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Borgo Pio
a cura di Stefano Chiappalone

città eterna

Da "fuori le mura" a centro del cristianesimo

La pietra scartata divenuta testata d'angolo: il rovesciamento evangelico è narrato anche nei mutamenti della geografia urbana di Roma. La suggestiva riflessione di Leone XIV nella festa dei Santi Pietro e Paolo.

Borgo Pio 30_06_2025
Foto Vatican Media/LaPresse

Nella solennità più romana dell'anno liturgico, quella dei Santi Pietro e Paolo, Leone XIV ha imposto il pallio a 54 nuovi arcivescovi metropoliti  – tra loro gli italiani Antonio D'Angelo (L'Aquila), Saverio Cannistrà (Pisa) e Raffaele Panzetta (Lecce) –, quale segno specifico della comunione con la Chiesa di Roma, «generata dalla testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo e fecondata dal loro sangue e da quello di molti altri martiri», come ha sottolineato successivamente introducendo la preghiera mariana dell'Angelus.

Quindi una suggestiva osservazione urbanistica: «La pietra, da cui Pietro riceve anche il proprio nome, è Cristo. Una pietra scartata dagli uomini e che Dio ha reso pietra angolare (cfr Mt 21,42). Questa Piazza e le Basiliche Papali di San Pietro e di San Paolo ci raccontano come quel rovesciamento continui sempre. Esse si trovano ai margini della città antica, “fuori le mura”, come si dice fino ad oggi. Ciò che a noi appare grande e glorioso è stato prima scartato ed espulso, perché in contrasto con la mentalità mondana».

Dai margini della città antica a centro del cristianesimo, dove affluiscono innumerevoli pellegrini alle tombe degli Apostoli. È proprio il caso di dire, restando sempre in tema di pietre e di paradossi evangelici, che le pietre hanno parlato (Lc 19,40), ricordandoci il rovesciamento evangelico anche nei mutamenti nella geografia urbana.