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ELEZIONI

Dalle urne dei vescovi USA non brogli, ma Broglio

Cambio al vertice della Conferenza Episcopale: eletti mons. Timothy Broglio, presidente, e mons. William E. Lori. Nella lista dei "papabili" prevalevano i conservatori. Un voto decisivo circa gli orientamenti della Chiesa americana.

Borgo Pio 16_11_2022

A poca distanza dalle midterm negli Stati Uniti sono andati alle urne anche i vescovi per eleggere il Presidente e il Vicepresidente della Conferenza episcopale. Normalmente a capo dei presuli viene eletto il vice, per un automatismo non scritto, ma questa volta non era possibile per via dell'età di mons. Allen Henry Vigneron, prossimo alla pensione con i suoi 74 anni.

È risultato eletto l'ordinario militare mons. Timothy Broglio, 71enne – come già previsto da vari osservatori nei giorni scorsi – al posto di mons. José Horacio Gomez, giunto a fine mandato. La lista dei dieci nomi su cui convergevano i presuli conteneva vari candidati di orientamento conservatore (tra cui mons. Salvatore Cordileone, di San Francisco) e solo un liberal (mons. Francis Paul D. Etienne, di Seattle). Per inciso, non era liberal neanche il presidente uscente Gomez. Il vice, eletto tra i restanti nove nomi della lista, è mons. William E. Lori, arcivescovo di Baltimora. E anche lui a fine mandato sarà troppo anziano per l'elezione a presidente.

Non molto tempo fa si parlava di una sorta di allergia di Francesco alla "Chiesa muscolare" americana cui il Papa avrebbe voluto imprimere un cambiamento, in senso più incline alla propria linea, meno agguerrito sui principi non negoziabili. E ha fatto il possibile, per esempio, nominando il progressista Cupich dopo l'episcopato del conservatore George. Ma, al di là delle etichette, i presuli statunitesi sembrano decisi a mostrare i muscoli di fronte alla guerra abortista dell'amministrazione Biden.