Dieci argomenti per il conclave
La centralità di Dio e la liturgia, il recupero della tradizione e dell'apologetica, il rilancio della missione e il giudizio sul mondo: ecco alcuni punti che segnano le esigenze attuali della Chiesa.

È importante, in prossimità di un Conclave, manifestare alcuni suggerimenti che si spera siano considerati come rilevanti dai cardinali chiamati ad eleggere il successore di Pietro. In effetti, vista la rilevanza e la centralità di questi temi, non si dovrebbe neanche dubitare che essi siano ritenuti come importanti per un futuro Pontefice, ma visti i tempi, repetita iuvant.
1. Dio. Il discorso su Dio deve tornare al centro della predicazione. Il male del mondo, che rende per alcuni così difficile credere in un Dio misericordioso e infinitamente buono, deve essere visto nella prospettiva di Dio stesso e non attraverso categorie sociologiche, antropologiche o psicologiche. Queste discipline possono aiutare per la riflessione ma solo se illuminate dalla luce della fede, e non vissute quasi con soggezione. Bisogna rimettere Dio al centro di tutto.
2. Liturgia. Bisogna avere il coraggio di affrontare la crisi profonda della liturgia e della musica sacra. Bisogna riconoscere dove si è fallito e cercare di ricostruire sulle macerie. Non si deve, come molti purtroppo oggi fanno nella Chiesa, esaltare le macerie come se esse fossero la nostra casa naturale. Esse sono l’indice di un fallimento che, come ci dicono i numeri, non ha certo trattenuto i fedeli in Chiesa. Non ve la prendete con i giovani che cercano conforto spirituale nelle forme liturgiche tradizionali, ma chiedetevi il perché.
3. Tradizione. “Tradizione” torni ad essere una bella parola e non venga associata a disturbi mentali o a problemi psicologici. Essa è una delle fonti della Rivelazione e ci offre un accesso all’eterno. Non dovrebbe neanche doversi aggiungere questa parola alla parola “cattolico”, perché il cattolico di per sé non può che essere “tradizionale”. L’uso improprio della parola “tradizione” deriva proprio dalla crisi del concetto di “cattolico”, di identità cattolica. Semplicemente, un cattolico contro la tradizione smette di essere cattolico.
4. Denaro. Attenzione ai pericoli del pauperismo. Nella nostra civiltà, il denaro è necessario, ed è necessario anche per la Chiesa, che senza di esso non potrebbe svolgere propriamente la sua missione nel mondo, mantenere chiese, scuole, ospedali e via dicendo. Si comprenda che il denaro è necessario e che esso può essere anche una tentazione e quindi è necessaria una educazione al suo uso. Non demonizziamo il denaro o il sesso, ma il loro abuso.
5. Apologetica. Dobbiamo tornare ad una sana apologetica, dobbiamo essere in grado di dimostrare la speranza che è in noi in una società sempre più indifferente a Cristo. Riconsideriamo la catechetica, che in molti casi è divenuta sociologia. Bisogna tornare ad insegnare i fondamenti della fede e bisogna essere in grado di difendere questi fondamenti in una società sempre più ostile.
6. Identità. Bisogna ritornare a comprendere in che cosa consiste l’identità cattolica, che negli ultimi decenni è stata sempre più annacquata. Dobbiamo ritrovare il coraggio di ripercorrere la via pulchritudinis, la via della bellezza. Attraverso la grande arte ha costruito la sua identità che il mondo ci ha invidiato. Torniamo a rivendicare la nostra identità di cattolici senza complessi di inferiorità verso il mondo.
7. Missione. La missione non serve per fare amicizia con gli altri, ma serve per portare nuove anime a Cristo. I grandi missionari si sono lasciati tutto dietro non per andare ad apprezzare la cultura altrui, ma per convertire persone e spingerle a seguire Cristo. Dobbiamo tornare ad un senso forte della missione.
8. Sacerdozio. Va affrontata la crisi del sacerdozio, la crisi d’identità del sacerdote che lo ha fatto divenire quasi una sorta di consulente psicologico piuttosto che un pastore d’anime. E negli ultimi anni si è anche accentuata la crisi a livello dei Vescovi e del loro ruolo per il governo della Chiesa universale in comunione con il Sommo Pontefice. Si torni ad una sana ecclesiologia.
9. Mondo. Noi siamo nel mondo ma non del mondo. Dobbiamo essere nel mondo come il sale, non dobbiamo allungare il brodo della minestra servita dai poteri di questo mondo. Bisogna avere il coraggio delle opinioni e non aver paura del giudizio altrui. L’unico giudizio che conta è quello di Dio.
10. Novissimi. Si parli di morte, vita eterna, speranza cristiana. Non si abbia paura di spaventare la gente perché da questo la gente è già spaventata. Serve richiamare tutti alla verità della nostra esistenza e spiegare perché la speranza cristiana non è irragionevole e tanto meno vana.