Un tempo si pensava che la sinodalità fosse un camminare insieme credendo nelle medesime verità di fede. Oggi si pensa che la sinodalità sia un agire insieme. Il modello della sinodalità era una Chiesa monarchica, oggi è una Chiesa democratica.


L'epidemia che con la fede fa vacillare anche la ragione
Le parole dell'infettivologo che richiamano ad un agire equilibrato. Il divieto di partecipare alla Messa che dice di una fede fragile e quindi di una ragione guidata dalla paura, che accoglie i provvedimenti esagerati del governo e crede ad una informazione scriteriata per cui l'Italia sta crollando in ginocchio. Tutto a dire che il castigo non viene da Dio, ma che ce lo stiamo infliggendo da soli, dimenticandoci che "senza di me non potete fare niente".